Amici sì ma non così…

Da POLISCRITTURE 3 SU FACEBOOK

di Ennio Abate

UNO

Il 24 marzo 2022 avevo pubblicato questo AVVISO:
Pur crescendo la delusione per i modi in cui si sta dibattendo sulla guerra in Ucraina, continuerò a pubblicare anche prese di posizione che non condivido. non so se e come usciremo da questo buio che ci attanaglierà sempre più. Pesiamo almeno le nostre parole e coraggio.

Ora non più.
Approssimandosi il 25 aprile si è intensificata una micidiale offensiva propagandistica e revisionistica contro la nostra storia e le “nostre verità” (Fortini). Diretta non solo contro l’Anpi: insultata, strattonata, spinta alla scissione e con il sul presidente trattato da demente, ma contro chiunque – come me e tanti altri – non crede che ci siano guerre “giuste” e ancora distingue tra “guerra dei padroni” (tra nazionalismi) e rivoluzione sociale, sia pur oggi bloccata e senza possibilità di rappresentarsi.
Non si deve confondere la Resistenza al fascismo e al nazismo dei partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale con lo scontro oggi in corso tra nostalgia imperiale della Federazione russa e neonazionalismo occidentalista dell’ Ucraina di Zelensky.
E’ scandaloso e grida vendetta il pronto rifornimento di armi a Zelensky da parte di Usa e UE e il silenzio calato sul peggioramento crescente delle condizioni di vita de migranti e delle classi subordinate di tutta Europa.

Ho contrastato e contrasterò per quanto posso – da solo o assieme ad altri – questo abbandono del ragionamento a favore della propaganda. Anche quando a farsene portavoce sono amici o collaboratori di Poliscritture.
E perciò non ospito in questo spazio due post di sostegno alla guerra e all’invio di armi a Zelensky che l’amico Luciano Aguzzi ha proposto. Chi lo desidera li vada a leggere sulla sua pagina FB.

DUE

Lanfranco Caminiti

· il mio punto su mariupol e la guerra ora.oggi, su “il dubbio”: QUI

Ennio Abate

Per me resta il fatto che almeno ” l’incanaglimento nel “dibattito pubblico”” poteva essere evitato. Da subito: non schierandosi a favore di Biden o di Putin.

Lanfranco Caminiti

è già accaduto nel contagio. è diventata una modalità, una postura – come piace dirsi adesso. nella guerra, molto di più. non lo addebiterei a qualcuno in particolare. d’altronde, tu stesso dici che o si è con putin o con biden – e io, francamente, biden non me lo sono sposato, ma sono contro l’aggressione di putin e per il sostegno agli ucraini. e in ogni caso io non mi vergogno di “affiancare” biden. ma credo che chi “affianca” putin abbia molto più da vergognarsi. quest’idea, poi, che in una guerra così tragica e così mondiale di già, davvero non capisco quale possa essere il “riparo” per starne alla larga

Ennio Abate

“d’altronde, tu stesso dici che o si è con putin o con biden ” (Caminiti)

No! Allora non mi leggi!
Eppure ti avevo rivolto una Lettera pubblica dove ho scritto:
“Ci possiamo (dobbiamo, per me) mettere contro la NATO, contro Putin e contro Zelensky. Contro perché hanno scelto tutti la guerra come metodo di soluzione dei conflitti che li contrappongono e lavorano tutti per tener sottomessi i popoli. E, in particolare, dobbiamo essere contro Putin e Zelensky, perché fra nazional-bolscevismo zarista del primo e nazionalismo fascistoide e filo NATO dell’altro c’è poco da scegliere.”

(https://www.facebook.com/groups/1632439070340925/posts/3265378077047008)

Luigi Braccioforte

“Dobbiamo essere contro Putin e contro Zelensky”. Vale a dire dobbiamo essere niente

Lanfranco Caminiti

quindi, non potendo scegliere tra la perfida albione guidata da quell’orribile churchill e il nazismo – ce ne saremmo stati a casa. non è che c’è un nemico alla volta, e che il nemico uno alla volta ora è putin, no, eh?

Ennio Abate a Luigi Braccioforte 

Non siamo “niente” in questa guerra ( nel senso dell’autonomia politica). Poi se a essere servo (o “fiancheggiatore”, per eufemismo) passi da “niente” a più gonfiando il petto, fa’ pure.

