Segnalazione. Una baita a Gianmario Lucini

*Il municipio di Piateda (Sondrio) ha organizzato la cerimonia di intitolazione/inaugurazione del RIFUGIO "GIAN MARIO LUCINI" per il 9 settembre 2017 (16/09/2017 in caso di maltempo). Nel frattempo Marina Marchiori (vedova di Lucini) mi scrive: "Sarei /saremmo molto grati di ricevere testimonianze scritte, da parte di chi non potrà essere presente di persona". 
Invito quanti l'hanno conosciuto a mandare (come farò io pure) un breve scritto in suo onore.
Potete inviare a:poliscritture@gmail.com
O direttamente a Marina all'indirizzo: norminiax@gmail.com
Ecco il primo scritto dell'amico Arnaldo Ederle:

Caro Gianmario, 
ti scrivo (in ritardo?) queste poche righe per ricordarti che sei sempre nei nostri pensieri, e nei miei specialmente. Sei stato uno dei miei editori più bravi e più amici. Ricordo con molto affetto la prima risposta che mi hai dato dopo un tentativo di accordo per le prima pubblicazione che mi hai concesso presso la tua casa editrice e che mi ha dato la bella possibilità di pubblicare ancora con te molte altre volte, specie quella di Negrura che mi ha fruttato una certa notorietà pressi tuoi lettori e l’attenzione di Maurizio Cucchi su Tuttolibri della Stampa, che mi ha dato molta soddisfazione. Caro Gianmario la tua attività ha funzionato come una manna per molti poeti, e non solo, e ha dato la parola a molti che lo meritavano. Sei stato un grande amico per tutti, hai permesso loro di aprirsi all’attenzione di molti lettori e di farli conoscere ai loro occhi come al loro cuore. Di questo ancora ti ringrazio e ti mando tutto il mio affetto, ancora e ancora, e ancora ti penso con la tua bella barba e coi tuoi occhi quieti e lampeggianti, in mezzo alle tue montagne e nel tuo quieto paese dove mi hai ricevuto con tanta affabilità quando venni a trovarti, e passai una delle più belle (brevi) vacanze della mia vita.
Ciao Gianmario e arrivederci presto. Tuo Arnaldo

 

9 pensieri su “Segnalazione. Una baita a Gianmario Lucini

  1. Sarebbe bello se si riuscisse a ricordare una persona amabile e schiva come Gianmario Lucini senza passare attraverso i nostri narcisismi. Proviamoci.
    Mariella De Santis

  2. …in vita non ho realmente conosciuto Gianmario Lucini, avendolo solo incrociato durante alcuni reading di poesia e interventi sul blog, ma ho avuto modo di leggere alcune sue raccolte di poesie e e sapere del suo impegno politico oltre che letterario…Sicuramente merita la titolazione della baita e molto altro…
    Caro Gianmario,
    sfidasti le vette più impervie
    per sentieri rocciosi e fioriti
    e, con non meno coraggio,
    il cuore umano
    per camminamenti
    di pietra e di miele.
    Che il tuo nome
    sulla baita amica
    risplenda
    come faro tra i monti!

  3. Ecco il mio omaggio a Gianmario Lucini:

    SOGNO

    a Gianmario Lucini

    Strappandoci dalla nostra carne di parole, Gianmario
    verremo con te per il bosco a camminare insieme
    tra rovi alberi morti massi e pozze ghiacciate.

    Dopo le nebbie dopo i pioppi guarderemo i piccoli fiori delle alture
    le bacche rosse e a sera i tramonti, più tardi la luna tra i pini.

    Quanto hai già camminato da solo, tu! – osserveremo lodandoti.
    Sì. Passo dopo passo. Nelle righe dei tuoi versi. Lungo i sentieri
    delle tue montagne. Sempre lo stesso dolore. Medesimo l’amore.

    Ma poi sorprendendoci c’inviterai a tacere a tornare indietro
    fino alla tua auto rossa. E ci rimetteremo di notte in viaggio
    ancora sulle autostrade buie di questa Italia dell’intollerabile
    che persiste e cancella i nostri poeti affranti e indignati; e il futuro.

    All’alba giungeremo nei porti del Sud ci mescoleremo al formicolio
    di genti migranti di poliziotti di medici e volontari e spie e assassini
    e tu, discutendo con gli increduli e gli ostili, ripeterai con tenacia
    che all’uomo un aiuto sia l’uomo e che sulle tue montagne
    per tutti c’è sempre un bosco che attende da sempre.

