Vicofaro un mese dopo

di Marisa Salabelle 

Le lotte che nascono dal basso e isolate possono sempre essere soffocate o morire tra l’indifferenza delle maggioranze silenziose.  Questa del  CAS (Centro di Accoglienza Straordinario) di Vicofaro, di cui Marisa Salabelle sta facendo con tenacia la puntuale cronaca, oggi respira male.  E noi pure – almeno quelli che non accettano le politiche di respingimento o di sfruttamento dei migranti – siamo in affanno.  Si ripropone, perciò, il semplice ma sempre più arduo problema: che fare? Chi ha esperienze, anche minime, di militanza  sa la fatica materiale e il coraggio necessari per affrontare nel concreto le situazioni quotidiane, soddisfare i bisogni dei corpi, curare i pensieri e i sentimenti di quanti lottano in prima persona. In questo caso don Biancalani, i migranti, i volontari che a Pistoia non cedono. Ma sa pure che oggi a fiaccare gli animi dei simpatizzanti della Causa dei migranti sono soprattutto i discorsi che stanno prevalendo sul piano politico e culturale a causa della piega repressiva impressa al governo soprattutto dal ministro Salvini.  Dobbiamo impedire che crescano le complicità o le neutralità dei  “non sono razzista ma…”.  E, abbiamo bisogno più che mai  di “provocatori” – preti e non –  che, contro chi  urla: “Prima gli italiani” o tentenna e rispolvera idee di nazione  e di sovranità nazionale,  tornino a dire: “Prima gli umani”, “ Prima chi sta in basso”, “Prima i proletari”.  È una questione di civiltà, come ha ricordato Romano Luperini di recente (qui). Vorrei che su Poliscritture si moltiplicassero i contributi che critichino  i pregiudizi razzisti, religiosi, ideologici. Sarebbe un modo per aiutare la lotta in corso a Vicofaro . [E. A.]   

