Davanti al dolore degli altri

Dana Schutz, Open Casket

17/06/202017/06/2020 RICCARDO VENTURI da https://antinomie.it/index.php/2020/06/17/davanti-al-dolore-degli-altri/

Stralcio:

La risposta più ferma e convincente alla censura moralista invocata da Hannah Black viene da un’altra artista, di origine cubane questa volta, Coco Fusco (Censorship, Not the Painting, Must Go: On Dana Schutz’s Image of Emmett Till, in “Hyperallergic”, 27 marzo 2017). Le sue parole sono così preziose e utili per noi oggi che le citerò estesamente:

“C’è una tensione profondamente puritana e anti-intellettuale nella cultura americana che si esprime anteponendo il giudizio morale alla comprensione estetica. Prenderne atto non equivale a difendere la whiteness, come ha suggerito la critica Aruna D’Souza; è una difesa delle libertà civili e un appello alla civiltà. Trovo allarmante e del tutto avventato chiedere la censura e la distruzione di un’opera d’arte, poco importa quale sia il suo contenuto o chi l’abbia realizzata. Ci può capitare, in quanto artisti ed esseri umani, d’imbatterci in opere d’arte che non ci piacciono e troviamo offensive. Possiamo considerarle come indicatori di un privilegio razziale, di genere e di classe – a me capita spesso di farlo. Ma presumere che gli appelli alla censura e alla distruzione costituiscano una risposta legittima all’ingiustizia percepita ci porta su un sentiero molto buio. Hannah Black e compagnia si stanno mettendo dalla parte sbagliata della storia, a fianco  dei […] fondamentalisti religiosi che vietano le opere d’arte in nome del loro dio”.

“Che Black lo voglia o meno, le sue considerazioni sprezzanti della pittura di Schutz, la sua posizione essenzialista sull’identità razziale bianca e nera e il suo uso dell’oltraggio come giustificazione per la censura rafforzano le opinioni elitiste e formaliste secondo le quali le considerazioni etiche non appartengono all’interpretazione estetica dell’arte”.

“L’argomento che ogni tentativo da parte di un produttore culturale bianco di affrontare il razzismo attraverso l’espressione del dolore nero sia intrinsecamente inaccettabile preclude lo sforzo di raggiungere la cooperazione interrazziale, la comprensione reciproca o una coscienza antirazzista universale […] Un giudizio ragionato richiede criteri di valutazione più sfumati, che non essenzializzano l’identità razziale, non  mettono sotto accusa le intenzioni o ignorano il modo in cui forme culturali distinte detengono diversi gradi di potere davanti alle relazioni razziali”.

2 pensieri su “Davanti al dolore degli altri

  1. …assolutamente d’accordo con quanto si dice nell’articolo: ognuno ha diritto, sempre nel massimo rispetto, ad esprimersi davanti al dolore degli altri, in questo caso suscitato da un atroce crimine razziale, con strumenti diversi, quali le arti figurative, la musica, la scrittura, ima anche il pianto, il silenzio persino la lotta… Esiste infatti una sensibilità antirazziale universale…sarebbe, al contrario un atto di razzismo rimuovere o, peggio ancora, distruggere il dipinto di Dana Schutz…
    Forse, tempo al tempo, “biracial salverà il mondo”…

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