Amy Winehouse

di Paolo Carnevali

[Tratto da Don’t Panic Magazine music underground]

 

Amy Winehouse ci ha lasciato troppo presto, incarnando il mito dei poeti maledetti, personaggi che decidono di distaccarsi dagli ideali della società di massa. Incompresi, spesso con vite autodistruttrici, riconosciuti più dopo la loro morte che durante la loro vita. La cantante britannica, inizia ad avere problemi di alcol e di droga, osservando la decadenza di una società descritta da lei in maniera decisa. Muore di overdose dopo una vita di eccessi e nessuna regola. Il suo look vintage di Back to back era una elaborazione talentuosa di Amy che si voleva amare. I suoi tatuaggi, un azzardo masochistico per mettere in evidenza temi familiari, sentimentali ed erotici. Una marcata ammirazione per i poeti  maledetti. Tra i suoi tanti tatuaggi, come quella busta chiusa sul seno sinistro con il nome di Blake, ne aveva uno con il nome della nonna che amava molto, sul braccio destro con una caduta di cuoricini. Potremmo raccontare una storia per ognuno che riempiva il suo corpo gracile. E’ facile ricordala con la sua capigliatura cotonata e quel trucco pesante di egiziana sexy barcollante sui tacchi a spillo, spudorata e volgare, ma con stile e dolcezza. L’inquietudine, la sofferenza entravano nel mix di vita apparentemente dorata di Camden Town: il male di vivere. C’è tanta solitudine in questo suo viaggio terminato il 23 Luglio del 2011 a soli 27 anni.

Ricordo il documentario record di incassi presentato al Festival di Cannes fuori concorso di Asif Kapedia “Amy, the girl behind the name”per comprendere quella morte di una ragazza sexy e sregolata….scontrosa e difficile. Cantava con quel suo accento londinese marcato, quei testi che cambiarono la scena musicale. Amy scriveva i suoi pezzi che arrivavano al cuore di chi li ascoltava. Pensate che a Cambridge usano le sue canzoni per testi di esame agli studenti del terzo anno.

"Love is a losing game/One i wish i never played/Oh what a mess we made/ and now the find frame/love is a losing game/"

(L'amore è un gioco a perdere, uno di quelli che non avrei mai voluto giocare. Che casino abbiamo fatto, e ora l'ultimo fotogramma, l'amore è un gioco a perdere).

E’ l’amore la sua ossessione.

“A fate resigned”(Un destino rassegnato). Le sue canzoni sono influenzate dal soul, jazz, rythm and blues ecc. ma anche dai miti come Sinatra (pensare che il suo primo album si intitola “Frank, Ray Charles, Donny Matheway”. I suoi viaggi psichedelici passano in maniera diretta dalle sue canzoni per un’ambizione personale di riuscire nei pochi minuti della sua esibizione a fare dimenticare al pubblico i problemi. Mentre proprio lei nei suoi problemi è prigioniera. Ed ecco che entra nel tunnel infernale fatto di eccessi.

"All can ever be to you/ is a darkness that we knew/ and this regret i got accustomed to"

(L'unica cosa che posso essere per te è questa oscurità che conosciamo e questo rimorso a cui mi sono abituata).

La musica diventa come racconto, un rifugio e da cantautrice diviene poetessa. Così ricca di esistenzialismo e riferimenti al dolore, al fallimento, all’amore, alla depressione, tanto da poter essere raccontata da uno scrittore come Philip Roth. C’è un detto che dice: “La vita insegna come vivere, se vivi abbastanza a lungo”. Questo non è stato certo così per Amy Winehouse, che l’ha trasformata in un tragico capolavoro di emozioni che non ha saputo gestire. Il mondo spesso non protegge i suoi talenti e crea falsi miti per poi distruggerli. Ascoltando la sua musica, capitava di uscire dal pub “Hawley Arms”, in Camden Town, a nord del centro di Londra, un ritrovo cult, e tornare a casa turbato e allo stesso tempo innamorato. Del resto nello stesso quartiere c’è il “Dublin Caste”, pub dove si esibivano i Blur e gli Oasis. Dal 2014 è stata eretta una statua di Amy Winehouse, realizzata dallo scultore Scott Eaton, che la ritrae nel suo aspetto timido e con la sua pettinatura ad alveare. Ormai  questa è una delle mete turistiche di molti giovani quando si recano nel quartiere di Camden Town: lasciano un fiore, un biglietto. La tube* più vicina è Camden Town sulla Norther Line.

*La fermata della metropolitana

13 pensieri su “Amy Winehouse

  1. Fragile existance, broken by cocktail drugs and disorder. Tormented by love obsession. The depression will lead her to death, leaving the memory of a sweet and sad look….. damm modern poet. It was so nice to listen to his evenings in a magical atmosphere at pub ” Hawley Arms” in Camden Town. Do you remember Paolo?

    1. Sure memory. L’Hawley Arms the pub favorite from Amy Winehouse. A cult meeting point for many London musicians. From outside it does not seem anything special, one of the many who were born on the streets of Camden. And Amy had chosen him as a young and unknown.

  2. Remember the Amy Winehouse Foundation. In other news, it’s now been eighteen months since the Amy…..
    Set up in Ami’s memory to prevent the effects of drug and alcohol misure, began making a difference to the lives of young people at home and abroad. Some of the highlights from the Foundation’s first year of grant making include: more than 30 babies and children with a life-limiting or life-threatening conditions receveid specialist neonatal and palliative care. Some groundbreaking research is underway into children and young people living with multiple sclerosis.
    60 young homeless people receveid a hot meal every day for one year.
    More than 150 children with life limiting-limiting or life-threatening conditions accessed music terapy session. Ecc. ecc.
    If you would like to know more about the work of the Amy Winehouse Foundation visit the official site: http:\\www.amywinehousefondation.org\
    Thank!!!

