Covid19, aggiornamenti

circolazione virus con finestra aperta e un portatore

di Paolo Di Marco

1- la trasmissione del virus e i mezzi per fermarla

-Si conferma che la trasmissione per contatto, diretto o indiretto (superfici) è trascurabile.
-La trasmissione di gran lunga prevalente (~90%) è per via aerea tramite particelle piccolissime (aerosol): all’aperto di conseguenza è trascurabile (salvo assembramenti vocianti a distanza ravvicinata), si attiva nei luoghi chiusi, affollati e senza circolazione d’aria.
-Le maschere, soprattutto quelle chirurgiche, hanno un’efficacia assai limitata (dallo 0 al 12% secondo gli studi)
-La trasmissione con particelle di maggiori dimensioni (starnuti, canto, urla..) ha un raggio di sicurezza (riduzione del 90%) di 2 metri.
Di conseguenza i liquidi igienizzanti a la sanificazione classica (con disinfettanti) degli ambienti sono inutili. Poco efficaci sono anche i vetri divisori. Le mascherine hanno un’efficacia assai limitata e danno un falso senso di sicurezza.

La questione della trasmissione per contatto è un caso esemplare di deformazione (bias) dei risultati in base alle aspettative, che a loro volta provengono dalle indicazioni centrali (che quindi tendono a non venire mai smentite): la maggior parte degli studi (in generale condotti con criteri troppo approssimativi, dice una meta-ricerca) analizza la presenza di virus sulle superfici, ne misura la concentrazione..e finisce lì. Non si prova quasi mai se il virus è ancora infettivo (sembrando così scontato che lo sia). Quando la prova è stata fatta il risultato è stato negativo, con probabilità da 1/70 a 1/10000. E anche indirettamente (Giappone) le maschere e il lavaggio delle mani sono risultati i 2 fattori (su 7) ininfluenti sull’infezione.

Le misure per bloccare o ridurre in modo efficace la carica virale sono concentrate sulla circolazione d’aria:
-manifestazioni all’aperto (senza affollamento, ovvero distanze > 2 m)
-finestre aperte, possibilmente con riscontro (basta una sola finestra per ridurre a metà la carica virale), e in generale ACH (tasso di ricambio per ora) di almeno 3 (più è alto meglio è).
-ventilatori, meglio se rivolti all’esterno (controllo mediante sensori CO2, anche se le indicazioni non sono precise, ad es. nelle chiese); ventilatori con CADR (circolazione) di 8,5 metri cubi/minuto=140 lt/sec (equivale a una finestra aperta di 1 mq con vento di 0,15 m/s, per i marinai 1/4 di nodo..una leggerissima brezza)
-filtri Hepa  (e purificatori portatili: 2 in un una stanza  eliminano il 99% degli aerosol in pochi minuti)
-impianti di condizionamento senza ricircolazione d’aria
I valori efficaci sono:
Filtri: Merv (undice di efficacia) almeno=13 (catturano l’85% delle particelle pericolose: questo valore vale solo per i nuovissimi, quelli vecchi hanno Merv 6).

Sono in commercio anche altri tipi di sanificatori la cui efficacia però non è ancora stata verificata. Anche i raggi UV hanno effetti dubbi, anche perché l’intensità aumenta con la frequenza, ma anche gli effetti negativi sugli uomini. (Ricordiamo che anche l’ozono è gravemente tossico oltre le 18 ppm).

Il (parziale) cambiamento di protocollo è un caso esemplare per la sociologia del potere (ne parla Z. Tufekci sul NYT), con la modifica di parametri (e mentalità) ormai centenari. E forse permettendo una risposta più efficace la prossima volta (ovviamente tranne che in Italia, dove nessuno ha ancora aggiornato e semplificato i protocolli).
Se usate oppurtunamente (anche se tardivamente) queste misure possono rendere sani i luoghi di lavoro, non pericolosi i luoghi pubblici (dai ristoranti ai cinema), inutili i blocchi totali o parziali (lockdown), agibili senza pericolo le scuole.
In alcuni casi richiedono investimenti. Meglio di rimborsi, ristori e chiusure.

