A proposito di scuola

di Gualtiero Via

[A proposito soprattutto di scuola (e anche di comunicazione e cultura, più in generale). Pubblico una mia considerazione di poco meno di due anni fa. Temo che sia più attuale ancora oggi, e che sarà meno facile porre argine alle derive di banalizzazione (o peggio) in atto. Spero di essere smentito]

Considerazione

(pensieri di un insegnante sulla congiuntura attuale e la cosiddetta “didattica per competenze”)

A me pare che siamo immersi in un mondo della comunicazione per cui la cultura che non sia spettacolo-intrattenimento va rimossa, cancellata, se il caso attaccata. Infatti, per la grande maggioranza degli adolescenti – per tutti quelli ai quali non è stata veicolata in casa – quella cultura, semplicemente, non esiste.

Per la gran parte degli adolescenti la cultura di cui parlo è una curiosità personale di una parte dei loro insegnanti e di una piccola parte – sempre più residuale – di altri adulti.

A questo punto il singolo insegnante – e la scuola intera, se avesse ancora voglia di investire nella cultura che non sia immediatamente spettacolo, anziché scimmiottare – si trova a lavorare totalmente controcorrente.

Ma ecco che dal mondo degli esperti viene in aiuto tutto un corredo di mediazione col contemporaneo-artificiale-glamour: la “didattica per competenze” e i “compiti autentici”.

Il sottotesto – chiarissimo – è che quand’anche si insegnassero bene le varie materie la cosa sarebbe irrilevante, o quasi. E quindi, la scuola deve avvicinarsi alla realtà. Il compito deve essere “autentico”.

Bene, io mi sto convincendo che questa è una forma sottile di nichilismo e radicale antiumanesimo. E’ una forma – saltando qualche passaggio – di necrofilia e vocazione al nulla, alla “vanità” che diceva Qoèlet (autore molto più moderno e attuale di tanta paccottiglia oggi di moda).

Nell’oceano montante di italiani che non leggono e pochissimo imparano a farlo a scuola, io mi reputo soddisfatto quando riesco a far incontrare i miei studenti con autori e opere che mai avevano sentito nominare, o mai si erano pensati in grado, o motivati, ad accostare, e forse mai più – almeno, probabilisticamente – incontreranno nella loro vita. Questi autori e opere si chiamano Omero, Gilgamesh, Senofonte, Antico e Nuovo Testamento, Cesare, Chretien de Troyes, Dante Alighieri, eccetera eccetera lungo i secoli, fino a Virginia Wolf, Bertolt Brecht, Primo e Carlo Levi, Elsa Morante, Ernest Hemingway, Marina Cvetaeva, Aleksandr Solzenicyn e altri ancora (ovviamente chi ho nominato rappresenta una minuscola avanguardia dei nomi, venerabili e luminosi tutti, che si potrebbero e dovrebbero fare) .

Per conto mio la vita è troppo breve per sacrificare pagine di tale altezza in favore dell’ultima moda pedagogica, che certissimamente fra non troppi anni sarà dimenticata (giustamente, del resto), a favore di un’altra.

I giovani ci chiedono alimento – alimento dello spirito se volete. Quasi sempre ce lo chiedono implicitamente e inconsapevolmente, ma ce lo chiedono. Ebbene, io mi sentirei meritevole delle fiamme eterne se dessi loro – invece che alimento, invece che alimento – un sasso (anche se me lo chiedessero aggiornatissimi studi, modernissimi PTOF [Piano Triennale dell’Offerta Formativa], o quotatissimi centri studi).

Ho detto.

Budrio (BO)

1 pensiero su “A proposito di scuola

  1. Scuola. Non essere allarmisti né sognatori ma se anche Mauro Piras, che ho conosciuto su LE PAROLE E LE COSE come un moderato riformatore, scrive questo commento….

    SEGNALAZIONE

    mauro piras
    31 AGOSTO 2020 ALLE 10:53
    Cara Orsetta,
    non sono d’accordo. Il problema dei corsi di recupero non è il pagamento dei docenti e il Contratto nazionale.
    Il problema è che questa polemica è la ripetizione dell’identico, come tutto quello che c’è stato da maggio a qui: invece di affrontare un’emergenza con mezzi di eccezione (per esempio, non fare i trasferimenti, mantenere tutti nelle loro scuole, compresi i supplenti, nominare in fretta i docenti di ruolo e i dirigenti ecc.) si sono fatte tutte queste operazioni, si è imposta la ripetizione dell’identico. Un’emergenza avrebbe richiesto di rientrare a scuola il primo settembre, o almeno di rendere obbligatori non solo i recuperi ma anche le integrazioni degli apprendimenti, dal primo settembre: con rientro a scuola anticipato di tutti gli studenti, ma per piccoli gruppi flessibili, in cui chi fa il recupero sta anche con chi non lo fa, perché tutti insieme fanno integrazione. Invece, poiché tutta la macchina amministrativa e sindacala ha dovuto seguire i soliti riti (assegnazione organici, trasferimenti, graduatorie ecc.) siamo qui, con ritardi spaventosi, in cui dobbiamo ancora risolvere tutti i problemi infrastrutturali (non abbiamo i docenti! in questo casino non abbiamo i docenti!) e non ci stiamo occupando del problema più grave: che didattica fare dopo questo disastro. I corsi di recupero tra il primo e il 14, in queste condizioni, sono un’ipocrisia, l’importante è quello che viene dopo, cerchiamo di darci da fare.

    (http://www.leparoleelecose.it/?p=39107#comment-432137)

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