Politiche del lavoro

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Badante: una vita per una vita [Fototeca Tifernate online]
di Cristiana Fischer

un paese libero e sciolto
perché il denaro estragga interesse
dal vento di scorrerie
siano sciami di insetti e di uccelli
a spolpare carogne
come le api operose raccolgono
e i bombici oziosi fecondano
i fiori del bosco
come i serpi divorano i topi e le rane
e allevano cani fedeli crudeli obbedienti
per sorvegliare gli incroci e i recinti
e battono le selezioni
per arruolare le menti migliori

perché i figli moltiplicano
e i figli dei figli grani di polvere
come le foglie e il limo sulla terra
gli inutili corpi gli opachi voleri
che non rischiarano i duci del mondo
coi loro pensieri

 

Nota dell’autrice

 

In questa poesia ho cercato di leggere un aspetto della svolta radicale di questi anni in Italia-Europa e probabilmente di un paio di millenni e mezzo per l’Occidente: mai la ricerca dell’interesse sul denaro ha governato totalmente l’economia, e il mondo, e mai è corrisposta una simile riduzione delle creature umane a pura materia animale. Gli schiavi erano solo una parte dell’umanità, prede di guerra o merce, oggi tutti gli umani sono ingombri, pullulare di vite, inutili se non se ne estrae valore di uso.
L’attuale nostro governo mi pare perfettamente in linea con i moti istantanei della finanza e si occupa di spianare ogni struttura sociale per lasciare libertà alle scorrerie: modello Spagna. Contemporaneamente si incoraggia una guerra generalizzata, per bruciare quel denaro irreale, e creare lavoro producendo armi e combattimenti, così si controlla la gente, due piccioni con una fava.

8 pensieri su “Politiche del lavoro

  1. La poesia è assai pregevole in virtù della sua complessità e plurisignificanza. La nota storico-politica che vorrebbe spiegarla pecca quanto meno di schematismo. Davvero è tutto così tragicamente semplice? Davvero “oggi tutti gli umani sono ingombri, pullulare di vite, inutili”? Davvero tutto è “perfettamente in linea” con questa cupa realtà senza speranza? Ma davvero si pensa che “le menti migliori” possano essere tutte “arruolate” a questo progetto di morte? Ma allora perché denuciare, allora perché scrivere poesia?

  2. Così è, come in questa sua poesia che va spedita al dunque (senza punto di domanda). Altrove sembra non ci sia nulla: che sia questo il nulla di cui parlano molti tra poeti e intellettuali? Varrebbe la pena di tapparsi il naso e guardarci dentro.
    Il denaro è tempo, il tempo che ci vuole per guadagnarne. Questo è il suo valore reale: tempo di vita che se ne va. Senza alternative. Le persone che rilasciano interviste dimostrano di avere tempo, è qui che sta il successo. Invidiare il denaro è una sciocchezza se non se ne conosce il valore, il fatto è che sembra se lo siano scordati tutti.
    Grazie, a me sembra che in questa poesia ci sia aria fresca, che non puzzi di stagnante ideologia. Complimenti.

  3. Gentile Paolo Ottaviani,
    lei non ignora uno stile visionario femminile o anche profetico, se si vuol dire.
    Tutti gli umani sono vite inutili? Così è stato, tranne gli arruolati, in più organismi statali del mondo. Non è fantasia. (A proposito, si arruolano solo quelli che vogliono arruolarsi.)
    Ma se il nostro governo attuale, come credo, è il tema in questione: la visione epocale mi sfugge, la pratica quotidiana chiarisce qualcosa, che “gli investimenti” siano la panacea non lo dico mica io!
    Si parla e si scrive di politica che dovrebbe/potrebbe imporre il potere alla finanza, ne sento poche, di politiche così. Allora profetizzo…
    Posso solo inviarle i miei saluti confidando nell’evidenza
    Cristiana Fischer

