Archivio mensile:Novembre 2014

IL POETA E LA SUA CITTÀ: Antonio Sagredo/Lecce (1)

Palazzo Della Ratta (particolare Loggia nel verde) di Alice Guido
Palazzo Della Ratta (particolare Loggia nel verde) di Alice Guido

di Antonio Sagredo

In questa sezione, intitolata “Il poeta e la sua città”, appariranno poesie e prose collegabili al rapporto quasi sempre oscuro e inestricabilmente  d’amore/odio tra un autore e la  “sua” città (natale, d’adozione, elettiva, dell’anima). Inaugura la serie questo testo di Antonio Sagredo, che – è giusto dirlo – è stato anche il suggeritore della rubrica. Invito anche altri/e a farmi pervenire altre proposte sull’argomento. [E.A.]

La città

Verde nella parola e nell’inganno!

Terra del Salento,
squarciata da un freddo cerchio di ciclista! Continua la lettura di IL POETA E LA SUA CITTÀ: Antonio Sagredo/Lecce (1)

Ancora su Fortini e Adorno

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di Giorgio Mannacio

Ho letto con interesse il “ resoconto “ di Ennio Abate sulla serata Adorno-Fortini tenutasi alla Libreria popolare di via Tadino a Milano con intervento/regia di Ezio Partesana (qui). Un resoconto necessariamente sintetico, ma che ha toccato punti che ho visto come cruciali e che mi hanno indotto alle osservazioni che seguono. Continua la lettura di Ancora su Fortini e Adorno

Su “Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta ” di F. Dezio

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di Pierpaolo Riganti

Di Francesco Dezio da anni non si sentiva più parlare. Eppure lo scrittore pugliese (nato ad Altamura, classe 1970) è stato il pioniere della nuova narrativa post-fordista con il romanzo Nicola Rubino è entrato in fabbrica (Feltrinelli 2004). Circa un anno fa ricompariva con un assai esile contributo in Il Pane Offeso – Parole per la crisi del lavoro (Edizioni Culturaglobale), un’antologia pubblicata con il patrocinio della regione Friuli in memoria dell’operaio poeta Luigi di Ruscio, in cui gli scrittori (tra i quali Stefano Valenti ed Emanuele Tonon) hanno rinunciato ai (magri) diritti d’autore per devolvere il ricavato ad una famiglia colpita da morte bianca. Continua la lettura di Su “Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta ” di F. Dezio

La civetta nana

civetta

di Rita Simonitto

“Una civetta filosofa o detective? Un po’ l’una e l’altra. La tenace bestiola non recede dalla volontà di conoscere nonostante la contraddittorietà delle esperienze che la contornano: ma avvicinarsi troppo alla verità a volte costa un prezzo molto alto, soprattutto quando sono in ballo gli umani. Più feroci degli animali e più inspiegabili di sicuro sono i loro comportamenti. E.A.]”

“Quando la filosofia dipinge a chiaroscuro, allora un aspetto della vita è invecchiato, e dal chiaroscuro, esso non si lascia ringiovanire, ma soltanto riconoscere: la nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo”
G.W.F. Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto, Prefazione, Laterza, Bari 1965, p. 17

La civetta nana quella sera non aveva granchè da fare. Aveva già trovato sistemazione nel nido di un picchio che era migrato altrove, per cena si era fatta un sorcetto, ma era stata veloce e silenziosa, come al suo solito, senza infierire. Continua la lettura di La civetta nana

Gli strumenti della poesia. (Lezione 1)

lezioni sulla poesia

di Ennio Abate

Invitato da L’isola che non c’è, un’associazione culturale  che opera a Saronno, sto tenendo tre incontri sulla poesia rivolti ad un vivace gruppo locale di “cultori della materia”. Pubblico  qui sul blog a  puntate le varie introduzioni alla discussione.  [E.A.]

Vi anticipo subito  che nelle mie intenzioni questi incontri dovrebbero servire a ripensare la poesia in maniera critica, a vederla come problema aperto e  e non come  un valore indiscutibile o da riverire. In secondo luogo vorrei mettervi in guardia dal pensare agli strumenti della poesia – in primis quelli tecnici che si sono accumulati in secoli di esperienze e di studi e in vari paesi del mondo – in modo neutro e classificatorio. Non bisogna illudersi: sbaglia chi volesse accostarsi alla  poesia  in fretta o pensasse che la conoscenza della metrica, delle figure retoriche o delle funzioni del linguaggio sia una buona scorciatoia per entrare più facilmente in un territorio che è sfuggente, mutevole , ricco di sorprese e di trappole. Tanto più che una risposta definitiva o del tutto convincente alla domanda – ineludibile ma irrisolta – su cosa sia la poesia non esiste. Continua la lettura di Gli strumenti della poesia. (Lezione 1)

SCRAP – BOOK DAL WEB: Gerusalemme ancora…

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Tre spunti  per non distrarsi dal caos del mondo

1. Attacco a una sinagoga, Israele scatena la caccia al palestinese
(dahttp://contropiano.org/internazionale/item/27594-attacco-a-una-sinagoga-israele-scatena-la-caccia-al-palestinese) • Martedì, 18 Novembre 2014 12:00 • Redazione Contropiano

Per ora è di 4 israeliani – tre dei quali anche cittadini statunitensi, uno era un esponente del partito sionista religioso “Shas” – uccisi e altri 8 gravemente feriti il bilancio dell’attacco compiuto questa mattina intorno alle 7 in una sinagoga di Har Nof, un sobborgo di Gerusalemme abitato in prevalenza da ebrei ortodossi. I due attentatori, Ghassan e Odai Abu Jamal, residenti nel quartiere palestinese di Jabal al Mubaker, hanno fatto irruzione all’interno della sinagoga ed hanno aperto il fuoco contro i presenti usando anche coltelli ed un’ascia. Entrambi gli assalitori sono stati immediatamente uccisi dalla polizia. Continua la lettura di SCRAP – BOOK DAL WEB: Gerusalemme ancora…

Allarme Lambro

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di Donato Salzarulo

 

Ho vegliato il fiume per due notti
(monitorare, si dice) attento
prima a spiarne l’innalzamento
del livello, mentre la pioggia battente
scendeva a rivoli dall’ombrello
o sotto la tenda ove di tanto
in tanto mi riparavo con altri, Continua la lettura di Allarme Lambro

Viaggio oltre cortina

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di Giorgio Mannacio

In un anno imprecisato, ma certo di molto antecedente la Caduta del famoso muro, mi avventurai in macchina verso Budapest. Non mi interessava tanto vedere le condizioni dell’Est europeo quanto visitare la città, protagonista di diversi romanzi che avevo letto da ragazzo. Varcai la frontiera tra l’ex Jugoslavia e l’Ungheria in una località prossima a Cacovez che mi ostinava a pronunciare come era scritta . Qui guardie confinarie magiare mi perquisirono attentamente smontando persino i cerchioni delle ruote. A Budapest si celebrava in quei giorni il Festival mondiale della caccia e trovare un albergo fu un vero problema. Come la lingua davvero lontana da ogni riferimento occidentale che – con ingenuità e una certa dose di stoltezza – continuavo ad invocare. Al ritorno mi fermai qualche giorno sulla costa dell’attuale Croazia e il giorno dopo il mio rientro a Milano fui colto da una febbre violentissima e asintomatica .Erano tempi in cui si moriva di epatite e tale sospetto indusse il mio medico a disporre il ricovero in un ospedale di isolamento per infettivi (Agostino Bassi) che più non esiste. Si trovava in via Conte Verde, zona Dergano. Ne uscii guarito e senza diagnosi. [G.M.]
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