Ultime da Vicofaro, Pistoia

Vicofaro, Chiesa di Santa Maria Maggiore

di Marisa Salabelle

Quello che doveva capitare, quello che tutti aspettavano a gloria, finalmente è successo. Due ospiti di Vicofaro, la parrocchia del “prete che porta i migranti in piscina”,  sono risultati positivi al Covid. Il sindaco di Pistoia, (Alessandro Tomasi, Fratelli d’Italia col cuore in Casapound) che da tempo segnalava la pericolosità del centro di accoglienza, “una bomba epidemiologica”, “un problema sanitario oltre che di ordine pubblico”, che proclamava la necessità di “sgombrare”, “svuotare” la chiesa e i suoi annessi, senza peraltro muovere un dito per trovare una sistemazione alternativa, ha finalmente avuto pane per i suoi denti. Due contagiati! Quando mai s’è vista una cosa del genere! Due appestati nella nostra città! E neri, per giunta! Gli ospiti di Vicofaro sono stati messi in quarantena preventiva, e su questo non ci sarebbe nulla da ridire, se non fosse per il contorno: la chiesa e le sue pertinenze dichiarate “zona rossa” e, da ieri sera, carabinieri, polizia, vigili urbani, transenne, nastro bianco e rosso da scena del crimine…

Ma procediamo con ordine. Come è noto, tra alti e bassi la pandemia ci tiene in bilico fin dall’inizio dell’anno. In tutti questi mesi la parrocchia di Vicofaro, i cui locali e i cui ospiti sono stati sottoposti a vari controlli di carattere igienico, sanitario e poliziesco, nonostante le precarie condizioni dell’ambiente e l’indubbio sovraffollamento, ha retto. Con delusione degli amministratori locali, fino a ora nessuno aveva contratto il virus, c’erano stati un paio di falsi positivi (sierologico positivo, tampone negativo), le regole erano state sostanzialmente rispettate e a parte un episodio in cui un giovane, più volte segnalato da don Biancalani alla ASL perché chiaramente affetto da disturbi psichiatrici, aveva dato in escandescenze, il gravissimo turbamento dell’ordine pubblico si era rivelato praticamente inesistente e di certo inferiore a quello causato dai pistoiesi doc  nei quartieri della movida. Il 3 settembre scorso la parrocchia ha avuto l’ennesima visita di ASL, carabinieri e polizia municipale: nella sua relazione, l’Azienda sanitaria ha dichiarato che i locali erano inadeguati ad accogliere gli oltre cento migranti, una parte dei quali dormiva nei locali della canonica e un’altra parte nella chiesa, che è molto grande e dotata di un soppalco (il matroneo) dove erano state sistemate numerose brande. I servizi igienici erano insufficienti, i letti troppo vicini, la densità umana eccessiva. Non che Biancalani non lo sapesse. Da molto tempo rispondeva, a chi gli rinfacciava di dare ospitalità a troppe persone: «Io accolgo: chi bussa alla mia porta io lo faccio entrare. Basterebbe che qualche altra parrocchia o struttura di altro genere facesse lo stesso e gli ospiti sarebbero distribuiti meglio.» E in effetti da oltre un anno era stato costituito il “tavolo” tra Curia vescovile, Caritas, Comune (la cui adesione è stata solo nominale), Regione etc allo scopo di alleggerire Vicofaro e trovare altri luoghi d’accoglienza per ospitare i migranti. Un anno di chiacchiere, alla fine del quale circa 25 giovani, dopo il lockdown, sono stati trasferiti in un edificio di proprietà della Chiesa pistoiese. “E tirati su le puppe”, come recita una colorita espressione vernacolare. Chiaramente, il verdetto della ASL ha riportato alla luce la questione: il sindaco ha emanato un’ordinanza con la quale  imponeva il trasferimento dei migranti nel termine di un mese. Il mese è già quasi trascorso e le proposte avanzate per il dislocamento degli ospiti sono state come minimo imbarazzanti: venivano infatti suggeriti trasferimenti in località montane, a un’ora di autobus dalla città, impraticabili per chi, ed è la maggior parte, lavora a Prato o a Firenze con orari particolarmente scomodi. Infine, come la ciliegina sulla torta, è venuto fuori il contagio. Due ragazzi hanno manifestato sintomi influenzali, sono stati sottoposti a tampone, sono risultati positivi. Entrambi sono già stati trasferiti in un’apposita residenza e l’intera comunità è stata messa in quarantena: nulla di strano, in tutto ciò. Ma la recinzione dell’intero perimetro della chiesa e dei suoi annessi col nastro da “scena del crimine”, la presenza massiccia delle forze dell’ordine, le vie limitrofe bloccate, la messa sospesa: “da Vicofaro nessuno deve uscire e nessuno deve entrare eccetto gli operatori sanitari”. .. Va be’, è comprensibile: in fin dei conti a Pistoia, unica in Italia e nel mondo insieme alla Corea del Nord, dall’inizio dell’anno non si era verificato un solo caso di Covid, e ora ne abbiamo due, e neri, per giunta!

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