coalescenza: no-vax


come i fenomeni sociali complessi seguano leggi semplici ma vadano capiti nella loro multidimensionalità

di Paolo Di Marco

a: il germe

Se visitiamo un sito no-vax troviamo riferimenti a ‘scienziati famosi’ alla base delle affermazioni sulla pericolosità dei vaccini. In genere non ci sono nomi, quando ci sono è uno solo: Wakefield. è un medico inglese che nel ’95 pubblica su Lancet un articolo che indica un collegamento tra vaccini ed autismo. In realtà l’articolo è abbastanza vago: si criticano non i vaccini ma la versione trivalente, che sembra che in alcuni casi provochi disturbi intestinali. E sottolinea come i disturbi intestinali siano anche stati sospettati di associazione con l’autismo. Un legame quindi assai tenue, tanto più che un anno dopo l’autore viene accusato di aver inventato una parte degli 8 casi studio, di avere interessi concorrenti avendo proposto una sua cura alternativa, e l’articolo viene ritirato. Come l’autore viene successivamente espulso dall’Ordine dei medici.

b: il terreno, la popolazione

Ma nel 1997 si tiene la conferenza di Jakarta dell’OMS, che si propone l’obiettivo ambizioso di delineare le linee di un piano di intervento globale sulla salute nel mondo. E’ già pronta la dichiarazione iniziale che sottolinea tutti gli ambiti dove la prevenzione è il cardine, dai luoghi di lavoro all’ambiente. Ma all’ultimo momento viene bloccata dagli USA, che impongono una linea tutta centrata sui farmaci e in particolare sui vaccini per la prevenzione.

E’ un momento decisivo nello scontro tra due visioni della salute: quella propugnata da quella che viene chiamata Big Pharma, tutta centrata su medicine e medicalizzazione ospedaliera contro quella proposta da un arcipelago di formazioni e opinioni (in Italia ad es. Medicina Democratica) che vedono primaria la prevenzione, l’educazione, la medicina di base sul territorio. In mezzo stanno i sostenitori delle ‘medicine naturali’, da quelle tradizionali all’omeopatia.

A Jakarta il tentativo dell’OMS di recuperare un terreno comune fallisce così in partenza. E i vaccini, nonostante siano la medicina più intelligente[1], diventano elemento del contendere.

c: la coalescenza *

Nell’ambiente ormai esasperato dell’opposizione a Big Pharma il lavoro di Wakefield acquista notorietà e diventa bandiera di un movimento che si diffonde oltre i confini specialistici, riprende paure ataviche o religiose dell’inoculazione, acquista seguaci seguendo linee analoghe alle traiettorie delle diffusioni chimiche (diverso da quello delle malattie infettive). Il prodotto di questo coalescere è molto diverso dai reagenti originali, come è successo anche in altri casi. Diventa una parola d’ordine tribale.

NetLogo: DLA 3D, coalescenza di un gruppo in un insieme

La rinascita del morbillo negli USA, gli infermieri antivax che a Genova infettano col COVID i reparti isolati sono le ultime conseguenze di questo processo, che ha ormai dimenticato il terreno di cui si era alimentato, l’opposizione al mercantilismo esasperato di Big Pharma e la ricerca di soluzioni di prevenzione sul territorio. Il numero (400 su 2600 al San Martino) e la categoria di particolare responsabilità[2] ci dice che non si tratta di un semplice fenomeno di opinione ma di una vera tribù.

d: dopo

E questo aiuta ad archiviare silenziosamente il sottile inganno di Big Pharma[3]: le malattie del secolo diventano responsabilità unica degli individui e dei loro stili di vita: il cancro colpa dei fumatori, accantonando del tutto gli inquinanti ambientali nell’aria, nell’acqua, nelle fabbriche[4]; il cuore problema dei singoli, ignorando stress, MacDonald e miseria; il diabete figlio dei geni e non della dieta dei poveri accuratamente coltivata da Nestlè & Co. con abbondanza di zuccheri e povertà di nutrienti. E tutto rivoltato in direzione di una pratica individualizzata di cui le terapie geniche sono esemplari, ovviamente a caro prezzo. Ma non solo il prezzo scritto sulle confezioni, un altro assai maggiore: la scomparsa della medicina come relazione sociale, come elemento fondante e giustificativo dello stato moderno.