A circa un mese dalla chiusura del CAS di Vicofaro, molti dei cosiddetti “irregolari” se ne sono andati in cerca di ospitalità altrove. Non c’è da biasimarli, d’altronde: il clima pesante nei loro confronti si sentiva già da un pezzo e si è accentuato ulteriormente in questi ultimi tempi. Come aveva promesso, don Massimo ha alloggiato quelli che sono rimasti nel matroneo della chiesa. Si tratta di una sorta di soppalco, dove diverse brande sono state allineate, affiancate da sedie su cui posare i vestiti e poco più. Un alloggio di emergenza per una decina di persone, che rischia di diventare poco confortevole con l’arrivo del freddo, perché, come lo stesso don Biancalani ha detto, la chiesa è molto grande e riscaldarla, specie la notte, è estremamente dispendioso. Nel frattempo, nei locali che sono stati dichiarati inagibili e sgomberati, si sono avviate le perizie e presto inizieranno i lavori di adeguamento. La “Pizzeria del rifugiato” è ancora aperta, il sabato sera: si cena sotto il gazebo che è stato allestito l’anno scorso e, visto che non si può usare la cucina, si cena con pizze da asporto e altri cibi portati da casa. Anche in questo caso, l’arrivo del freddo (che per il momento non sembra ancora alle porte) complicherà le cose.
La figura di Massimo Biancalani, il suo modo di agire, le sue scelte, il suo stile comunicativo, da tempo hanno diviso la popolazione pistoiese: ha un gruppo abbastanza nutrito di amici che lo appoggiano e di volontari che collaborano con lui, ma ha anche molti critici. C’è l’Assemblea permanente antirazzista e antifascista, che solo per aver scelto questo nome si è attirata una certa disapprovazione da parte dei soliti benpensanti, quelli che pensano che “antifascismo” e “antirazzismo” siano ormai delle parolacce: l’Assemblea si riunisce periodicamente e organizza incontri, in genere molto interessanti, proiezioni di film e documentari, manifestazioni e, perché no, momenti di festa e convivialità.
Ci sono i volontari che portano avanti iniziative formative e professionali rivolte agli ospiti, medici e avvocati che assicurano assistenza sanitaria e legale, tutto questo a titolo gratuito, è bene sottolinearlo, perché l’italiano sospettoso è solito pensare che dietro a simili iniziative ci sia sempre qualcuno che mangia a quattro palmenti. Be’, a volte è così, purtroppo, ma non sempre, e a Vicofaro nessuno si ingrassa sulle spalle dei migranti.
Ci sono giornalisti e operatori televisivi che lo intervistano e lo invitano in trasmissione, ci sono uomini politici e uomini di Chiesa che vanno a trovarlo: alcuni saranno mossi da interessi personali e opportunistici, ma non si può dubitare di altri. Recentemente, senza tanto scalpore, padre Alex Zanotelli è venuto a cena al “Rifugiato” e pochi giorni dopo è stata la volta del cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio consiglio per i testi legislativi.
Ci sono tanti cittadini, pistoiesi e non, visto che ormai la notorietà di Biancalani è nazionale, che si schierano dalla parte del prete “che portò i profughi in piscina” e non gli fanno mancare la loro solidarietà. Ce ne sono tanti altri, invece, che disapprovano il suo stile e il suo operato. Gli rimproverano per esempio di essere un provocatore, di stare troppo sui social, di essere affetto da mania di protagonismo. Io non penso sia così. Ci sono dei momenti in cui è necessario esporsi, rendere pubblico il proprio operare, anche provocare, sì, perché no. Lo accusano di farsi ricco coi migranti, ma questo è così palesemente falso che non vale nemmeno la pena di replicare. E altrettanto vale per le accuse che gli vengono rivolte sui social, da parte di persone che non lo conoscono personalmente e non sanno nulla del suo modo di vita, di avere un interesse sessuale nei confronti dei “bei fusti”, “giovanottoni”, “palestrati” che ospita. Molti dei detrattori di Massimo sono dei troll da tastiera, e lo si capisce immediatamente dallo stile in cui commentano ogni suo post e ogni notizia che lo riguardi. Ma ci sono anche persone in carne e ossa che non apprezzano la dedizione di Biancalani verso i richiedenti asilo perché ormai “prima gli italiani” è la parola d’ordine universale.
Infine, la Chiesa. La Chiesa pistoiese è molto tiepida verso questo suo prete forse un po’ contestatore ma generoso e altruista. Il Vescovo di Pistoia è intervenuto alcune volte, nel corso di questo ultimo anno in cui don Massimo è stato sulla breccia, con lettere d’appoggio molto caute e velatamente critiche; degli altri preti della diocesi, salvo un paio di eccezioni, a Vicofaro non se ne vede l’ombra. In compenso Biancalani è stato invitato a partecipare alla conferenza mondiale su immigrazione e razzismo che il Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale ha organizzato a Roma dal 18 al 20 settembre. Lì Massimo ha potuto parlare della sua esperienza di accoglienza dei migranti ed ha avuto un breve colloquio con Papa Francesco, ha consegnato direttamente nelle sue mani la lettera aperta sui problemi del suo centro di accoglienza e gli ha donato la bustina-simbolo di Vicofaro con la scritta “Refugees Welcome”.

19 pensieri su “Vicofaro un mese dopo

  1. C’è La “Pizzeria del rifugiato”, la figura di Massimo Biancalani, ci sono i volontari, ci sono giornalisti e operatori televisivi, ci sono tanti cittadini, infine la Chiesa pistoiese…
    Però, mi domando: e i migranti, che sono, cose, pacchi postali… non si usa più che gli ultimi, gli oppressi si facciano sentire? Tutti se ne stanno occupando, nel bene e nel male, ma loro? Non è loro questa battaglia per la vita?

  2. Al momento, come dicevo nell’articolo, i migranti a Vicofaro sono pochi, perché coloro che erano ospitati ufficialmente nel CAS sono stati trasferiti ad altre strutture, mentre quelli che restano sono persone che non hanno interesse a farsi notare troppo, essendo per vari motivi irregolari (persone che hanno terminato il percorso di accoglienza ma non hanno ancora trovato una sistemazione, persone che per un motivo o per l’altro sono usciti dal circuito ufficiale, persone il cui permesso di soggiorno è scaduto…). Ti posso assicurare che nessuno li considera cose o pacchi postali. Il fatto che non si facciano molto sentire dipende dalla loro posizione difficile. E’ vero che molti immigrati (ma questo è un discorso che esce dalla piccola comunità di don Biancalani) accettano di lavorare al nero senza ribellarsi, ma bisogna mettersi nei loro panni prima di giudicare… d’altra parte anche molti lavoratori italiani chinano il capo e subiscono… tuttavia, nelle regioni agricole, soprattutto al Sud, se c’è qualcuno che si batte per i diritti spesso si tratta di immigrati.

