Kirghizistan: crocevia importante tra le rivoluzioni “colorate” e le guerre della NATO

Presentazione di Marinella Correggia 

Non è poi così lontano il Kirghizistan.

Questa repubblica dell’Asia centrale insieme a Kazakhstan, Tajikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, fino alla caduta dell’Urss si chiamava Republica socialista sovietica kirghisa. In un mondo in piena turbolenza, fra guerre, destabilizzazioni, terrorismo, l’area – la Hearthland – è un crocevia il cui controllo geopolitico suscita appetiti. Il piccolo paese ha sfrattato nel 2014 una base statunitense. Un evento mal digerito dalla superpotenza, tanto che una parte dei kirghisi teme manovre destabilizzanti da parte di chi vorrebbe attrarre il paese nell’orbita occidentale.

Ovviamente la collocazione geografica di quella nazione non permette di giocare sul miraggio del suo ingresso nell’Unione europea, come è stato fatto invece in Ucraina. Ma per mantenere la pace interna e lavorare al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, il piccolo Kirghizistan deve lavorare con saggezza. Soprattutto in questo 2016, quando le commemorazioni di un evento storico tragico (la violenta repressione di un rivolta antizarista cento anni fa, nel 1916) rischiano di essere usate per fomentare tensioni etniche in nome del ben noto ed eterno divide et impera…

Su questi elementi si sofferma il documentario, basato su interviste a cittadini kirghisi di diverso orientamento politico. Un’occasione anche per conoscere un paesaggio umano dai tratti asiatici che reca l’impronta sovietica.
kirghisistan

2 pensieri su “Kirghizistan: crocevia importante tra le rivoluzioni “colorate” e le guerre della NATO

  1. …è molto interessante questo filmato sulla situazione geo politica del Kirghizistan, un paese dell’area euro asiatica, ma conteso dall’occidente, che nel 2001 vi apri una base NATO…sfrattata nel 2014, una delle poche basi che siano mai state sfrattate…Sarebbe bello conoscere quali siano gli altri pochi paesi …Davide che sfida Golia. Se mai si potesse costituire una rete

  2. Documentario molto interessante e fatto molto bene. Preciso nella sua analisi storica e sull’evoluzione attuale.

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