Archivio mensile:Maggio 2015

Un beffardo mefistofelico specchio (periodo nero)

Coppia agonizzante 2 corretta0001
Carboncino su carta cm100x70, ag. 1994

Un beffardo mefistofelico specchio
studiò e derise il segreto nascosto
dalle tue cosce di burattina.

Ah, impacciata paffutella ballerina!
Vòlgiti dal legnoso tuo passato
a noi, coppia reclinante
nella diagonale del lutto
nel medesimo buio:
busti incastrati, guance appaiate
volti dal silenzio e dall’amarezza tumefatti.

Il male – nel libro che leggevamo già predetto
penetrò, gigantesco pugno, dall’abbaino!

Raccogli da noi la tua monacale vergogna.
È là nella pallina sasso ormai compressa.
Tra la mano stanca e il gomito disperato.

L’innocenza del tempo

cronos goya
di Giorgio Mannacio

1.
La cosmogonia greca, qual è descritta nell’opera letterariamente più nota in argomento (La Teogonia di Esiodo: VIII secolo A,C. ) si presenta , all’inizio, come estremamente semplice.
La prima entità ( ma non si sa bene se generata come farebbe presumere il verbo utilizzato per indicare il suo apparire sulla scena ovvero esistente da sempre ) viene chiamata Chaos. Continua la lettura di L’innocenza del tempo

L’uomo in ansia

uomo sotto il lampione

di Franco Nova

Da due ore ormai, ancor prima che cominciasse ad imbrunire, l’“uomo in ansia” era sotto il lampione all’angolo tra via Fontina e via Gattinara, camminando su e giù a scatti, fermandosi e ripartendo, voltandosi bruscamente non appena si allontanava troppo dal lampione. Girava l’indice tutto dentro il collo della camicia come si sentisse stringere la gola pur avendo la camicia aperta. Subito dopo si fregava freneticamente le mani; soprattutto il polpastrello dell’indice destro continuava ad incalzare il palmo dell’altra mano, rischiando di provocargli qualche lesione cutanea. Poi tentava di fermarsi mettendosi in equilibrio su un piede solo, ma resisteva due secondi, sbandava, si riprendeva e ripartiva a testa bassa come un toro infuriato in piena carica. Continua la lettura di L’uomo in ansia

Contendi la pallina all’ombra (periodo nero)

Cogliere la pallina e ombra
Carboncino su carta 100×70, 1994

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Come l’ombra t’avvolgeva e minacciava…

Rannicchìati, torciti
resisti a quell’abbraccio
figura a doppia forma –
biancastra gonna di donna
e saldi i piedi in basso
in alto dal vento tormentata.

Che ti seghettò
la mano impedita
diretta alla pallina-mondo-luna
la chioma
lo scialle sulla spalla ingobbita.

Là nascosto
un volto nuovo
in costruzione.

Palmira

palmira 2

di Piergiorgio Siena

Una strada che taglia il deserto
dritta, infinita, nera,
ai lati terre arse, di cera
e sparse tende di beduini.
Intorno giocano bambini
e donne su un braciere di rame
cuociono tonde pile di pane.
Tra gli sparuti arbusti
un cane rincorre una ragazza scalza
e un vento caldo che rapido s’aggira
crea un vortice che serpeggia, s’alza,
li avvolge, li scuote e si disperde.
Poi, dallo sfondo vedo avanzare una macchia verde
un sospirato sogno nell’umida calura.
E d’improvviso ti inonda l’emozione
delle mille colonne, di rosate mura
pulite come in una scena di cartone.
Sono le pietre splendenti di Palmira. Continua la lettura di Palmira

Intervista (2) a Annamaria De Pietro

hokusai-peonies-and-butterfa cura di Ennio Abate

Nell’accostare «Rettangoli in cerca di un pi greco» (ma anche il tuo «Si vuo’ ‘o ciardino») mi è parso di cogliere una tua particolare predilezione (forse dovuta a studi o viaggi o contatti, non so) con la cultura francese tra Seicento e Settecento. Mi sbaglio?

Eccoti un pignolesco resoconto dei miei rapporti con la Francia. A scuola ho studiato il francese; poi, esame di francese all’università. Da questi studi nacquero grandi amori soprattutto per certe parti di quella letteratura, in particolare per Ronsard, scoperto al ginnasio, sempre amato da lontano, e poi, in anni abbastanza recenti, tradotto con passione (più di quattrocento testi, dei quali un giorno o l’altro dovrei ben fare qualcosa. Continua la lettura di Intervista (2) a Annamaria De Pietro

L’aiuto della musica

lezione-di-musica-manet

di Arnaldo Éderle

 

Ma ti viene in aiuto la musica!
C’era proprio bisogno della grande
possibilità che abbiamo noi uomini
di affidare a questi punti con l’asta
ciò che sentiamo rimbalzare nel cuore
e nella mente senza sapere cos’è.
Ci sono necessità che non sappiamo
decifrare altrimenti che non sappiamo
dichiarare o non sappiamo esprimere
con parole precise, con i segni
della convenzione: i piccoli ragni
che significano e che ci portano
luce all’intelligenza, quella cosa
che le altre presenze terrestri
sembra non abbiano. Continua la lettura di L’aiuto della musica

Su «Anche questa è vita» di Leandro Fossi

finestra ospedale 2

di Luciano Aguzzi

Leandro Fossi, Anche questa è vita, Robin edizioni, Torino 2015

Nella vita di Leandro Fossi, ripercorsa alla luce della sua opera letteraria, la data periodizzante che più conta è il 2001. In quell’anno gli venne diagnosticato un tumore. È poi vissuto ancora dodici anni (è morto a Milano il 17 agosto 2013), passando attraverso otto operazioni, ripetute degenze ospedaliere, cicli di chemioterapia e l’alternarsi continuo di speranza di guarigione e terapie sempre più invasive e condizionanti.
Leandro ha saputo reagire decidendo di dedicare ciò che gli restava di energie e di tempo alla realizzazione di una sua antica, giovanile aspirazione, mai, però, concretamente perseguita: voleva essere uno scrittore. Continua la lettura di Su «Anche questa è vita» di Leandro Fossi