    1. Cara Marisa, vivo a Pistoia, conosco bene l’esperienza di Vicofaro e ti ringrazio per il tuo reportage esatto e efficace. La mia solidarietà con Massimo Biancalani in questa vicenda è intera. Ma ho un appunto: noi non credenti dovremmo smettere di chiamare Jorge Bergoglio “papa Francesco”. Le parole non sono innocenti, non avalliamo la pretesa universalistica del patriarca globale, perché nei fatti è il più potente alleato della destra sessista, fascista e razzista in Italia, in Argentina e in Brasile. Nel decennio scorso Verona è stata la città pilota della saldatura politica fra leghisti, fascisti e movimenti pro-life sponsorizzati da Bergoglio. Per questo il veronese Fontana è andato al governo qualche mese fa: il modello Verona è stato esportato nel governo nazionale (vedi anche la proposta di legge Pillon). Questa settimana il comune di Verona approva un grosso finanziamento ai gruppi cattolici per contrastare l’applicazione della legge 194 nelle strutture pubbliche e la sepoltura di tutti i feti abortiti – anche contro la volontà delle donne che li hanno abortiti –, e oggi Bergoglio ha lanciato l’ennesimo anatema contro noi assassine che abortiamo. In Argentina Bergoglio ha promosso la campagna di “sbattezzo”, in pratica una scomunica, contro tutte/i quelle/i che sostengono la grande campagna «Que sia ley», a favore della legalizzazione dell’aborto. In Brasile la vittoria del nazista Bolsonaro, tre giorni fa, è avvenuta anche con il sostegno della chiesa cattolica brasiliana. La cosiddetta “sinistra cattolica” in Italia rimuove dal suo discorso pubblico queste imbarazzanti alleanze di Bergoglio. Le femministe antifasciste e antirazziste di NUDM invece le sottolineano. Io non so se la “sinistra cattolica” ci darà una mano a Verona per contrastare l’assalto alle libertà delle donne e non so se ci darà una mano prossimamente, quando il governo grillo-leghista tenterà lo stesso assalto a livello nazionale, ma so per certo che il loro adorato “papa degli ultimi” starà dalla parte del governo, come oggi sta dalla parte dei razzisti sessisti fascisti a Verona.

      1. Pia, sono d’accordo con te su tutto. La figura di Bergoglio mi ha sempre insospettita, e non condivido l’innamoramento che tanti hanno per questo papa. Come sai io, anche se me ne sono allontanata da tanto, provengo dal mondo cattolico, ho tanti amici che ancora ne fanno parte e perciò provo curiosità e interesse per tutto ciò che riguarda la Chiesa. Nella Chiesa ho sempre visto la convivenza di aspetti spesso diametralmente opposti, ottime e pessime cose, di cui ora non sto a fare l’elenco o la disamina. Verso Francesco ho alternato momenti di moderata fiducia, soprattutto per le sue prese di posizione nei confronti dei migranti (non tutte e non condivisibili al 100%, ma comunque apprezzabili) a momenti di grande diffidenza per quello che mi è sempre apparso l’aspetto melenso, sospetto di ipocrisia dei suoi modi accattivanti e per l’intransigenza di certe posizioni riguardo a tutto ciò che riguarda il genere, il sesso, la coppia e via dicendo. D’altra parte nessuno si aspetta che il papa diventi il campione della laicità, giusto? In questi ultimi tempi sono terrorizzata dalla piega reazionaria che stanno prendendo le politiche che tu descrivi nel tuo commento e vedo bene che su questo piano dalla Chiesa ci si deve aspettare solo il sostegno a queste bieche iniziative. Le parole di Bergoglio sull’aborto sono state di una spietatezza e di un’ingiustizia spaventose.
        Ultima cosa: ho usato l’espressione “papa Francesco” mettendomi nel punto di vista di Biancalani, commosso e valorizzato dall’invito del papa… dopotutto è un prete e nella Chiesa prova a crederci ancora.

