Duetto draghiano

di Samizdat

1. AL VOLO/UCRAINA/ADRIANO SOFRI
Mio commento a
https://www.facebook.com/conversazioneconadrianosofri/posts/pfbid03232bAu69Bdx92JZG3pTpTuDwm7cnPXrUgLcKhoupNrVnDw2KKc3SE9pa5fUJWThul

Non ci sono guerre giuste e non ci sono neppure paci giuste. C’è un conflitto irrisolto tra quelli che hanno l’aria condizionata (e altro ancora) e quelli che non hanno né questa né l’altro.

Odessa, giovedì. Alla vigilia dell’incontro di Kyiv con Draghi, Macron e Scholz, e il presidente rumeno Johannis, era stata pubblicata un’indagine condotta per l’European Council on Foreign Relations in 10 paesi europei. L’Italia ne esce con diversi record (ne ho letto il resoconto di Federico Fubini sul Corriere). L’Italia è il paese con la più alta percentuale di persone che ritengono principali responsabili della guerra “l’Ucraina, l’Unione Europea e gli Stati Uniti”: 27 italiani su cento. (Quelli che ritengono prima responsabile la Russia sono il 56 per cento: contro il 90 per cento dei finlandesi e oltre l’80 di britannici, polacchi, svedesi e portoghesi, il 66 di tedeschi e il 62 di francesi). Gli italiani, inoltre, si dividono quasi equamente fra chi ritiene che il maggior ostacolo alla pace sia la Russia (39 per cento) o siano l’Ucraina, la UE e gli USA (35 per cento): cioé Cappuccetto Rosso e il lupo. A considerare la Russia l’ostacolo principale sono l’87 per cento dei finlandesi, il 74 dei polacchi, il 69 degli spagnoli, il 63 dei tedeschi e il 53 dei francesi. La domanda più interessante chiede: tenete più alla pace comunque ottenuta, anche a costo delle conquiste territoriali russe, o alla giustizia, cioè a una conclusione che sconfigga l’aggressione russa. Gli italiani sono per la pace comunque al 62 per cento, e alla pace giusta al 16 per cento: anche qui un netto record europeo.
Ho copiato questi dati per contribuire ad assicurare loro una memoria, e per aggiungere in appendice una mia deduzione statistica. Solo una striminzita minoranza di italiani si augurano una conclusione giusta. Gli altri, la netta maggioranza, tengono con tutto il cuore alla pace con l’aria condizionata.


2. AL VOLO/ UCRAINA/ Pierluigi Sullo
Mio commento a:
” cresce nella mia testa la sensazione che Draghi, nonostante il liberismo, sia l’ultimo argine contro il caos”
(Sullo https://www.facebook.com/pierluigi.sullo/posts/pfbid0LWGk3K5nRXaf6J3PVELZ41BULchP27FHNpefR4noj5rPGMe7kFyo4vE5yEkLYDzml)

L’amministratore delegato del caos scambiato per «ultimo argine contro il caos»? « Quel che chiamavamo “comunismo” (eh già, quello del novecento, di comunismo, non è più utilizzabile)» sarà non più “reinventabile” ma, «se siamo così onesti», un banchiere, è un banchiere, un banchiere (Gertrude Stein aggiornata alla situazione di caos e corretta con Marx)