Ennio Abate a Lanfranco Caminiti

Ma non ti far prendere dalle analogie!
” ce ne saremmo stati a casa. “
Stai combattendo a Mariupol? No, Stiamo tutti a casa (non so fino a quando).
Smettiamola con le battute e cerchiamo di discutere seriamente.

P.s.
Un nemico alla volta? Te l’ha consigliato il medico?

Lanfranco Caminiti

sai un nemico alla volta è un filo più ragionevole di molti nemici molto onore. poi, vedi tu

Fulvia Mah

 Forse ” l’incanaglimento nel “dibattito pubblico”, spettacolo indecente a dir poco, succede quando si fa il tifo per un vincitore invece che per far cessare la guerra. (scusate intromissione)

13 pensieri su “Amici sì ma non così…

  1. Scusate anche la mia intromissione.
    A me sembra che la guerra ha definito un campo entro il quale schierarsi.
    O con Zelenskj o con Putin.
    Quando c’è la guerra o stai con gli uni o stai con gli altri.
    Credo che l’errore sia nella premessa: accettare la logica della guerra.
    Il popolo ucraino ed i popoli europei ne usciranno solo sconfitti.
    I primi uccisi, feriti a decine di migliaia, costretti ad emigrare a milioni, senza più case, tessuto sociale e produttivo, senza ambiente vivibile.
    I secondi impoveriti e inquinati, sempre più schiavi di dittatori venditori di energie.
    Chiunque vincerà avremo perso.
    E allora dovremmo avere il coraggio di dire no alla guerra, anzi alle guerre.
    Abbandonare la logica del conflitto.
    Cercate disperatamente strumenti di resistenza nonviolenta alla guerra.
    Una resistenza internazionale, organizzata, solidale.
    Pensate a quanti miliardi, risorse ambientali ed umane di sprecano per la guerra.
    Quanta organizzazione e intelligenza richiede.
    Quali catastrofi lascia dietro di sé.
    Credo abbiamo il dovere di cercare soluzioni alternative e rifiutarci di collaborare al massacro delle popolazioni e dell’ambiente.
    Obiezione di coscienza, diserzione, boicottaggio della guerra possono essere strumenti potenti se usati in modo creativo, intelligente, organizzato.

    1. Ma siamo in guerra? O ce lo fanno credere quelli che dalla guerra guadagnano?
      Allora la pace, quella di chi in guerra ci perde, per quella dovremmo combattere.
      Come? Boicottaggi, rifiuti, resistenze… ma al nostro governo, non al diavolo Putin. Invece, gli attacchi all’Anpi…
      Quindi: ripetere giaculatorie. Non chiediamo elezioni con nuova legge elettorale per avere i nostri elette e eletti.
      E’ sufficiente ripetere pace pace pace. Eppure, si sa che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

  2. consiglio chi volersse informarsi seriamente di vedere questo documentario, ricco di fonti e informazioni
    soprattutto le anime belle e ingenue che di questi tempi spuntano più delle margherite

  3. Ho seguito con attenzione tutto il documentario. Lo trovo comunicativamente ben studiato ma resto diffidente.
    Che senso ha contrapporre alla propaganda filostatunitense (con mezze verità ma schierata e dunque unilaterale) dei Riotta e dei Rampini questa propaganda (con mezze verità e altrettanto unilaterale e schierata) di Contro.TV?
    Non conosco il regista, ma – ripeto – non mi ispira.
    II frutto ultimo di propagande contrapposte è giustificare l’uno o l’altro degli schieramenti. E in fondo non fanno che alimentare la guerra che abbiamo sotto gli occhi se non l’escalation (fino alla guerra atomica “locale”?).
    No, mille volte meglio le analisi serie, problematiche e non schierate. Come quella di Alessandro Visalli che ho segnalato giorni fa: https://tempofertile.blogspot.com/2022/04/guerra.html?fbclid=IwAR0VgfN0cCFHuh1fDen9qYr5VnE657SmMX58x9SFPDNHPUPaf64hPfjz2IE

  4. No. Anche se si presenta di parte (contro gli USA, non con Putin) non è propaganda. L’elemento centrale sono i dati: le registrazioni di Kennedy-Eisenhower, Biden, Nuland-Pyatt tracciano una linea evidente. Le parole del presentatore la sottolineano.
    Per non parlare dei nazisti ucraini, con nomi, cognomi, ruoli negli eccidi, ruoli di governo, rapporti con la CIA.
    Lo ritengo un documentario fondamentale, perchè ci porta elementi concreti prima ignoti.
    Laddove quelle di Visalli sono elucubrazioni senza dati, che prendono per buona la propaganda della Nuland (confronta quello che Visalli cita della Nuland che parla della ‘democrazia’ (??!!??) con la Nuland del documentario che spiega come abbia detto duramente a Janukovich: o fai come diciamo noi o hai chiuso).
    Il colloquio Kennedy-Eisenhower ci spiega in dieci parole tutto quello che speravamo di non sapere sulla spregiudicatezza dei presidenti americani (per non parlare di Obama che abbraccia il nazista ucraino sterminatore di ebrei polacchi).