        1. Beh, sai, al momento attuale ho qualche problema con le défaillances senili del mio cervello, ma, ecco, non credo di essere già così rimbambita al punto di aspettarmi che Bergoglio e la chiesa diventino campioni di laicità o sostenitori dell’autodeterminazione delle donne 🙂

  3. La battaglia ideologica più diffusa e più aspra oggi, da noi ma anche in Europa e negli Usa, riguarda i migranti.
    Tutti sanno che gli stati europei, e poi gli Stati Uniti d’America, hanno sfruttato le ricchezze del resto del mondo per secoli, e tuttora lo stanno facendo, derubandolo di ricchezze naturali e umane.
    Le ricchezze umane, estratte un tempo e per secoli sotto forma di schiavi (l’abolizione della schiavitù si realizza alla fine nel corso dell’intero 1800), oggi sono estratte attraverso il libero partecipare di milioni di esseri umani a viaggi irregolari e rischiosi verso i paesi più economicamente sviluppati.
    Questa è la situazione: il migrante si assume tutti i rischi cercando una nuova collocazione e un lavoro, i paesi di destinazione filtrano gli arrivi secondo i loro bisogni e disegni.
    I residenti nei paesi di destinazione partecipano come tifosi, pro o contro, alle impostazioni politiche che i governi dei loro paesi assumono riguardo i nuovi lavoratori che si offrono sui loro mercati.
    Alcune discussioni partono da assunti generali. Una posizione dice: tutti siamo ugualmente liberi sulla terra e abbiamo l’uguale diritto di sostentarci appropriandoci della natura con il lavoro. Un’altra posizione dice invece: le ricchezze naturali sono limitate, per aumentarle è richiesto lavoro ingegnoso e distribuzione sapiente, il che implica accurata divisione umana.
    La prima posizione implica una curiosa e senz’altro involontaria coincidenza di idealismo e liberismo economico: libertà di errare e di cercare diventa vendersi senza alcuna garanzia.
    La seconda posizione diventa, tirate tutte le somme, la scelta di far vivere o di condannare al niente. Al niente: questo è quanto.
    Intorno alle due posizioni: siamo tutti nati liberi; siamo tutti -comunque- circostanziati; si intrecciano altre discussioni: sull’identità (umana, corporale, sessuata, culturale); sulla differenza (storica, religiosa, sessuale); sulla fase politica (finanzcapitalismo, impero, democrazia, multipolarismo); sulle ideologie universalistiche come sono le religioni; sugli impegni personali. I diversi settori si intrecciano tra loro: la concretezza degli impegni personali si coniuga con alte filosofie e con religioni, con il buonsenso, con la politica quotidiana e con ideologie austere e nobili oppure plateali e meschine.
    La mediazione per sopravvivere come comunità del paese, della città, dello stato e delle forze mondiali, tutte le mediazioni di cui abbiamo bisogno per non arrivare alla guerra civile o a qualche pace sotto dominio, le stiamo cercando? Le vogliamo trovare? Forse non esistono.

  4. …”Salire e guardare dall’alto”, tengo buono il criterio di Baba Andrea per orientarmi sul problema dell’immigrazione e di noi infine, perchèi migranti vivono da tempo con noi, siamo noi. Penso che quando gli occidentali si spinsero ( e si spingono) nei continenti ricchi, ma poveri per depredarli di tutto, compresi gli esseri umani non si fecero alcuno scrupolo che “le ricchezze naturali sono (fossero) limitate”, un discorso che va bene solo se ci coinvolge nel nostro ristretto habitat da difendere con le unghie e con i denti, e tanto di carta dei diritti umani e costituzione in mano. Una considerazione e un trattamento del tutto diseguali. Certo oggi i migranti arrivano attraverso viaggi rischiosi, spesso mortali, e qui vanno magari ad ingrossare il mercato nero del lavoro e, perchè no, anche l’attività di spaccio e di prostituzione…Ma se sono pronti anche a questo, e ormai non lo ignorano, sicuramente lasciano situazioni piu’ drammatiche e precarie. Inoltre se avessero la possibilità di arrivare nei paesi occidentali con normali visti di soggiorno, certo temporaneo, da parte delle nostre ambasciate all’estero verrebbero qui con voli di linea o su navi traghetto regolari…Potrebbero, con i loro risparmi, non derubati dagli scafisti, affrontare la possibilità di trovarsi con le loro forze e risorse un lavoro e un alloggio…Sarebbero risucchiati dal sistema capitalistico? Credo di si’ ma non ancora una volta particolarmente sfruttati…Oggi è invece indispensabile l’opera di mediazione e di inserimento da parte dei CAS, percio’ la chiusura del centro di don Biancalani mi sembra l’ennesima prova di non voler porgere nemmeno un dito, non dico una mano, alle persone a cui abbiamo tolto e continuiamo a togliere a piene mani

  5. Altro che «battaglia ideologica»! Quella dichiarata da Salvini con il decreto sicurezza è una guerra ai migranti, che potrebbe anche essere definita «guerra civile», se si riconoscesse che i migranti fanno parte di una comune (e ampia) civitas o umanità in costruzione; e non sono ad essa del tutto estranei.
    Ci sarebbe, dunque, solo da vergognarsi per questa dichiarazione di guerra.
    Come fa la filosofa Donatella Di Cesare nell«a sua bacheca FB:


    #Decreto #sicurezza La voce melliflua di Conte che vorrebbe sostenere la bontà delle misure salviniane. Il m5s razzista come la Lega. L’Italia perde ogni dignità.

    MIGRAZIONE Chi si muove viene criminalizzato da un #decreto#sicurezza che ha l’unico obiettivo di impedire ogni accoglienza. Tempi lunghi per la cittadinanza e restrizione dei permessi umanitari. Inoltre aumenteranno i senzatetto. Vergogna!

    Perché invece Cristiana Fischer insiste con i suoi excursus storici schizofrenici, che da un parte sembrano denunciare « gli stati europei, e poi gli Stati Uniti d’America,[che] hanno sfruttato le ricchezze del resto del mondo per secoli, e tuttora lo stanno facendo, derubandolo di ricchezze naturali e umane» e dalll’altra parte dice che « i paesi di destinazione filtrano gli arrivi secondo i loro bisogni e disegni», facendo sembrare del tutto normale un comportamento che continua ad esercitare, anche in queste forme “ovvie” e “ragionevoli”, un dominio coloniale?

    Sulla questione dei migranti ci siamo divisi e ciascuno (in cuor suo o apertamente) sa che sta coi migranti o con Salvini.
    Non credo più a quelli/e che fingono ancora di mettersi alla finestra e vedono «tifosi pro o contro» o di ricamare su «assunti generali».
    Ottima cosa discutere « sull’identità (umana, corporale, sessuata, culturale); sulla differenza (storica, religiosa, sessuale); sulla fase politica (finanzcapitalismo, impero, democrazia, multipolarismo); sulle ideologie universalistiche come sono le religioni; sugli impegni personali».
    Ma per concludere cosa? Che dobbiamo cercare mediazioni, che «forse non esistono» e «non arrivare alla guerra civile o a qualche pace sotto dominio»?
    Usare il pensiero per menare il can per l’aia? No, grazie.
    Chi pensa oggi deve decidersi e lo può fare: o appoggia «le lotte che nascono dal basso» o appoggia « i discorsi che stanno prevalendo sul piano politico e culturale a causa della piega repressiva impressa al governo soprattutto dal ministro Salvini».

    1. Con questo tuo discorso tu da una parte riporti giustamente la ” questione” al piano individuale: quello che ognuno fa. La generalizzazione però è utile perché si occupa dei fatti. Si può imprecare o deprecare tutto quello che vuoi, e operare intanto nel modo che si sceglie, ma questo non toglierà quanto fanno altri: è la realtà che mostra vari aspetti non io che la classifico. O bisognerebbe scegliere di agire sapendo solo che c’è un nemico contrario e minaccioso e… indefinito? Distinguere non è un lavoro? Non è utile avere il quadro? Basta una certezza immediata? Combattero’ procombero’ sol io? Non ci sono altri posti nella vita che il fronte? Non ci sono altri fronti?

  6. SEGNALAZIONE
    (dalla bacheca FB di Paolo Rabissi)

    Lea Melandri

    9 h
    Un capolavoro di falsità, uno stravolgimento dei problemi finalizzato al consenso elettorale (elezioni europee e italiane), una confezione perfetta del capro espiatorio di tutti i nostri mali.

    Ecco quanto ha dichiarato:

    “Un passo in avanti – ha sottolineato sulla sui social il ministro dell’Interno – per rendere l’Italia più sicura, per combattere con più forza mafiosi e scafisti, per ridurre i costi di un’immigrazione esagerata, per espellere più velocemente delinquenti e finti profughi, per togliere la cittadinanza ai terroristi, per dare più poteri alle Forze dell’ordine. Dalle parole ai fatti, io vado avanti!”.“

    In sintesi:
    I migranti EQUIVALGONO a:
    -insicurezza sociale, economica, culturale ecc.
    -complicitá e favoreggiamento di mafiosi e scafisti
    -impoverimento degli italiani
    -aumento di delinquenza e terrorismo
    -rassicurante controllo poliziesco

    Salvini festeggia una pericolosa involuzione sociale e culturale.

