Il cammino delle comete (2)

U. Boccioni, Stati d’animo I – Quelli che vanno – (1911)

Il cammino delle comete

a cura di Isidora Tesic

‘Disse che a paura e malattia
Si è ridotta la vita,
che ogni giorno
Era una lunga esecuzione,
e la notte – timore
Di ospiti inattesi. Disse
Che questo mondo non è casa ma stazione,
Sala di sopravvivenza,
dove tutti attendono qualcosa.’

Sergej Georgievic Stratanovskij

Non è verbo da dare, alla vita, ridursi. Implica sempre sottrazione, meno di quanto sia diritto. Questioni di sopravvivenza, di morso a turno al pane, di fiato sulle mani e ferite malcurate. Che lasciano credito aperto con cielo, destino ed altri debitori esperti, che non rendono mai il preso, perché nulla è abbastanza per colmare i giorni, che sembrano patiboli, e i figli mai messi al mondo, e il dolore di soffrire per colpe d’altri.
Forse la carne migra più facilmente e taglia le radici, e viaggia il mondo, sempre stazione di partenza, ma non è di migrazione altrettanto lieve l’anima. La si aspetta a lungo, in esilio.

Isidora Tesic

4 pensieri su “Il cammino delle comete (2)

  1. Ringrazio Isidora Tesic per la sua riflessione sulla riflessione poetica di S. G. Stratanovskij, che ne apre altre, come i petali di un fiore

    ..per carne e per anima
    non è lieve la migrazione,
    svelle le radici capovolte
    in un cielo impietoso
    di stravolgimenti climatici,
    come mosche su cadaveri
    i ricordi infranti,
    e rattrappisce
    arbusti verdeggianti
    in aggrovigliate piante spinose…
    Solo le piogge abbondanti – forse –
    risveglieranno fiori…increduli
    di una nuova alba

  2. bei versi, molto chiari e precisi ( per me ).
    E’ vero : c’è Qualcuno che aspetta la nostra anima in esilio.
    Condivido e ringrazio

  3. Che frase! “Ridursi… Che lasciano credito aperto con cielo, destino ed altri debitori esperti, che non rendono mai il preso”.
    Coraggio, e giovinezza, brava Isadora.

  4. Anima, esilio e Nazim Hikmet.

    ‘Non è un cuore, perdio, è un sandalo di pelle di bufalo
    che cammina, incessantemente, cammina
    senza lacerarsi
    va avanti
    su sentieri pietrosi (…)’

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