  4. Belli quesi versi per Giamario. E la conclusione. E quegli ultimi due versi: “Che all’uomo un aiuto sia l’uomo e che sulle tue montagne/ per tutti c’è sempre un bosco che attende da sempre.” Arnaldo

  5. E aggiungerei anche: “Strappandoci alla nostra carne di parole, Gianmario/ verremmo con te per il bosco a camminare insieme/ tra rovi alberi mort i
    e pozze ghiacciate”. Arnaldo

  6. Anche sulle tue montagne, Gianmario, è arrivato il fuoco? Arriverà il fango dell’immane frana che i boschi stremati non riescono a trattenere?
    Sei stato capace di guardare, vedere e dire in modi che hanno parlato a molti. Le tue parole rimangono. Come i silenzi che hai amato.
    Rileggo versi tuoi in un diverso modo:

    dove il crinale accarezza il sorriso del cielo

    se per un attimo stai cheto nel silenzio
    e ascolti la musica dei mondi che ruotano,
    la misteriosa fisica dei suoni che riverbera
    in ogni molecola dell’essere e delle cose

    è il momento
    di sentirti parte del paesaggio, di volare
    col cuore sopra il vuoto che ti colma
    precipitare in alto fra le nuvole
    dove dorme il silenzio che ti attira.

    Io non so se il poeta possa e debba qualcosa al mondo oltre le parole

  7. In autunno la torta di cachi
    In memoria di Gian Mario Lucini

    Di uomo e bambino, di mondo e di monte, di figlio e marito e torta di cachi in autunno, sono fatte le pagine del lavoro operoso di Gian Mario Lucini.
    Una specie di amore irrisolto stazionava nei suoi occhi e forse era l’amore che mai avrebbe combaciato col mondo riconciliato a cui lui tendeva.
    Poche volte ho avvertito un uomo capace di sostanziale rispetto verso una donna, in maniera serenamente capace di non entrare in antagonismo e l’ho visto nella casa in cui viveva con Marina, sua moglie, e in presenza di ogni donna con cui parlava, sempre con un velo di riserbo anche quando manifestava affetto. A un piano più in basso viveva sua madre di cui parlava con una specie di malinconia.
    Poi si andava in studio, tra libri, disegni, bozzetti, progetti e lo prendeva vita nuova. Qualcosa gli si apriva dentro, un orizzonte, un movimento interno, una forma nuova nel mondo e questo, sostanzialmente, era per lui ogni nuovo libro, partecipare a modificare gli spazi di sensibilità tra gli umani.
    Ho spesso pensato che Gian Mario è andato via dentro un paradosso…ha vissuto condividendo il cuore intimo delle sue intenzioni e non ha abbastanza ascoltato quel richiamo del materico muscolo che ci batte in petto.
    Un’oblazione, quasi. Una permanenza, sicuramente.

    Roma, 2017 Mariella De Santis

  8. C’è una eleganza specifica, non ordinaria e a tratti rivoluzionaria che hanno taluni nel percorrere la vita. Un misto di delicatezza, di understatement, di grazia, che si intravede, come un’aura, nell’incontro. Così ricordo io Gianmario, vedendolo che avanza, borsa a spalla e libri dentro, in ogni nostro incontro. Quello purtroppo ultimo, che abbiamo avuto nel 2013, in particolare. Era per presentare quel volume, che mi è sempre più caro di tutti quelli in cui mi trovo, che aveva quel bel titolo inequivocabile che univa due parole (ricatto e pane) che fanno a pugni, come si fa nelle rivoluzioni.

    Parlare di Gianmario mi è difficile, perché mi sale qui una commozione quieta e malinconica, come di una insanabile saudade, la nostalgia del tempo che ci è stato tolto. Tempo di chi scriveva, e coltivava, e amava e odiava con un candore tutto intero, integro e quasi un po’pudico, pur essendo preciso, mai toccato dal vizio dell’ambiguità che tanto abita l’editoria, persino la poesia, talvolta.

    E che ci sia una baita, intitolata a un uomo, ad un fratello, che mi si è dato come un incontro così ricco di privilegio di onestà, mi dà quest’oggi la grande gioia di immaginare che il suo nome resti, oltre che nei suoi libri, nelle vite degli amici e degli autori che aiutato a crescere (compresa me, che a lui mi sento debitrice di un credito d’affetto forse da me non sufficientemente restituito con lavoro e cose), anche in un luogo di passanti occasionali, che possano dire: chi era? perché qui? quale il suo dono a questa terra?.

    Un dono immenso, un dono carico di attesa per le cose che verranno se ne sapremo avere una memoria viva sempre, gioiosa ed accogliente come quella sua voce così bella, così calda.

    Ed oggi, a te, Marina, anche un abbraccio forte. Scusandomi per la distanza che mi impedisce di esser lì. Vengo con le parole, ma il cuore te lo mando intero, col grazie per le cose fatte, e che vai sempre a fare, con Gianmario. Per noi, per lui, con tutto il bene che conosci, e che ci avete dato.

    Un bacio, grande, e l’orma del sorriso di Gianmario dentro il mio sguardo sempre, per imparare ad essere migliore, al mondo, e nei miei versi.

    Nerina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *