Una carezza di sonno

Fantastica in esercizio

di Filippo Nibbi

1 febbraio 1935 – 1 febbraio 2022. Sembra quasi un compleanno festeggiato con il suono di parole che fa 87. Ma in questa Fantastica in esercizio spunta anche Silvia Plath, e senza entrare nei luoghi comuni della sua malattia e del suo suicidio, perché è una grande poetessa che si regge anche senza l’appiglio di puntelli romantici, caro Filippo ti rispondo proprio con un suo verso: Il sole sorge da sotto la colonna della tua lingua (dalla poesia Il Colosso, trad. A. Ravano). E, visto che ci siamo, anche con la testimonianza della povera Franchetta Borrelli, estratta dal verbale del processo nel quale fu accusata di stregoneria insieme ad una dozzina di altre donne di Triora, un paesino arroccato sui monti di Imperia: Io stringo i denti e poi diranno che rido. Nel 1587-1588 fu sottoposta per un intero giorno alla tortura del “Cavalletto”. In fondo la poesia non è sempre un po’ stregona? [Angelo Australi]

LA BIBLIOTECA UMANA

In Danimarca ci sono biblioteche dove puoi prendere in prestito una persona invece di un libro per ascoltare la sua storia di vita per 30 minuti. L’obiettivo è combattere i pregiudizi. Ogni persona ha un titolo: “disoccupato”, “rifugiato”, “bipolare”, e così via… Ma, ascoltando la sua storia, ti rendi conto di quanto non dovresti “giudicare un libro dalla copertina”. Questo progetto innovativo e brillante è attivo in più di 50 paesi. Si chiama “La Biblioteca Umana”.

“Io scrivo semplicemente perché
C’è una voce che senza di me
Non sarà ancora”
– Che bella! Chi l’ha scritta? Non sembra il tuo stile.
“L’unica cosa che ho imparato a fare è piangere

Piango mentre parlo, mentre leggo, mentre cammino, mentre sogno, mentre penso. Soprattutto mentre penso. Piango in silenzio. Piango senza un grido. A volte piango anche mentre rido”…

P l a t h !

Sono una delle ombre di Sylvia. Sono tornata col vento. Sono un’ombra levigata dal tempo. C’era uno spigolo di muro in quel momento, il sole era al tramonto, sono un’ombra di Sylvia pallida, un’ombra sghemba e spezzata. Ombra di poeta intossicata. C’erano ombre migliori di Sylvia sui lastricati di Cambridge ma sono stata io la prescelta. Sono una delle sue ultime ombre. L’ombra di Sylvia sul muro della cucina, un’ombra china. In ginocchio mentre sigilla con gli stracci le porte che proteggono i bambini. Stracci per fermare il gas, un confine di stracci tra la vita e la morte. E’ questa la sua ultima poesia: mani tremanti bambini stracci nella fessura. Scuotete le mie parole, spremete la mia uva: io sono Sylvia di nuovo viva a raspare parole nella terra dura…

E così anche un suicidio può diventare poesia. Ma la vorrei anche fisicamente viva.

I rapporti tra gli esseri viventi non sono paragonabili a un ping pong, come sembra. In realtà sono un cerchio di fuoco in cui un’energia elettrica sotto forma di fiamma gira vorticosamente. Di continuo e CONTEMPORANEAMENTE IN TUTTI E DUE I SENSI. Il che significa che QUELLO CHE RIVERSIAMO SUGLI ALTRI SI RIVERSA IDENTICO SU DI NOI.

L’ANIMA NON ESISTE, MA E’ ESSENZIALE

Caro Filippo, ho un caratteraccio, ma non sono rancorosa: mi è passata. Però cerca di ascoltare di più gli altri, non stare sempre, (sempre!), solo dentro al tuo meccanismo inceppato. Ti accorgi che sei come obbligato a fare giochi di parole? A vaniloquiare? Che non riesci mai ad avere un confronto semplice, diretto, equilibrato con gli altri? Ci hai messo 3 ore! (3 ore!) per rispondermi a tono. Questa non è creatività, è patologia. E’ la tua nevrosi che ti strappa via, che ti seppellisce dentro a te stesso. Sono anni che cerco di dirtelo, di fartelo capire. Quella che tu credi libertà mentale è in realtà una prigione che ti impedisce di essere diverso, di avere un po’ di pace. Devi continuamente destrutturare il linguaggio, il mondo, i rapporti, perché ti fanno paura e non sai gestirli: li smonti per avere l’impressione di dominarli. Sono le tue paure che ti muovono, ma è terribile vivere così. E’ triste davvero che tu non ti prenda nessuna cura di te, che non ti faccia aiutare da uno psicologo per abbassare la tua ansia. Sei in trappola Filippo, come tutti noi, chi più chi meno. Ma le persone intelligenti e colte cercano e riescono a farsi aiutare ad allentare la morsa, e trovano una stradina per uscire dalle proprie cantine, salire una scalettina e affacciarsi a un alto balcone di se stessi. E da lì respirare, vedere luce e guardare un cielo sgombro e quieto.

LA GIO HA VENDUTO LA CASA

E’ gennaio, abbiamo messo in vendita la casa. La portafinestra affaccia su un prato intirizzito, morto stecchito. Un brutto ramo grigio batte nel vento, picchia sui vetri. Gli acquirenti latitano. Il prezzo è buono, i clienti cattivi. Entrano, guardano, fanno fiacche domande, non si slacciano le giacche. Ci guardano sospettosi mentre noi sorridiamo e li cataloghiamo con odio: poveracci, impiegatucci, fascistoni, pescivendoli, figli da papà, rozzi, fessi, fanfaroni, quaquaraquà. Poi se ne vanno, chiedendo piantine, rogiti, permessi. Farfugliano promesse. Passerà gennaio, penso, creperà febbraio, ci libereremo anche di marzo, e poi finalmente tintinnerà aprile. Maledetti! Verrete nello scintillante aprile a vedere il nostro cielo di cristallo, a bagnarvi i capelli con il canto degli uccelli, a respirare fiori nell’aria della sera. Vedrete, il prezzo della casa sarà molto più alto: insieme ai muri, in aprile, si paga anche la primavera.

CIRIFLETTO

Essere scontati è un pregio solo se sei in vendita.

OGGI

In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione.  Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore”. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”.

Parola del Signore

Per trovare l’area della Poesia moltiplicare frase per altezza.

1° febbraio 1935 \ 1° febbraio 2022

2 pensieri su “Una carezza di sonno

  1. un racconto tra il sorriso e il pianto. Il secondo sommesso e dominante, il primo un simpatico distrattivo. Un monologo alla presenza di Sylvia Plath, come un’ombra a cui “confessarsi”. Lei saggia fu anche vittima…sempre poetessa. Altre voci entrano nel cerchio di fuoco roteante: gli umili della “Biblioteca umana” e gli altisonanti profeti seduti…Come trovare “…una stradina per uscire dalle proprie cantine, salire una scaletta e affacciarsi ad un alto balcone di se stessi. E da li’ respirare…” l’anima non esiste ma è essenziale…
    Grazie a Filippo Nibbi per una storia che si ripete, ma lascia spiragli di speranza

  2. Ho dovuto rileggere. Moltiplicare frase per altezza è la chiave. Raccontare raccoglie sul piano orizzontale, la frase naviga in aria, in diverse densità (non solo direzioni) e incontra.
    Grazie anche al sottilissimo intuito di Annamaria.

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