Tre poesie

hopper 3

di Luciano Nota

 

Dietro la porta oserò poggiarti
parte di me, un’unghia, un capello,
o, se preferisci, la perdizione
del nostro tempo, dentro un ciocco.
Vedi, è troppo il mare, la sua grandezza
fa male, bisogna ridurre.
Il detrito è un corpo stabile,
nessun colpo potrà dividerlo.
Vieni, osiamo farci falda,
resa armonica oltre la porta.
Muoviamoci in quella pila d’acqua.

 

*

Dimentichi troppo spesso
che è meglio avanzare
ascoltare nel frastuono
l’esatto lavorio dei venti
che, con un colpo d’ascia
e uno di brio,
cancellano i morti.
Dimentichi che è libertà
la mossa ingrata dei colletti bianchi
così, come quella dei selvaggi.
Hai detto “dopo” troppe volte
e il momento sembrava vero.
Ora piglia il tralcio sotto il letto
e certo avanza.
C’è latte sopra i monti.
La neve è calda.

 

 

*

E se non mi avvicinassi,
se non toccassi neppure per un attimo
la tua corda
l’intero tuo fianco che vacilla
tra cupole e mattoni.
La mia mano somiglia
al maturo sentimento
del cosmo.
Non ti tocco.
Aspetto te
continuamente
nel torbido lucente.

 

7 pensieri su “Tre poesie

  1. Il nitore di queste poesie. Magari ottenuto per sottrazione di dati vissuti («Vedi, è troppo il mare, la sua grandezza/fa male, bisogna ridurre») o persino per reticenza e loro occultamento. Si potrebbe parlare di poesia-«detrito»? Forse sì, se la poesia fosse opera naturale, segno inciso nella materia, come in un sasso o in un tronco d’albero sottoposti a tempeste, alluvioni o terremoti. Qui, invece, «l’esatto lavorio dei venti» è metafora di quello solo in apparenza omologo del poeta. Sua è l’inversione del senso comune ( « C’è latte sopra i monti./ La neve è calda»)..E non mi pare che «i morti», anche se non nominati, vengano cancellati. Né i vivi siano assenti: « Aspetto te / continuamente». La liricità assoluta di queste poesie.

  2. …nelle poesie di Luciano Nota osservo una grande ricerca della perfezione nella scelta accurata, luminosa, musicale delle parole…e una tensione continua nel rapporto con il reale, che sia persona, natura o storia, in vicinanza, lontananza o attesa…C’è anche la scelta di avanzare, farsi coraggio, sino alla visione dell’utopia. Molto belle

  3. Queste poesie mi hanno molto colpita per la loro grande ricerca della parola e delle metafore. Posizionare gli elementi della natura in un discorso di vita e di morte in maniera così eccellente, soddisfa pienamente l’idea che io ho di Poesia.
    La prima poesia lascia un grande messaggio di voglia di rifare di condurre il proprio destino anche quando le cose sembrano perdute o addirittura distrutte. L’essere umano sceglie la vita con quel poco che rimane di se stesso per raggiungere l’importante senso della vita. Che musicalità!
    Niente di scontato, tutto perfettamente collocato.
    Nota è un Poeta.
    Complimenti e lasciatemelo dire : Bellissime!

  4. Liriche di una originalità assoluta. È la prima volta che leggo e “vedo”, non in un quadro, ma nella sequenza dei versi, la stessa scombinata felicità di Chagall. Luciano Nota ci obbliga a guardare il mondo con occhi del tutto nuovi. Ne avevamo bisogno. Grazie Luciano!

  5. Nel solco della poesia ermetica, uscendone con Montale in colloquio, ma oltrepassando. Così pare a me di intravedere, magari confusamente, tracce del percorso di Luciano Nota. Non mi sembra un fatto comune, oggi: qui le parole risaltano in solitudine; senza creare moltitudine si mostrano al microscopio come vita che pulsa e s’afferma libera dalle forme obbligate della polis. Le parole danno sostanza alle immagini, ne fanno racconto ma in modo che abbiano vita, che abbiano fisicità. Per questo a volte pare di toccare, di sentire odori, di gustare coi sensi più che con l’immaginazione. S’afferma una identità precisa, riconoscibile in ogni ogni verso.

  6. Magnifiche! Magne per il “fianco che vacilla/ tra cupole e mattoni”, e la mia mano che somiglia “al maturo sentimento/ del cosmo. Non ti tocco” e aspetto te continuamente… e il torbido è lucente!
    Mein Gott!
    Bisogna ridurre ma tu, tu … io, dimentico!

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