CANTIERI DI POLISCRITTURE Sull’ecologia

cina-inquinamento

di Luca Chiarei e Marcella Corsi

La redazione di Poliscritture dedicherà il prossimo numero 12 del cartaceo al tema Guerra&Guerre (qui), il 13 alla questione ecologica e il 14 alla poesia (“Quale poesia oggi?”). Pubblichiamo le  due scalette sulla questione ecologica preparate da Luca Chiarei e Marcella Corsi [E. A.] 

Indice per un numero di Poliscritture di Luca Chirei

Politiche verdi per una società ecologicamente fondata. Una riflessione fuori moda per una questione irrisolta.

– Il pensiero ecologico: le varie tendenze e orientamenti nel contesto italiano. Il presente e una ricostruzione storica (Giuliano Tallone. Presidente del Parco naturale della valgrande e dell’agenzia parchi del Lazio e del Circeo)

I termini della crisi ambientale: global warming e conseguenze sulle popolazioni e le economie più deboli; “scarsità” delle risorse o sfruttamento miope?

– Che cosa si intende per ecologia profonda: punti di contatto e differenze con le altre correnti dell’ambientalismo politico

– Alle fondamenta dell’ecologia profonda: l’opzione zero nella proposta di Alex Langer (negli anni 90 scrisse molte riflessioni su quello che lui definiva l’opzione zero o un atteggiamento del “più lentamente, più dolcemente. Ne potremmo riproporre alcuni brani)

quali risposte in questi anni da parte della società civile:

  • decrescita e ecologia profonda negli anni della crisi economica: una occasione mancata o la dimostrazione dell’insufficienza della proposta? (potremmo chiedere un contributo a Pallante stesso…)
  • Alimentazione consapevole e orientata al rispetto e alla compatibilità sociale: tra chilometro zero, orti urbani e critica allo sfruttamento industriale degli esseri non umani:
  • mobilità sostenibile e economia della condivisione.

– Le risposte istituzionali oggi in Italia: verso lo smantellamento delle leggi ambientali analogo a quello delle norme sulla tutela del lavoro? Dal SalvaItalia alle trivellazioni al business dell’eolico selvaggio

– La poesia dell’ecologia profonda: il caso di Gary Snyder (Alberto Cacopardo è stato il primo traduttore e curatore dell’opera di gary Snyder che è considerato uno dei principali pooeti di questa corrente)

– L’ecologia profonda in Europa: viaggio tra i principali autori, prevalentemente nord europei.

– la scomparsa del soggetto politico verde in Italia: si è depositato nella cultura delle scelte quotidiane o è stato riassorbito nella società “del fare”? Ipotesi e tracce di riflessione. (su questo c’è un interessante ebook con un taglio molto giornalistico che analizzava il risultato dei verdi alle ultime elezioni politiche; si potrebbe chiedere a qualcuno di loro di riaggiornare la riflessione oppure avviare un confronto interno alla redazione)

– il rapporto poesia/ambiente/natura/umano-nonumano nella letteratura del post-moderno: l’animalismo come e dove si colloca? la differenza di genere ci salverà?

La letteratura e la poesia come rappresentano la consapevolezza ambientale? Una ricerca critica nelle esperienze passate e una indagine nel presente. 

Appunti sul tema ecologia di Marcella Corsi

 Gli effetti di un uso del territorio che da troppo tempo non tiene conto delle esigenze naturali e della necessaria riproducibilità delle risorse si fanno sentire in modo molto problematico. L’Italia frana, l’Europa si allaga, nel mondo tifoni e terremoti aumentano in numero e in intensità, i polmoni verdi drasticamente ridotti sempre meno ossigenano l’aria,i mari si riscaldano oltre il tollerabile, gli oceani ospitano isole sempre più ampie di plastiche e rifiuti, si estendono i deserti e le zone improduttive per siccità (senza contare quel che non si conosce come gli effetti di disastri quali quello di Fukushima). Per assicurarsi acqua, terra e risorse energetiche che così mal gestite cominciano a scarseggiare si scatenano conflitti locali e non, cui gli appetiti delle multinazionali aggiungono virulenza e degrado ambientale anche in assenza di conflitto esplicito. Il mondo sta diventando un’immensa discarica industriale.

Le cause del degrado (dal capitalismo senza scrupoli – che sembra maggioritario, come dimostra anche  la vicenda della Volkswagen ‒ alla diffusione degli allevamenti intensivi per sostenere diete alimentari prevalentemente carnee) sono molteplici e bisognerebbe meglio indagarle, ma gli effetti sono evidentissimi anche ora, anche senza aspettare quelli derivanti dallo scioglimento dei ghiacciai. E’ un problema di grossa portata cui non si fa la necessaria attenzione.

In Italia consumo di suolo, imbrigliamento dei corsi d’acqua senza rispetto delle aree golenali, mala gestione dei rifiuti, corruzione e mafie si aggiungono alle cause generali e pesano più che altrove su un territorio bello ma dalla configurazione particolarmente fragile. Non mi sento di trascurare nemmeno la bellezza: i nostri paesaaggi ci hanno abituato alla bellezza come contesto in cui vivere e far crescere cultura e giovani generazioni. Che ne sarà (che ne è) del nostro contesto natural-culturale?

A Roma la corruzione e l’azione di tipo mafioso si è espressa (Sabella, assessore alla legalità al Comune, lo ha confermato) soprattutto nel settore ecologico. Altrove? Come si è svolta esattamente a Verona la vicenda dell’inceneritore che non volevano ma si son dovuti tenere? Che notizie dalla Val di Susa, da Taranto, dalla Sardegna…

Cosa fare?  La domanda si pone a livello di istituzioni, di intelligentia, di società civile. Cosa propongono al riguardo, cosa fanno.