e- il terreno a fianco

Anche i fautori della ‘medicina naturale’ diventano terreno di cultura privilegiato per il no-vax. Anche qui abbiamo una combinazione di livelli differenti: il movente comune appare la volontà di avere il pieno controllo del proprio corpo, anche rispetto alla malattie, e quindi un atteggiamento che va dalla prudenza alla diffidenza all’ostilità verso le pratiche mediche ‘invasive’ moderne. Gli strumenti alternativi vanno dal recupero delle pratiche tradizionali cinesi alla mobilitazione di quel che resta dello sciamanesimo fino ai rimedi erbali e all’omeopatia. La ratio curativa di queste pratiche, che dal punto di vista scientifico appare a prima vista inesistente (l’acqua e zucchero che ‘Little Pharma’ propina ai credenti dell’omeopatia non ha alcuna virtù propria, così come le teorie cinesi alla base dell’agopuntura si fondano su un sistema fisiologico immaginario) rimanda però a quell’effetto placebo ‘forte’ solo recentemente scoperto che è il fondamento della medicina ‘etnica’ e dello sciamanesimo a cui si rifà: in particolari condizioni, in cui è fondamentale una profonda fiducia del paziente (fiducia che è retaggio culturale di popolazioni passate e ancora in parte presenti) il nostro corpo/cervello può produrre dei processi curativi interni: in parte già conosciuti a base di calmanti come le endorfine, in parte rigenerativi, che mettono in moto catene chimiche del tutto equivalenti a quelle di alcuni farmaci. A questo si accompagna (probabilmente come nell’anestesia tramite agopuntura) una capacità del cervello di rimappare l’immagine interna del corpo ‘dirottando’ segnali e sostanze nelle zone bersaglio corrette, oltre al rafforzamento del sistema immunitario dato dalle condizioni psicologiche di felicità e tranquillità, che un buon guaritore (foss’anche il vecchio bonario medico di famiglia) può facilmente incentivare.

Quindi la diffidenza verso la medicina ‘invasiva’ si rivolge anche verso il più ‘naturale’ dei medicamenti,  il vaccino, che sul sistema immunitario personale si basa.

Ma come la fiducia (e l’efficacia) dell’omeopatia e simili è mediata dalla creduloneria, questa predispone anche alla fiducia in bufale perniciose ma che apparentemente si rivolgono allo stesso substrato culturale.

Una conseguenza importante di tutto questo è che non è possibile vaccinare contro le credenze no-vax mediante campagne informative tradizionali e dibattiti razionali, perché è come irrorare le foglie di una pianta che viene avvelenata dalle radici.

Anche qui la soluzione ha una dimensione in più. Deve passare dal terreno.

Note

[1] mentre un antibiotico o un antitumorale uccide amici e nemici, batteri simbiotici buoni insieme ai patogeni, cellule tumorali insieme a tessuti sani, i vaccini stimolano il sistema immunitario, che uccide solo i nemici. Possono produrre reazioni immunitarie fuori norma ma sono assai rare, incomparabili coi danni anche di una ‘semplice’ aspirina.

[2] è come se fossero pompieri incendiari

[3] o meglio B.P. incentiva e approfitta di un atteggiamento di governi e forze politiche che non vogliono veder messe in discussione le strutture e infrastrutture produttive o perlomeno la loro gestione.

[4] Come il commissario ILVA Bondi che nel 2004 afferma che i tumori degli operai e abitanti di Taranto sono colpa loro che fumano e bevono.

*coalescenza

/co·a·le·scèn·za/
sostantivo femminile
In chimica fisica, fenomeno per cui piccole gocce di un liquido disperse in un altro liquido non miscibile tendono a unirsi alle più grandi, formando aggregati di maggiori dimensioni; fenomeno analogo si verifica anche tra piccolissimi cristalli di una sostanza.

1 pensiero su “coalescenza: no-vax

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