2-i vaccini

a)Il meccanismo d’azione
dei vaccini è noto: simula (con cellule/virus morti o loro parti) un attacco. Il sistema immunitario risponde e memorizza, cosicchè al prossimo attacco vero ha pronto lo stampo per una risposta veloce e massiccia.
Quindi il vaccino è molto diverso da una medicina classica: laddove questa attacca lei direttamente gli invasori e li uccide (insieme a un numero imprecisato di alleati- del nostro bioma- e con danni piccoli o grandi alle nostre cellule) qui il compito è lasciato al nostro corpo. Il vaccino dà solo l’usta. In questo senso è la medicina più intelligente inventata finora (e anche per malattie più complicate come i tumori la stimolazione del sistema immunitario è una delle vie più promettenti).
Dei vaccini finora approvati (uno, Pfizer, con approvazione definitiva, gli altri di emergenza) due sono a mRNA e gli altri (Astrazeneca, Johnson, …) classici. L’usta che presentano è la punta (proteina Spike) con cui il virus penetra nella cellula. Quando le particelle con l’mRNA entrano la cellula replica al suo interno la proteina Spike che poi si diffonde anche all’esterno sulla membrana. Il sistema immunitario reagisce come se tutta la cellula fosse infetta, attivando sia la risposta (e la conseguente memoria) dei linfociti B, produttori di anticorpi, che quella dei linfociti T (killer che uccidono la cellula). Il mRna virale ingegnerizzato si comporta all’interno della cellula come tutti gli altri mRna che la cellula produce nel suo ciclo vitale e dopo essere stato tradotto un po’ di volte per produrre la proteina Spike viene degradato: di lui non resta nulla. Le nostre cellule utilizzano il mRna soltanto per la sintesi proteica: il mRna non può quindi modificare il genoma cellulare. L’aver assunto come bersaglio la proteina Spike è stata una scelta con dei rischi, ma si è rivelata vincente, dato il tasso di efficacia raggiunto.

b) danni
I danni collaterali (trombosi e simili che si sono manifestati in alcuni casi) derivano probabilmente dalle caratteristiche stesse della proteina Spike, che li manifesta in misura massiccia nei casi gravi di malattia e in qualche caso anche nei casi vaccinati. (In proporzione inferiore a 1/10000)

c) efficacia
L’efficacia di questi vaccini varia secondo l’ambiente, le caratteristiche del soggetto, la sua storia sanitaria. Per Pfizer e Moderna è dell’ordine del 93%, sul 91% per AstraZeneca. Questo significa che la probabilità di un vaccinato di prendere il Covid è di 8/1 milione, di trasmetterlo di 1/1 milione. Per le varianti i dati sono ormai abbastanza ampi ma non univoci. Se all’inizio (Israele) appariva una diminuzione dell’efficacia dal 93 al 70-60%, confermata poi per Pfizer (Qatar, tra 53 e 65%) ma non per Moderna (Qatar, 79/85%) i dati successivi (Scozia) su una popolazione più ampia e soprattutto su un periodo più lungo davano un’efficacia solo marginalmente ridotta. In tutti i casi restava quasi inalterata la capacità del vaccino di evitare i casi gravi (dal 93% di Astrazeneca al 100% di Moderna).
La miopia criminale degli stati ricchi che spingono per la terza dose in casa propria e negano il vaccino ai paesi poveri fa però prevedere un moltiplicarsi delle varianti con conseguenze probabilmente non piacevoli.