  3. One of the most beatiful voice soul of the last decades: Amy Winehouse. Its winning card is the mix of sophisticated sound jazz/vintage and the particular warm voice. A “blak voice”. Uneasy and dissatisfied spirit suffering from manic-depressive psychosis. A nice memory this piece of Paolo Carnevali.

  4. Amy Winehouse in “Just friends” live on Shepherd’s Bush Empire in London I think this is her best live performance ever, full stop. Brittany Butler( Just friend cover) after what was a fantastic compaign with over 800 entries and more than a milion and a half view from across the globe! We are so happy to share this gorgeous video of the “Back to Back” 10 winner Britany Butler with her beatiful version Just Friends.
    The end in Back to Back it’s a bit sad the same Amy Winehouse. It was profoundly intelligent, authentic, had a visceral relationship with music. She was a girl who just wanted to be loved and tried to disappear, she did not want to be a star.

    1. Remember….
      she happened to perform at “Dublin Castle, local for a few close friends in the heart of magic, mischievous and fatal Camden Town. In the following years these performances will make her famous the blues and the soul, acclaimed by Ronnie Scott at Cobden of Kensal Road, she and her inseparable guitar.

  5. Stumble the documentary-film “Amy” presented at Festival of Cannes 2015. Imeaetous and painful. Asif Kapadia traces the history in a very precise and detailed way, with often private repertoire materials. A human and musical portrait that has the value of a posthumous testimony. The British director painfully tell the fragility of simple and straightforward girl crushed by depression.

  6. Amy Winehouse the untold story (English edition)
    Chloe Govan

    If Amy Winehouse was a car, an life was a kighway, her biggest mistake was never applyng the brakes. Yet why and how did the song “Rehab” stop being a multi-milion selling work of genius and start becoming the soundtrack to a tragically short life?
    Pocked with esclusive interviews and previously untold stories, as well as expert psycological insights, this biography gets behind the newspaper headlines to answer that question, entering the real world of a talented yet troubled musical legend. From a suicide attemp by overdose at the tender age of 10, happened at her final show in Serbia by someone who was on the same stage with her, this book is full of unique revelations. The book also reveals the real story of her notorius love affair with ex-husband Blake Fleder-Civil, complete with suicide threats and self-harm session, wich at time seemed more addictive than any drug.

    Chloe Govan is an author and journalist who specialises in books on musical.

  7. Hello Catherine, you did well to remember the publication of Chloe Govan. I remember too Amy Winehouse of Blake Wood: photographer met singer at the height of her success. Photographer for Vermont newly arrived in London, met Winehouse in early Jannary 2008. A book colletion of 150 mostly unseen images, taken in location from Camden to Paris to St.Lucia, in 2008-09. Is published by Tasken £30.
    Congratulations to Paolo Carnevali for this article. I’ll wait for a beer….when you decide to detach from the chaotic London.

  8. Hello James, thank you! I will certainly come back to see you among your sheeps in the Lake District, your romantic mountainous region sung by Wordsworth. Whe will drink beer, of course!!!

  9. Caro Paolo,
    che piacere trovarti su Poliscritture, a ricordare Amy Winehouse, una delle più belle voci apparse sulla scena musicale di questo inizio secolo.

    Grazie

    angelo australi

  10. Ciao Angelo,
    anche per me è un grande piacere sentirti, il profondo rapporto di stima e amicizia non è andato perduto nel rumore del tempo. Amy Winehouse era talento, tormento e fragilità.
    Sonorità vintage e jazz, voce bianca che filtrò con la black-music. Una star del soul troppo debole psicologicamente per ricoprire un ruolo che l’avrebbe posta al centro dell’attenzione mediatica. Si esibiva spesso al pub The Hawley Arms in Camden Town, ritrovo anche dei Blur….
    “I need More Time” una delle più belle canzoni del suo repertorio, che suonò qualche mese prima di morire, mentre beveva il suo drink preferito: birra Holgaarden con scorza di limone e gin tonic.
    Un abbraccio .
    P.S. (le edizioni del Circolo Letterario Semmelweis sono sempre attive?) Di tanto in tanto vado a fare una visita al cimitero a Romano e Maria Bilenchi.

  11. Paolo, ho anch’io un PS:
    Il CLS vive, … proprio sabato prossimo il 20/10, facciamo un’iniziativa per ricordare Alberta Bigagli, morta il 5 agosto dello scorso anno, presentando il suo ultimo libro di poesie “Rondini corvi e piccioni” al Centro Sociale il Giardino di Figline Valdarno ore 17:00. Ti passo una sua poesia, tratta dal libro:
    Volano i passerotti con direzione precisa
    dove si fermano è li che devono andare.
    Se ondeggiano è per motivi di danza.
    Nient’affatto gelosi e più rotondi e grigi
    di tanti altri colorati uccellini.
    Convivono e si incrociano trillando
    in uno spazio che appartiene anche
    a colombi e corvidi e cornacchie.
    Più grossi questi tanto che ali
    fanno sentire lo schiaffo sull’aria.
    Dove andranno a morire tutti quanti
    uno ad uno cadendo nel silenzio.

    Angelo

    PS del PS: piace molto anche a me “I need More Time”. Lo sai no, che vivo di musica, .. da sempre.

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