    1. A
      quelle di Visalli sono elucubrazioni senza dati, che prendono per buona la propaganda della Nuland (confronta quello che Visalli cita della Nuland che parla della ‘democrazia’ (??!!??) (Di Marco)

      B
      Nel documento linkato ci sono 3 riferimenti alla Nuland (non direttamente di Visalli e non certo elogiativi). Ricopio:

      “Oppure, come ricorda Mearshmeier[6] già nel 2014:

      “Lo strumento principale dell’Occidente per staccare Kiev da Mosca è stato lo sforzo di diffondere i valori occidentali e promuovere la democrazia in Ucraina e in altri stati post-sovietici, un piano che spesso comporta il finanziamento di individui e organizzazioni pro-occidentali. Victoria Nuland, l’assistente segretario di stato americano per gli affari europei ed eurasiatici, ha stimato nel dicembre 2013 che gli Stati Uniti hanno investito più di 5 miliardi di dollari dal 1991 per aiutare l’Ucraina a raggiungere “il futuro che merita”. Come parte di questo sforzo, il governo degli Stati Uniti ha finanziato il National Endowment for Democracy. La fondazione nonprofit ha finanziato più di 60 progetti volti a promuovere la società civile in Ucraina, e il presidente dell’associazione NED, Carl Gershman, ha chiamato quel paese “il premio più grande”.

      Ma “Il triplo pacchetto di politiche dell’Occidente – allargamento, espansione e promozione della democrazia – ha aggiunto combustibile a una situazione che aspettava di infiammarsi”. Dopo la crisi che fece cadere Janukovych – continua Measrhmeier – “Il nuovo governo di Kiev era filo-occidentale e anti-russo fino al midollo, e conteneva quattro membri di alto livello che potrebbero legittimamente essere etichettati come neofascisti. Anche se la piena portata del coinvolgimento degli Stati Uniti non è ancora venuta alla luce, è chiaro che Washington ha sostenuto il colpo di stato. Nuland e il senatore repubblicano John McCain hanno partecipato alle manifestazioni antigovernative, e Georey Pyatt, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, ha proclamato dopo la caduta di Yanukovych che era “un giorno per i libri di storia”. Come ha rivelato una registrazione telefonica trapelata, Nuland aveva sostenuto il cambio di regime e voleva che il politico ucraino Arseniy Yatsenyuk diventasse primo ministro nel nuovo governo, cosa che ha fatto”. ”

      Non trovo nessuna difesa della Nuland, dunque.

      1. ma quale ingenuità ti coglie? i 5 miliardi per la ‘democrazia’ e per ‘promuovere la società civile?
        O erano soldi per corrompere, comprare spie, armare gruppi paranazisti?
        Ma crediamo ancora che gli USA siano la Befana??

  5. Niente mi importa dei diversi schieramenti opinionisti. A chi serve la guerra, entro i rispettivi campi in cui i nostri eccelsi politici vogliono farci entrare?
    Chi ha ragione in una campagna di generale distruzione?
    Basta discussioni sofistiche. La guerra come unificazione mentale universale?
    In nome di quale unità umano/universale? La nostra ovviamente, quella storicamente dominante finora, culturalmente e spiritualmente.
    L’Uomo (diciamo meglio: l’Umano) siamo noi. Ma non è vero.
    Basta, basta col nostro dominio in caduta libera: che volete, voi padroni, da noi ormai disinteressati: niente potete promettere. Si tratta di campare. Alla pari.
    Senza credere più a nessun alfiere mondiale.