d) farmaci antiCovid
Attualmente farmaci in grado di curare dal Covid19 non esistono. Tutti i dati sperimentali lo confermano.(v. rif 1 e le nuove ricerche visibili su Medrxiv),
Quelli sperimentati si possono raggruppare in tre categorie:
-antivirali (Remdesivir, Ivermectin, Idrossiclorochina): gli studi susseguenti ad esperimenti di laboratorio su animali o a riferimenti anedottici non hanno trovato effetti verificabili. Inoltre sia Idrossiclorochina sia Ivermectin, già utilizzati in altri ambiti con dosaggio diverso, hanno pesanti effetti tossici. Il Remdesivir ha blandi effetti nel diminuire i sintomi, e viene utilizzato per abbreviare le degenze (di circa 2/3 giorni) o in qualche caso evitare i ricoveri.
-anticorpi monoclonali, plasma iperimmune: a parte i costi proibitivi (1 milione di dollari a persona per i monoclonali) gli effetti sono risultati sotto la soglia di evidenza.
-cortisonici: utili nei casi di reazione esagerata del sistema immunitario (tempesta di citochine) per i pazienti ricoverati più gravi. Per gli altri controindicati dato che deprimono proprio le difese naturali.
L’utilizzo principale di questi farmaci è rallentare la malattia e guadagnare il tempo necessario per lo sviluppo delle ben più efficaci difese immunitarie, che sperabilmente porteranno alla guarigione.
Anche in presenza di varianti quindi l’unica protezione efficace sono i vaccini.
Il fatto che proprio loro siano diventati bersaglio degli strali della tribù anti Big Pharma è paradossale ma comprensibile, dato il ruolo di questa nel combattere la medicina preventiva (conferenza di Jakarta), il peso e i profitti enormi di questa fase.
Che anche i fautori della naturalità e dell’omeopatia li abbiano presi a bersaglio, preferendo sostanze inutili e tossiche come l’idrossiclorochina suona più strano, se non nell’ottica di crescente tribalizzazione degli schieramenti sul Covid dove un elemento di consenso basta ad aggregarne a sè altri anche assai diversi.
In questo quadro un fattore positivo, la rapidità quasi miracolosa della produzione di vaccini efficaci e in grande quantità come quelli a mRNA è diventato elemento di sospetto, implicito nella nomea di ‘vaccini sperimentali’. Cosa che non sono, avendo già passato una fase di sperimentazione accurata (decine di migliaia di soggetti) e una fase sul campo con milioni di somministrazioni. È certamente possibile che si manifestino effetti avversi a lunga scadenza, anche se sempre più improbabili e più rari man mano che passa il tempo. Non possiamo neppure escludere che il buon amico che nell’infanzia accoglievamo con piacere a difenderci dal morbillo e della polio si trasformi in un lupo cattivo al servizio di Bill Gates che ci trasformerà tutti in suoi schiavi.
Ma nel frattempo però conviene fare una considerazione molto semplice: Il tasso di mortalità varia dal 2 al 3% (dati odierni, mondiali e italiani, tendenzialmente sottostimato); Tutte le classi di età sono coivolte (attualmente negli USA i bambini sono 1/4 dei casi; la scarsa o nulla mortalità che appariva per i giovani ai tempi del lockdown era un effetto di mascheramento: erano sparite le morti per incidenti stradali prevalenti in quella fascia d’età). Con le varianti che si moltiplicano e fanno in fretta il giro del mondo prima o poi ognuno di noi se lo troverà addosso (e le varianti vanificano almeno in parte l’immunità di gregge) .
In quel momento forse è preferibile avere qualche difesa sicura.

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Riferimenti
1.v. il precedente 'Covid19, una strategia' con la relativa bibliografia.
2.Tara Parker-Pope. NYT, 13/9/21, 6 questions to ask about Covid and air quality at work
3.Zeynep Tufekci, NYT, 7/5/21 Why did it take so long to accept the facts about Covid?
4.OMS, sito, 2/5 aggiornamento sui meccanismi di trasmissione del virus.
5.CDC aggiornamento protocollo, 7/5 (solo parziale, si riconosce la trasmissione via aerosol ma non come principale: un esempio di come anche negli USA igiene pubblica e scienza vadano poco d'accordo, v.3).
6.Abaluck et al, The Impact of Community Masking on COVID-19: A Cluster-Randomized Trial in Bangladesh, 1/9/21, IPA, ( 340000 persone, con aumento del 30% di maschere;  un aumento maggiore avrebbe forse dato altri risultati. CDC USA: risultati trascurabili.   
7.https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/10/vaccini-ad-alta-tecnologia-come-funzionano, Andrea Belleli
8.Paul M McKeigue et al, Efficacy of vaccination against severe COVID-19 in relation to Delta variant and time since second dose: the REACT-SCOT case-control study,  12/9/2021
9.Tang et al, Vaccine effectiveness against delta variant in Qatar, 11/8/21

13 pensieri su “Covid19, aggiornamenti

  1. Per quanto ammiri le competenze e la fatica di Paolo Di Marco, non trovo opportuna, in questa sede, una disamina del genere.

