Tornando su questa prova del 29 maggio 2020

Di “asemic writing” si parla dai tardi anni Novanta a proposito di materiali apparentemente alfabetici e dotati di messaggio e significato, ma in realtà illeggibili perché costituiti da caratteri e sequenze di tracce e glifi che non esistono in nessuna lingua reale. L’indecifrabilità e l’uscita dal significato non comportano tuttavia un’esclusione del senso, o – banalmente – della possibile bellezza del segno, dei segni, della loro organizzazione materiale sulla pagina. (Esempi di scrittura di questo genere attraversano tutto il Novecento, in realtà, e non riguardano solo il nuovo millennio: vediamo ad esempio le opere di Irma Blank, definite “asemantiche” da Gillo Dorfles nel 1974)

(da https://antinomie.it/index.php/2020/06/23/glitchasemics/)

3 pensieri su “Tornando su questa prova del 29 maggio 2020

  1. …sì, ci sono almeno tre tratti in movimento, si possono vedere in entrambe le direzioni…si intrecciano, si scavalcano, come una scrittura plurale a dar voce a istanze distinte e pur mescolate. penso al mare quando è increspato da un vento sostenuto che imbizzarrisce il procedere delle le onde. gioca anche con i raggi di sole e le ombre sottostanti…ma anche solo di chi rettifica continuamente se stesso e si apre a…

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