    Per questo decreto peggiorerà la condizione già ai limiti della disumanità di migranti, richiedenti asilo, rifugiati politici, ma non migliorerà certo per questo magicamente la crisi economica, sociale e politica che sta attraversando il nostro paese.

    Se c’è un terrorismo da temere è quello della persistente propaganda elettorale di Salvini, del consenso che ottiene ogni volta da Di Maio e del sostegno compiacente di alcuni media.

    [Commento a:

    Migranti e sicurezza, decreto approvato: tutte le novità

    Migranti e sicurezza, decreto approvato: tutte le novità
    Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il dl Salvini. Dalla Daspo per i corrotti ai richiedenti asilo ‘pericolosi’: ecco cosa cambia

    https://www.today.it/politica/decreto-sicurezza-immigrazione.html
    ]

  7. AL VOLO DA FB/SEGNALAZIONE

    Lanfranco Caminiti
    2 h ·
    proprio un bel decreto-legge, questo sulla sicurezza. siamo rassicurati dalle parole dell’avvocato del popolo, che esso rientra in un in un «quadro di assoluta garanzia per i diritti fondamentali delle persone». perciò, ora accade che se un negro ruba lo privano della cittadinanza, e se ruba un italiano va a processo. è proprio il principio dell’homo sacer, dell’uomo nudo di diritti, ridotto a semplice e nuda vita. è il principio dei nazisti contro gli ebrei. ora siamo “riallineati all’europa”, cioè siamo sempre più simili a orbàn. il prossimo passo è «chiudere tutti i campi rom». ma io ho un sacco di pregiudizi contro questo governo – che sta preparando un fottìo di cose buone e condivisibili. epperciò, non statemi a sentire

  8. AL VOLO DA FB/SEGNALAZIONE

    Tania Di Malta
    8 h ·
    Appurato con fastidio che i poveri sono troppi e che occuparsi di loro costa, cercheranno di trasformarli, da poveri a brutti sporchi e cattivi. In questo modo, ogni operazione repressiva sarà appoggiata dal consenso della piccola e media borghesia. I disperati saranno più facilmente reclutabili dal malaffare. Una società dove le fasce deboli, le donne, i malati e i bambini, saranno a malapena utili per il tritacarne.
    T.D.

  9. SEGNALAZIONE

    Associazione Antigone
    Dal 1991 anni ci occupiamo di #Giustizia, di #Carceri, di #DirittiUmani e di #Tortura. Sostienici: http://www.antigone.it/sostieni
    Sep 24

    Approvato il decreto sicurezza-immigrazione: il Governo colpisce i diritti fondamentali
    Un ulteriore colpo allo stato di diritto in nome di un’emergenza che non c’è

    Di Claudio Paterniti Martello

    I decreti legge immigrazione e sicurezza, che da due sono diventati uno, contengono misure che se approvate intaccherebbero molte tra le garanzie fondamentali poste a protezione dell’individuo.

    Il Governo prende di mira stranieri, manifestanti, occupanti e marginali vari, colpevoli di “bivaccare” per strada e intralciare la circolazione.

    Il decreto risponde alla “straordinaria necessità e urgenza di introdurre norme per rafforzare i dispositivi a garanzia della pubblica sicurezza”. Ma i dati diffusi dal Ministero dell’Interno mostrano come da anni i reati siano in calo. Non si capisce dunque dove sia l’emergenza.

    In nome della sicurezza succede che la durata massima della detenzione nei Centri per il rimpatrio passi da 3 a 6 mesi, nonostante la sua inefficacia e inutilità. Meno della metà di chi transita dai Cpr viene espulso, causa l’assenza di accordi bilaterali con i paesi d’origine. Gli ex CIE presentano poi dalla loro nascita problemi igienico-sanitari, e i suoi ospiti forzati accedono con difficoltà alle procedure che garantiscono il diritto alla difesa.