In cosa consiste esattamente il SalvaItalia? Perché accorpare la Forestale? La Buona Scuola orienta verso figure professionali utili (es. dei geometri)?

Andiamo a cercare anche in Europa (e nel mondo) esperienze riuscite di gestione ecologicamente efficace del territorio (mi viene in mente il giovanissimo studioso europeo ‒ non ne ricordo la nazionalità ‒ che è stato finanziato per una tecnica di sua invenzione adatta a bonificare dai rifiuti le superfici marine).

E proposte di studiosi che possano essere utili nella stessa direzione (e qui le prime a presentarsi alla mente sono la gestione dei rifiuti di Guido Viale, la decrescita di Latouche, in Italia felice con Pallante, la permacultura di Whitefield, l’alimentazione pulita di Carlo Petrini, la critica agli allevamenti intensivi di Jonathan Safran Foer, e chi più ne ha più ne metta, fino all’enciclica Laudato sìi di Papa Francesco, che bisognerebbe legger tutta per vedere se oltre alla denuncia contiene anche proposte), da capire, valutare e, se necessario e possibile, integrare.

Entro la società civile anche solo in Italia le pratiche con intenti ecologici ci sono: dal consumo alimentare a chilometro 0, al riciclo di cibo, fino alla guerriglia gardening, passando per i più svariati tipi di combustibili alternativi per auto (ma come ottenere per es. una produzione di auto elettriche alla portata di normale portafoglio?) o i nuovi criteri edilizi ecocompatibili (ma quali sono le fonti di energia davvero ecologicamente più favorevoli?). Sarebbe utile andare a metterci il naso.

Ho però l’impressione che finché non si ristabilirà un criterio di etica nelle scelte anche industriali – e qui la pressione dal basso potrebbe esser utile (per questo non disdegno strumenti come Charge o Avaaz con tutte le contraddizioni che possono avere) ‒ non si uscirà dal circolo vizioso di sostituire un prodotto con un altro soprattutto per motivi di maggior profitto.

La letteratura può sicuramente contribuire a far crescere consapevolezza ecologica. Non necessariamente in modo esplicito ma – forse in modi più efficaci proprio perché indiretti ‒ diversi autori l’hanno fatto e lo fanno (e qui ognuno può certo esemplificare di suo).

L’ecocritica o ecologia letteraria, introdotta in Italia da Serenella Jovino, può aiutare nel leggerne le opere da questo punto di vista.

A me viene in mente ora Cristina Annino che in una recente dichiarazione di poetica nel corpo di un’intervista, parlando del suo rapporto con la madre, ha affermato: “ […] c’era soprattutto la priorità del sentire sulla ragione. Tra di noi ogni metodo interpretativo del mondo e degli avvenimenti non aveva niente a che fare con la logica genericamente intesa.//  Salvando tutte le possibili e immaginabili differenze, io considero gli animali in modo quasi analogo, il che esclude da subito un sentimento egoistico e possessivo nei loro confronti. Amo le bestie perché sono differenti dall’uomo e potremmo, proprio per questo arrivare a una seria collaborazione tra i due […]”. Già, un numero sull’ecologia non può trascurare il rapporto con gli animali e le sue implicazioni.

Un’ecologia integrale accoglie, rispetta e valorizza le relazioni tra gli umani e tutti gli altri esseri viventi.  E qui può situarsi anche una riflessione sulla “intelligenza delle piante” così come proposta da Stefano Mancuso ed altri.

Last but not least riprendo l’invito di Luca (Ferrieri) a comprendere entro questi appunti-stimolo alla collaborazione ad un numero sull’ecologia un in più di riflessione sull’ecologia della lettura e della scrittura a partire dall’elaborazione in merito a suo tempo operata da Franco Fortini.

3 pensieri su “CANTIERI DI POLISCRITTURE Sull’ecologia

  1. …ringrazio Luca per l’indice di possibili argomenti sul tema dell’ecologia e Marcella per gli importanti appunti e le riflessioni…Riporto qui una poesia scritta questa mattina che forse non c’entra, se non come testimonianza personale

    Quarant’anni fa arrivai nella grande città
    e mi mancò l’orizzonte,
    con lo sguardo traforavo i muri
    per vedervi oltre,
    male mi rassegnavo allo spazio ristretto
    soffocavo.
    Inseguivo i ritagli di cielo
    oltre gli sghembi tetti oblunghi
    e correvo correvo tra le nuvole
    nei prati sconfinati.
    Nei giorni di riposo
    inforcavo la bicicletta, ero giovane,
    sul sellino la mia piccola bambina,
    e uscivo dal perimetro
    alla ricerca di pianura,
    rogge contaminate e alberi
    finchè,le gambe esauste e lo suardo appagato,
    non facevo ritorno al mio triste condominio
    oscurato da altro condominio:
    agglomerati su agglomerati
    dagli occhietti-luce spalancati…
    Umani aggrappati alla vita
    nelle briciole del presente,
    cominciai ad amarli
    ero io una di tanti..

  2. SEGNALAZIONE
    (da Marco Ribani su FB)

    Una enorme estensione di terra è in fiamme, è esattamente come ci si potrebbe immaginare l’inferno. L’aria è diventata color ocra: la visibilità in certe città si è ridotta a 30 metri. I bambini aspettano di essere evacuati su navi da guerra; già molti sono morti per soffocamento. Di tutte le specie animali esistenti in questa area, non si può dire quante siano quelle già scomparse in mezzo al fumo.

    http://www.altrainformazione.it/wp/2015/11/06/lindonesia-brucia-e-il-mondo-guarda-dallaltra-parte/

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