“Dancing Birches. Part 5” (3) di Glen Sorestad

traduzione di Angela D’Ambra

Questa è la terza poesia di Glen Sorestad su Ernest Hemingway. Le precedenti si leggono qui e qui

 
  
 El Floridita [1]
  
  
 When the front doors open for the daily onslaught,
 at the crack of noon, a tourist assault swizzles 
 through the doorway to jostle for favourable tables, 
 while loners settle for stools at the famous bar.
 Over-priced daiquiris are moments from swilling 
 in this saloon that lays claim to creating a concoction 
 Hemingway declared the best drink in Cuba. 
  
 Smiling patrons pose beside the writer’s bronze statue, 
 permanent at its end bar stool, as if letting an arm 
 rest casually on the shoulder of the sculpture 
 would ensure for them a measure of immortality.
 In El Floridita today a Cuban group, Los Hermanos, 
 have begun to play and sing their versions of songs 
 Ry Cooder introduced to the world outside Cuba 
 by recording the Buena Vista Social Club. 
  
 Good musicians all, Los Hermanos know, 
 no matter how successful they may become,  
 they will always play second fiddle to the mute 
 metal bar stool figure -- at least, in the minds 
 and in the hearts of those who have come 
 to drink a glass of Hemingway history 
 in their rum daquiris. While aware of the music’s 
 infectious rhythms, these visitors will always 
 have an ear attuned to whispers or laughter 
 rising above the music from time gone by.
  
  
  
  
  
  
  
  
 El Floridita[2]
  
  
 Quando, scoccato mezzodì, le porte s’aprono
 all’assalto quotidiano, un cocktail di turisti si riversa
 dall’entrata spintonando per i tavoli migliori, mentre
 i tipi solitari si contentano di scanni nel celebre bar.
 Daiquiri a prezzi esorbitanti sono momenti da trinca
 nel locale che rivendica di avere creato una miscela 
 proclamata da Hemingway la miglior bevanda di Cuba. 
  
 Clienti sorridenti in posa accanto al busto in bronzo dello scrittore, 
 stabile sul suo scanno in fondo al bancone, quasi che appoggiare
 un braccio con familiarità sulla spalla della scultura
 assicurasse loro una dose d’immortalità.
 Oggi a El Floridita un gruppo cubano, Los Hermanos, 
 ha preso a suonare e cantare le proprie versioni di canzoni 
 che Ry Cooder presentò fuori Cuba al mondo
 con la registrazione di Buena Vista Social Club. 
  
 Tutti bravi musicisti, Los Hermanos sanno 
 che non importa quanto successo avranno,
 saranno sempre comparse rispetto alla muta
 sagoma in metallo sullo scanno – almeno, nelle menti 
 e nei cuori di quelli che sono venuti
 a bersi un bicchiere di storia di Hemingway,
 nei loro daiquiri al rum. Benché consci dei ritmi
 contagiosi della musica, questi visitatori avranno
 sempre un orecchio sensibile a sussurri o a risate
 che si levino sopra la musica del tempo passato.
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
 
 
 [1] New version of the poem, edited by the Author after 2014. 
 [2] Nuova traduzione basata sulla  versione post-2014 della poesia. 

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