    Nel bozza di decreto, di cui aspettiamo di vedere la versione definitiva, si abolisce il diritto al gratuito patrocinio per i richiedenti asilo. In Italia non si può partecipare a un processo senza avvocato. Se non lo si ha lo Stato ne nomina uno d’ufficio, che di norma sta all’imputato pagare. Se si è poveri si ha diritto a che quell’avvocato sia pagato dallo Stato, ovvero al gratuito patrocinio. Per recuperare quei soldi gli avvocati sono costretti a procedure macchinose e ad attese che arrivano anche a 7 anni. Ma grazie a questo istituto il diritto alla difesa è garantito anche ai meno abbienti. Da oggi non è più così. Per i richiedenti asilo a cui la commissione rifiuterà la richiesta di protezione internazionale e che vedranno bocciato il ricorso davanti al giudice il gratuito patrocinio viene meno. E l’avvocato chi lo paga? Realisticamente, nessuno. Ne consegue che gli avvocati, sapendo che non saranno pagati, potrebbero porte avanti difese superficiali, che prendano meno tempo possibile.

    Si abroga poi la protezione umanitaria, una delle tre forme di protezione assieme ad asilo e protezione sussidiaria.

    Il decreto revoca lo status di richiedente asilo e prevede l’espulsione immediata per chi è condannato in primo grado per alcuni reati (tra cui violenza sessuale, lesioni aggravate e minacce a pubblico ufficiale). Oltraggio a pubblico ufficiale è un reato contestato con moltissima facilità, specie alle persone che oppongono un minimo di resistenza durante l’arresto.

    Il provvedimento prende di mira anche i manifestanti. Si introduce la reclusione da uno a sei anni per chiunque blocchi o ingombri una strada, ad esempio rovesciando dei cassonetti della spazzatura (cosa a volte nelle manifestazioni accade). Una legge del ’48 prevedeva una sanzione amministrativa (cioè una multa), adesso si passa al carcere. Con una modifica del Testo Unico sull’immigrazione si impedisce poi l’ingresso sul territorio nazionale agli stranieri che abbiano commesso questo reato.

    È previsto poi un più ampio ricorso alle misure di prevenzione, delle misure privative o limitative della libertà sulla base di semplici sospetti (divieto d’accesso a determinati luoghi, rimpatrio con foglio di via obbligatorio, divieto di permanenza in una o più province sorveglianza speciale o confisca patrimoniale). L’Italia è stata di recente condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per l’uso troppo disinvolto e ampio che ne fa. Gli indiziati per occupazione arbitraria di immobili o terreni rientrerebbero tra i soggetti a cui si applicano. Inoltre il Daspo Urbano, misura introdotta dall’ex ministro Minniti che consente l’allontanamento da stazioni, zone turistiche e altri luoghi di clochards e altri indesiderabili, verrà disposto anche nelle aree su cui si trovano presidi medici e dove si svolgono “mercati, fiere e pubblici spettacoli”. Prosegue e si intensifica la guerra ai marginali, considerati lesivi del decoro urbano.

    L’altro obiettivo sono gli occupanti. Con modifica dell’art. 633 del codice penale, il decreto prevede il raddoppio della pena per chi promuove delle occupazioni. Se attualmente è prevista una pena da 1 a 2 anni di reclusione e una multa compresa tra 103 e 1032 euro, qualora la bozza di decreto diventasse legge si arriverebbe a una pena da 2 a 4 anni e a una multa compresa tra 206 e 2064 euro. Alcune occupazioni sono ingiuste, altre sono risposte a vere e proprie emergenze abitative a cui lo Stato non riesce a dare risposta. Il Governo risponde col carcere al bisogno di una casa.

    È infine prevista l’istituzione di un “piano operativo nazionale” per la prevenzione e il contrasto alle occupazioni arbitrarie, che prevede una ricognizione delle situazioni di occupazione con aggiornamento periodico almeno semestrale. Ogni prefetto dovrà definire entro 60 giorni dall’emanazione del piano un programma provinciale per l’esecuzione degli sgomberi, anche con impiego della Forza Pubblica.

    Al di là dei possibili cambiamenti e delle misure che forse verranno dichiarate incostituzionali, è evidente la portata liberticida di questi provvedimenti, che danno una risposta penale a una domanda sociale.