      1. In realtà non ho molto da aggiungere; ritengo solo che un resoconto, per quanto coscienzioso, sulla situazioni dell’epidemia e degli studi sul virus responsabile, avrebbe un luogo più consono in un luogo che non si occupasse di politica, letteratura, etc.

        1. In realtà questo è il terzo articolo sull’argomento, incluso un saggio sui novax come fenomeno di coalescenza sociale. La mia rubrica si chiama ‘il guaio col metodo scientifico’, e non mi piace parlare di scienza (e della sua filosofia) senza esempi e soprattutto dati. Così quando si parla dell’11 Settembre argomento con la fisica, quando si parla di Kennedy invito a rivedere il filmato di Zapruder..quando si parla di vaccini porto i dati sull’efficacia, quando si parla di gestione della pandemia porto le ricerche sulla trasmissione del virus. In questo caso ci sono più ossa (dati) che carne, ma preferisco così rispetto a disquisizioni appese per aria come quelle apparse nell’articolo di Aguzzi.

  2. 1. Cosa vuol dire: “due sono a mRNA e gli altri (Astrazeneca, Johnson, …) classici”. Classici: cioé?
    2. “Il mRna virale ingegnerizzato si comporta all’interno della cellula come tutti gli altri mRna che la cellula produce nel suo ciclo vitale e dopo essere stato tradotto un po’ di volte per produrre la proteina Spike viene degradato: di lui non resta nulla.” Mentre è nella cellula e viene tradotto un po’ di volte… non fa assolutamente niente di altro?

    1. -classici: gli altri sono a vettore virale non replicante (virus interi cui è tolta la capacità di riprodursi, cui è attaccato un pezzo di codice del covid), così come quelli del morbillo e simili sono con batteri inattivati.
      -l’mRNA è come una macchinetta calcolatrice che può fare solo 2+5= (in questo caso prende dei pezzi e produce una spike) e dopo un pò finisce la molla e si ferma;
      sono tutte istruzioni molto semplici e molto rigide: cerca INPUT A, cerca INPUT B, cerca INPUT C ->combina 2A con 3B e 1 C…..È un pò come la ricetta della maionese per un robot, non può cambiar nulla.
      Una cosa interessante (di cui parlo nel ‘diavolo nei dettagli’) invece è che, contrariamente a quanto si pensava prima, non solo le cellule mutano il DNA come effetto di danni dell’ambiente circostante ma anche per un meccanismo endogeno sempre come risposta ad attacchi esterni. Quindi il nostro corpo ha una capacità di plasmarsi più alta di quanto pensassimo. A volte con risultati negativi (come i tumori), ma potrebbe anche voler dire che se gli diamo abbastanza tempo il nostro sistema immunitario, stimolato con un pò di ‘uste’ adesso, potrebbe difenderci più del previsto anche nei confronti di ulteriori varianti e altre pandemie.

      1. “Il vaccino, quindi, non introduce nelle cellule di chi si vaccina il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike.” https://www.aifa.gov.it/vaccini-mrna
        “All’interno del vaccino, l’mRNA è protetto, incapsulato all’interno di sfere fatte di grassi (liposomi), simili a quelli presenti delle nostre cellule.
        Una volta iniettati nel nostro corpo, i liposomi liberano l’mRNA che contiene le informazioni necessarie per produrre la proteina Spike del virus. (…)
        In tutte le nostre cellule ci sono delle piccole fabbriche, i ribosomi, che traducono l’informazione dell’mRNA in proteine. L’mRNA che si trova nel vaccino, una volta entrato nelle cellule viene letto dai ribosomi che produrranno tante copie della proteina Spike del SARS-CoV-2.” https://www.ospedalebambinogesu.it/nuovo-coronavirus-i-vaccini-a-rna-come-funzionano-e-perche-sono-sicuri-99303/
        D’accordo, il Rna si degrada.
        Ma evocare la macchinetta, le piccole fabbriche… bah, conosciamo davvero tutti gli effetti che la molecola produce?