  6. Brandelli di storia e memoria

    a) Storia.
    Il bombardamento di Treviso avvenne il 7 aprile 1944 da parte di bombardieri americani. L’attacco provocò circa 1.600 vittime fra i civili e ingenti distruzioni e danneggiamenti del patrimonio edilizio, compresi i principali monumenti storici e artistici. Ma, a giustificazione, non ci hanno fatto forse una ‘capa tanta’ sugli effetti collaterali? Bisogna vedere però a quale partigianeria appartengono! Se appartengono ai nostri salvatori, ai quali dobbiamo assoluta obbedienza così come ha detto Draghi: ce lo chiede la Nato – e quindi le nostre prerogative come autonomia nazionale vanno a farsi benedire – chapeau!

    b) Memoria personale

    – Marzo 1945. Billerio, Friuli nord-est.
    Nella stanza un letto: mio padre malato di tisi, mia madre che lo accudisce. Io, quasi due anni, seduta a terra che gioco con qualche stupidaggine. Si spalanca una porta: un soldato con fucile spianato tira giù mio padre dal letto gridando “cossack, cossack!”. Mia madre piange “no cossack, no cossack! Malato!”. Io mi metto a strillare mentre quello imperterrito trascina via mio padre senza forze. Il mio urlo viene sovrastato dalla sirena contraerea per cui il militare (inglese, paracadutato lì, come si scoprì poi dai meravigliosi teli del paracadute abbandonato poco lontano) se la svigna.
    – Fine aprile 1945. Si scappa verso la casa ormai più sicura di mia nonna (madre di mia madre): da lì tedeschi e cosacchi se ne sono già andati. Molti compaesani camminano con noi sulla provinciale, io sul carretto abbracciata a mio padre che geme in continuazione. Senza nessun avviso ecco un raid alleato (?!) che mitraglia la colonna a quota bassa. Mia madre mi strappa dal carretto e, assieme ad altri ci buttiamo in un fosso. Il battito del suo cuore rimbomba all’impazzata e invade tutto il mondo intorno… mio padre si è lasciato scivolare dal carretto e se ne è fatto scudo.
    – Quando, avanti negli anni, interrogai mia madre su quegli episodi, prima incominciava a parlare e poi diventava ‘mutacica’… come se stesse entrando in un altro mondo.
    Mio padre, scomunicato dalla Chiesa perché Comunista, era più propenso a parlare (se nella giornata giusta) e ne aveva per tutti, sia per i partigiani che per motivi personali avevano fatto i delatori dei loro compagni e sia per alcuni fascisti che invece avevano aiutato famiglie ebree a salvarsi (episodi sui quali mi sono poi documentata). E lui mi diceva sempre: “non fidarti di quei racconti che si assomigliano troppo l’un l’altro! Lì c’è qualche cosa che non va”.
    E mi disse anche un’altra cosa che non dimentico mai: la guerra è l’occasione giusta per legittimare la propria aggressività sia in veste di aggressori e sia di vittime! Mi colpì soprattutto quando calcò la mano sulle ‘vittime’! Ovviamente non si espresse con la stessa proprietà di linguaggio che posso utilizzare io: aveva solo la terza elementare! E non lo sto “edificando”, era tutt’altro che “fior di farina da ostie”: positività a negatività si alternavano in lui imprevedibilmente, era come stare sulle montagne russe, ma senza il risarcimento del biglietto se le cose si mettevano al peggio. Però faceva delle osservazioni che valorizzavo e che gli derivavano dalle sue esperienze, dai suoi avi.
    Oggi, complice anche il Virus che ha fatto piazza pulita dei nostri depositari della storia (mi sorge il dubbio: ma li abbiamo tutelati abbastanza?), la cancel culture ha fatto il resto e, come dei robot, rispondiamo a seconda della monetina che ci viene infilata o del pulsante che ci viene attivato!
    Ci sono dei momenti in cui vorrei sprofondare, in cui mi vergogno di non essere riuscita (come diceva Goethe) a portare avanti l’eredità dei propri padri.

  7. il mio primo ricordo è di una cantina dove sono rinchiuso per sfuggire ai bombardamenti su Milano degli amati alleati.
    E ho sempre cercato di capire come mai per combattere i nazisti bisognava distruggere i monumenti a ammazzare decine di migliaia di civili.
    C’è un bel romanzo autobiografico di uno scrittore di fantascienza, Kurt Vonnegut, ‘Schlachthaus Fünf’ che ricorda Dresda rasa al suolo.
    Ma pensando poi a Hiroshima e Nagasaki (perchè poi due??) ho capito che agli americani degli altri popoli non importava nulla, che i morti degli altri erano solo numeri

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