  10. Il decreto è una schifezza, e mi pare persino illegale dato che crea una sottospecie di uomini a cui si applichino sottospecie di leggi, leggi speciali.
    Dopodiché voglio capire come sia possibile che il governo lo abbia approvato all’unanimità, i membri dei due partiti anche (non si sa di critiche interne), i votanti crescano … e non ci sia una opposizione che si preoccupi di riprenderseli, tutti questi “sviati” o decisamente “razzisti”, o forse solo “ignoranti” e “pasciuti” egoisti. Cresce il disprezzo, il dileggio, l’odio persino. Così sì che si finisce in un nuovo nazifascismo.
    L’unico lavoro sensato per me è stabilire il contatto con costoro, lavorando sui problemi che hanno, che hanno ereditato, e che questo governo non vorrà risolvere. Smontare il “loro” odio e la “loro” rabbia, eliminando il nostro, così insegnano religioni antiche e moderne.
    Faccio un solo esempio: le migrazioni sono anche tratta di prostitute, il tema “la prostituzione è un lavoro” è infatti importante a livello di superficie, perfino la CGIL ha recentemente sostenuto ciò, non so se ha cambiato idea.
    Chi e come sta rilevando questa schiavitù, se non le femministe? Probabilmente il decreto del governo neppure lo nomina, il tema, eppure ne fa parte.
    Chi intende, opponendosi al decreto, assumere anche questa realtà coinvolta nelle migrazioni? che implica però una messa a fuoco del muro che tiene in piedi qui da noi la separazione tra politica e “vita privata”.
    Le donne che arrivano sono incinte o hanno bambini piccoli, il sesso conta eccome in questo esodo dai paesi poveri a quelli più ricchi! Ma, non a caso, siccome non vogliamo vedere che conti qui da noi, non lo cogliamo neppure, nelle “migrazioni” (e non distinguiamo i e le migranti).
    Domando: tra quanti si occupano, pro o contro, degli schiavi che raccolgono pomodori e agrumi, quanti usano le schiave sui bordi delle strade? (E al nord, com’è?)
    Potrei dire che non mi importa dei migranti ma delle migranti, ma non è solo questo: mi importa delle ragioni per cui, qui da noi e in occidente, la differenza non conti mai. (Se non in forme indirette, la Argento e Bennet, e altri affaires del genere. Forme indirette che pure si approssimano al centro.)
    Quindi, dico, anche la questione migranti riguarda la questione politica bianca occidentale, sia noi liberali democratici socialisti e comunisti che gli altri fascisti e razzisti. La questione che il sesso è la prima divisione e differenza, il resto viene sempre dopo. Dopo la nascita.

    1. Il decreto è una schifezza se non apre a possibilità di difesa e reinserimento sociale; come dice Fico, se non è solo restrittivo. Per adesso sospendo il giudizio, attendo modifiche in merito all’incostituzionalità di alcune parti.
      Sono d’accordo con quanto scrive Cristiana. Bisognerebbe inasprire le pene per chi sfrutta sessualmente le donne. Anche se non siamo validissimo esempio, qualcosa si è fatto dai tempi di padre/maschio padrone. Faccio presente che molti stupri recenti sono anche opera, non solo di italiani e immigrati africani ma di romeni o altri provenienti da paesi che appartengono all’Unione europea.

      1. Qualcosa che riguarda la solitudine maschile. Ho letto stamane che in Kenia (mi pare) donne anziane, perfino una 85enne, fanno corsi autogestiti di karate, gli uomini preferiscono stuprare le anziane perché ritengono che non siano infette da aids. Neanche da vecchie si sta in pace?

  11. …un decreto che è come una bastonata in testa, per zittire chi pensa e si mobilita, per stendere chi non dispone di adeguate possibilità di difesa…Votato, “Il buon esempio” dall’alto puo’ inoltre far divampare una situazione già degenerata.
    Trovo assolutamente orribile lo sfruttamento sessuale delle donne, tra loro numerose le migranti che trovano cosi’ un ben misero, spesso tragico, inserimento nella nostra società…
    Mi capita anche di pensare che un’evoluzione positiva della questione migratoria puo’ avvenire nel tempo grazie ai coraggiosi “Giulietta e Romeo” che decidono di unire i loro destini, senza sorta di pregiudizi…tra i giovani cresciuti sin da bambini nei medesimi ambiti scolastici e di quartiere succede e allora l’amore, che comprende anche il sesso, accellera il processo di integrazione…Certo quando un sindaco leghista si permette di allontanare dagli asili i bambini di una comunità “altra”, lo strapotere delle istitiuzione viene ad intralciare un processo naturale di conoscenza reciproca e di fusione tra persone di provenienza diversa…

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