  4. Apprezzo la poesia di Cristiana Fischer e in particolar modo l’accostamente al mondo animale, tuttavia proprio per questo motivo preciso una mia critica “politica” al discorso “finanza” o denaro o investimenti. Credo, per dare motivazione alla mia semplice considerazione, sia sufficiente rimanere sempre nel mondo animale, in cui “la moneta”, in senso stretto come la conoscono gli uomini, non esiste però ciò non esclude che non ve ne sia traccia in una pre-moneta o in un pre-dio denaro, dal quale gli uomini hanno mutuato la stessa natura per la realizzazione del massimo dio (ap)pagante. Come nel mondo animale, gli uomini si muovono fra prede e predatori e purtroppo al contrario del mondo divino animale , negli ultimi duecento anni, con una bella accelerata negli ultimi settanta, i predatori umani hanno scovato mille e infiniti stratagemmi per mimetizzarsi, per sembrare prede, per infiltrarsi fra le prede, per manipolare le prede etc etc…I lupi o le tigri sono coccinelle in confronto e gli uomini preda sono gioco forza divenuti pecore cannibali.
    Per i predatori o come dice Fischer, per i duci del mondo, è il potere per il potere la massima moneta /denaro da accumulare in disprezzo di tutte le prede, che per lo più adorano le api regina o i vari pastori e se non li adorano, non hanno e/o non vogliono gli strumenti per guardare ogni maglia della gabbia….

    La democrazia è recitata anche da coloro che credono di averla vissuta nei tempi a ridosso di non si sa quale liberazione, visto che siamo passati da un predatore all’altro. La democrazia è stata sopravvalutata fin dall’inzio . Non è il rispetto ma la paura a muovere l’uomo e se gli dai l’illusione di poter cambiare il mondo votando, l’hai fregato meglio di qualsiasi medioevo; i guardiani del mondo sanno tutto della natura umana, lo sanno e, dalla bomba atomica ad oggi e anche domani, lo applicano alla perfezione: vuoi corrompendo nelle varie colonie (vedi l’italia o la grecia, il portogallo, la spagna e i cosidetti pigs, marchiati a sangue nel far west europa dal Britannia a oggi) i loro kapò reclutati di volta in volta —di (pseudo)liberazione in (pseudo)cambiamento e altri (pseudi) cambiamenti, vedi gli ultimi nostri da tangentopoli al berlusconismo, il montismo o il renzismo poco cambia—, vuoi sapendo come si sforma l’opinione pubblica tanto a destra quanto a sinistra, in un’unica truffa e un orrendo blob sulla libertà o l’austerità e i diritti umani , il tutto per il massimo valore aggiunto ottenibile in virtù del dio capitale. E’ così che hanno fondato il loro impero dal messico alle filippine, creando muri su muri e fuggitivi da ogni tipo di guerra , classica o “economica”, schiavi utili per l’immediato impero usa e per il grande mercato del lavoro del globo a costo zero, ma ricoprendosi di onu, ong , missioni di pace e sistemi molto molto “on” di presa per il culo dell’intero globo. Quando un uomo ha fame e ha paura lo puoi schiacciare, distruggere completamente, e alla fine otterrai sempre il suo rispetto, è questione di vita o di morte. La vile paura intossica, travolge, sgomina e aiuta al di là del puro” strumento” denaro, di cui senza dubbio i guardiani del globo si riempiono di università, nobel, professori e giornalisti di economia e finanza, accumulando risorse e denaro nei loro forzieri, e magari spronando il volontariato e la beneficienza, che è altro oro assoluto che si aggiunge alle mille e infinite fondazioni, modus operandi che esporta l’esercito della salvezza in tutto il mondo ( non ce n’è mai abbastanza del loro monopolio culturale e anche umanitario, e di nuovo ieri a Firenze, schiere di vip nazionali e internazionali, gonfi della loro maschera, sensibilizzano questo nostro povero paese ridotto da primo a terzo e adesso ottavo mondo, a diventare benefattore per Haiti come la grande mamma America. E’, infatti, soprattutto la sconfinata fame di potere (paura di perderlo inclusa, o di viverlo come minaccia a una sua diminuzione) che li fa grandi, grandi letteralmente anche nello scompisciarsi di risate di fronte ai miliardi di noi pecorelle….i guardiani o duci del mondo come dice Fisher, si riempiono di risate indicibili di fronte a questo o quel mare nostrum, a questa o quella Rosarno, a questo o quel teatro mondo ridotto ad un horror di schiavi contro altri schiavi e di servi, servi come Renzi, Monti,Berlusconi, Amato, Prodi o Draghi etc che si sperticano felici per dimostrare al loro imperatore quanto gli sono ubbidienti e fedeli. E si divertono anche a sentire gli amorevoli Paolo Ottaviani e Lucio Tosi che possiamo comprendere solo fra noi, in cui nel noi c’è quel rifiuto totale a qualsiasi dio denaro e suo surrogato, ma soprattutto a qualsiasi potere sull’altro.

    La regia dei guardiani, inebria i guardiani stessi in qualità sia di invisibili registi e sceneggiatori che al contempo di consapevoli e sempre invisibili iene, ridenti spettatori del caos del formicaio umano e dell’ordine in cui lo riassettano per sghignazzare sempre più; sono spettatori della storia molto molto attivi al contrario dei miliardi che quando va bene riescono a guardare il palcoscenico della loro singola storia; le loro oscene trame senza differita sono come il piacere dei serial killer, peraltro creati e ricreati, come a Hollywood, da loro stessi, i duci del mondo ; se i miliardi di schiavi , affamati o di lusso, badanti o meno, consapevoli o meno della truffa sulla libertà, sapessero di questo loro ghigno, forse che forse saprebbero affidarsi a una qualche controèlite , invece alcuni sognano ancora che le cose cambiano con le rivoluzioni di noi plebe, e altri sapendolo alla perfezione fanno i loro maestri rivoluzionari, per fottere altri ingenui sognatori, s’infiltrano,comprati dai guardiani stessi allo scopo di simulare altre liberazioni, liberazioni democratiche claro! a braccetto coi nazisti di Kiev o coi fratelli, fratelli creati a tavolino, da al-quaeda all’isis, fratelli cosiddetti musulmani, fratelli dalle rivoluzioni arancioni a quelle libiche, dei gelsomini, etc . Ma anche i nostri fratelli della cosiddetta società civile, sono come i venduti arancioni o musulmani etc etc, basta pensare a don Ciotti e alle cose che non dice sui veri capi delle vere mafie, basta pensare ad altre recite pseudo-antifasciste, basta pensare a ogni singolo traditore di questa o quella liberazione o di questa o quella colonia dell’impero multinazionale. Siamo brand, al massimo siamo eataly finchè non ci fregheranno anche augusta o finmeccanica come la fiat, siamo altrimenti da dire: a brandelli . E non si può pretendere che le singole prede, i miliardi di prede conoscano per filo e per segno per chi si divorano l’un l’altra o semplicemente schiattano ogni giorno. E’ un filo che non per niente conoscono solo i predatori, altrimenti non sarebbe finita così.

    1. Questo Signor ro è davvero bravo e per giunta anche amorevole! Mia nonna avrebbe detto “se la canta e se la suona che è una meraviglia!”. “Io invece sì e no che balbetto qualche sillaba” (Aggiungeva sempre mia nonna). Infatti il Signor ro sa perfettamente che “non si può pretendere che le singole prede, i miliardi di prede conoscano per filo e per segno per chi si divorano l’un l’altra o semplicemente schiattano ogni giorno. E’ un filo che non per niente conoscono solo i predatori”. Ma il filo lo conosce anche il Signor ro che ce lo descrive così bene. Partendo dalla storia del mondo animale egli vede solo prede e predatori (In quale categoria porrà se stesso?). Ma anche nelle favole di mia nonna e del lupo e di Cappuccetto Rosso esistevano letture un po’ più articolate!

      1. Un vero piacere leggerla, Paolo caro. Ha dato alla denuncia poetica (o profezia come dice Cristiana) sul tema in questione, una sua lettura molto molto articolata, dimostrando in ogni suo pacato, premuroso e amorevole snodo argomentativo, che non si è gioco forza predatori e, di conseguenza logica, anch’io come altri non possiamo essere sue, mie o altrui prede, nè altrove né tantomeno nella rete dove tutto o quasi viene dialogato proprio con i suoi registri attenti alla relazione, fuori dalle regole mortali di prede e predatori. Ma soprattutto sono davvero interessanti le mille e più sfaccettature che propone sul tema. Non ha bisogno di chiamare per nome e cognome ogni lato delle vicinanze o delle avversità e il tutto è arricchito dal ricordo dei suoi avi. La ringrazio molto di questa sua condivisione. Mi colpisce, poi, in modo particolare, un’altra delle sue articolazioni per cui non tutto ciò che finisce con la “o” e forse anche con la “i” possa essere di natura esclusivamente yang, come del resto cappuccetto rosso era una bambina. Un caro saluto di belle cose…

        1. È stato un divertimento anche per me leggere la sua plurisemantica analisi. Io a questa infatti rispondevo e non alla poesia-denuncia (sulle profezie sarei più cauto) della Fischer alla quale su questo stesso blog avevo espresso il mio apprezzamento.
          Sì è vero, forse ho imparato più dai miei avi contadini che da tutto il resto. Ognuno ha il suo retroterra. La ringrazio per avermi ricordato che Cappuccetto Rosso era una bambina… ma mia nonna non avrebbe tirato in ballo lo yang, poverina! Buone cose anche a lei. Mi stia bene.

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