  3. il guaio della biologia di oggi è che conosciamo moltissimo su tutte le piccole fabbriche, cellule incluse, ma troppo poco di come tutte le parti interagiscono fra di loro; un esempio nel Giardino dell’Eden il ruolo dell’ipotalamo: stiamo imparando adesso a capirlo meglio, e le ricerche sul cervello di Damasio e Tononi e altre a vari livelli (Davies sui tumori) ci dicono che i segreti del corpo sono a questo livello. Certo che sul DNA non sappiamo tutto, ma forse è il minore dei problemi.

    1. naturalmente non si tratta di appendici diaboliche, hai trascurato la coda, ma di possibili mutazioni: perché se no, in maggioranza, sconsigliano il vaccino per i bambini?

      1. solo perchè si pensava non ne avessero bisogno: all’inizio il tasso di infezione era bassissimo; adesso si stanno ricredendo, e già hanno abbassato l’età.

  4. Poi occorre tener conto di una cosa: man mano che passa il tempo (e il numero di soggetti inoculati) la probabilità che si manifestino effetti ‘avversi’ diminuisce esponenzialmente.
    Ma se nonostante tutto la prossima generazione trovassimo 3 bambini con corna e zoccoli…non sarebbe la prima volta.

  5. Altri aggiornamenti e bilanci…

    SEGNALAZIONE

    Tutti gli errori nella gestione della pandemia
    Un’analisi scientifica delle ragioni del fallimento nel contrasto al Covid oltre le contrapposte tifoserie della narrazione governativa e delle tesi No vax.
    di Vittorio Agnoletto 24 Settembre 2021

    https://www.micromega.net/errori-gestione-pandemia-covid/

    “Il dibattito attorno alla pandemia in Italia è stato trasformato in un rodeo con due tifoserie contrapposte incitate all’odio reciproco: da un lato la narrazione ufficiale gestita dal governo e supportata acriticamente dai suoi apparati tecnico-scientifici, dall’altro il racconto che rimbalza dai numerosi siti no-vax. Non credo di essere l’unico a trovarsi fortemente a disagio di fronte a questa semplificazione nella quale ci viene intimato da ambedue le parti: o sei con noi o sei contro di noi.

    Sono convinto che esista uno spazio per una posizione che si attenga alle evidenze scientifiche, che sia in grado di valorizzare gli insegnamenti pluridecennali che provengono dai corsi di specializzazione in sanità pubblica, che mantenga fede all’idea della salute come diritto fondamentale di ogni essere umano e al progetto di un Servizio Sanitario Nazionale (SSN) universale.”

    1. Agnoletto dice cose largamente condivisibili, soprattutto per l’attenzione al livello generale: la distruzione in Italia della sanità pubblica degli ultimi anni e la necessità urgente di ricostruirla, nel mondo il miope egoismo dell’accapparramento dei vaccini nei paesi ricchi, lasiando libero il virus di prosperare e mutare in quelli poveri; insieme alla necessità dello sblocco dei brevetti.
      Due soli elementi nuovi: le ricerche più recenti hanno comprovato che il vaccino fa il suo dovere anche nella trasmissione, bloccando la porta nel 90% dei casi (un pò meno, 75% per la variante delta), e impedendo però quasi completamente (100% per Moderna, poco meno per Pfizer) l’aggravamento.
      Il secondo elemento passato sotto silenzio è che nell’ultimo decreto del PNRR si è data via libera all’autarchia regionale, con Veneto (100%!) e Lombardia liberi di proseguire le distruzioni a piacimento. Nel silenzio assordante del Giornalino dei Piccoli Unificato.

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