Vorrei qui confessare, ammesso che interessi a qualcuno, il turbamento che mi ha preso ieri guardando la conferenza stampa di Mario Draghi a Kiev. Di colpo, ho capito che l'ex presidente della Banca centrale europea mi convince. Oddio, che succede? I liberisti, i banchieri, i funzionari dei "mercati", ecco, li ho considerati gli avversari principali per decenni, quelli che hanno alacremente, sulla base di una ideologia falsa, spinto il mondo verso la rovina, e l'umanità verso la povertà e i disastri climatici. E non è che ho cambiato idea, continuo a pensarlo, anzi, la coda violenta e avvelenata di globalizzazione liberista e di capitalismo predone in cui stiamo vivendo, se possibile, rende tutto ancora più fosco, e micidiale.
E allora Draghi?
Bene, c'è un fatto di stile, che non è secondario. Il tono pacato, gentilmente autorevole, del presidente del consiglio, stride orribilmente con la cialtroneria scomposta e l'ignoranza reale dei politici italiani. Praticamente tutti. Ogni giorno dobbiamo vedere Salvini dire cose a caso tra quelle che gli sembrano più "popolari"; Meloni minacciare tutti con il tono di una squadrista di periferia, anche se ora si atteggia a statista; Conte bofonchiare frasi sconnesse che rivelano solo l'angoscia per le percentuali dei 5 stelle cadenti, e Di Maio che lo "attacca" in virtù di una autorevolezza, a sua volta, da ministro impagliato. Letta si scosta un po', ma è talmente obbediente al governo e talmente liberista col filtro che a momenti uno non lo nota nemmeno. Potrei continuare con i furbi più furbi, Calenda e Renzi, coi loro partitini personali. Eccetera. Credo che non abbiamo mai avuto, in Italia, una "classe politica" più mediocre, ci si sorprende a ricordare con nostalgia non solo Berlinguer (che pure era l'avversario di noi rivoluzionari, a quell'epoca), ma Aldo Moro, per non parlare di Sandro Pertini. Dei giganti, al confronto.
Però poi c'è Draghi. Che per primo ha detto a Biden che ci vuole "la pace", non solo la sconfitta della Russia, che è risucito a caricare sullo stesso treno diretto a Kiev i riluttanti Scholz e Macron, per andare a dire agli ucraini non che devono arrendersi (come vorrebbero tanti pacifisti, che però lo negano), ma che l'Europa è con loro, e questo potrebbe rappresentare una premessa per una qualche trattativa in cui l'Ucraina dovesse sì perdere un pezzo di sé ma avrebbe conquistato un'adozione da parte europea. E comunque, aggiunge Draghi, a decidere che pace fare deve essere il paese invaso, e questo è un tratto di onestà e rispetto che tanti di quelli che sono "contro la guerra" neanche vedono.
Ma, in generale, cresce nella mia testa la sensazione che Draghi, nonostante il liberismo, sia l'ultimo argine contro il caos. Tutto quel che fa, o cerca di far fare ai suoi ministri e ai partiti che lo appoggiano, sembra misurato sullo scopo di mantenersi sì dentro le compatibilità finanziarie e dei commerci e dell'equilibrio internazionale (inclusa la Nato), ma volta a volta tentando di rendere tutto più sopportabile. Perché siamo su un crinale di abisso, in cui il nostro stile di vita, dalla benzina alla pompa ai consumi privati, potrebbe crollare di colpo, invece che escludere sempre più gente (5 milioni di poveri) ma in modo contenibile, tra bonus, reddito di cittadinanza e altri aiuti.
E diciamocelo, al di là di Draghi cosa c'è? Qualcuno pensa davvero che un governo "di centrodestra" o "di centrosinistra", dopo le elezioni del prossimo anno, possa cambiare qualcosa di profondo? Senza Draghi saremo solo più fragili, di fronte all'Unione europea e alla potenze finanziarie, credo. E d'altra parte, i più radicali, che vorrebbero un brusco rovesciamento di priorità, e dunque di regime, una rivoluzione o qualcosa del genere, pensa veramente che ce ne siano le condizioni? Tolto Draghi, ecco il socialismo (magari, ma non tutti lo dicono, corretto dall'ambientalismo)? E quali forze (classi) sociali imporrebbero una tale soluzione?
Non so, sono davvero turbato. Mi sono cullato per anni nella convinzione che prima o poi una frattura nella storia avrebbe reinventato quel che chiamavamo "comunismo" (eh già, quello del novecento, di comunismo, non è più utilizzabile): ora abbiamo fratture multiple, dal Po alla guerra e infiniti eccetera, ma ci stiamo aggrappando a un banchiere, se siamo così onesti da ammetterlo.

4 pensieri su “Duetto draghiano

  1. SEGNALAZIONE

    Sandor Kopacsi

    I dati sull’inflazione nell’Eurozona sono catastrofici per diversi motivi. Il primo punto è che comportano un devastante calo del reddito reale dei lavoratori, il che, tra le altre cose, determinerà inevitabilmente calo della domanda e recessione. Il secondo aspetto è che non hanno nulla a che vedere con un presunto surriscaldamento dei salari, e dunque far schizzare i tassi per ridurre l’inflazione via disoccupazione è utile come bastonare uno che sanguina per ridurre l’emorragia. Il terzo aspetto è che la Germania e l’Olanda, i paesi falchi per eccellenza, sono messi molto peggio dell’Italia. Addio dunque narrazione dell’inflazione come causata da orde di dipendenti pubblici sfaticati e politici corrotti (i politici corrotti ci sono ovviamente ma non determinano di per sè inflazione). Il quarto aspetto forse ancor più devastante per la BCE è che il ventaglio della dinamica dei prezzi è esploso: in Estonia è +20%, in Germania +9% in Francia +5,8%. Esiste una politica “giusta” per un inflazione al 6 e insieme al 20%? Ovviamente no e quindi qualunque scelta farà la BCE sarà sbagliata per una parte cospicua dei paesi dell’Eurozona.

    https://ec.europa.eu/eurostat/documents/2995521/14644605/2-17062022-AP-EN.pdf/1491c8b5-35e4-cdec-b02a-101a14a912ad?t=1655388297694&fbclid=IwAR2t9zdBby4FA5Qh0Xzgy1YRsl96F13ODjmd07gwoCjXI3cFjvBRwx5wxqA

  2. “Di colpo, ho capito che l’ex presidente della Banca centrale europea mi convince. Oddio, che succede?”
    A chi? A Pierluigi Sullo. “Innanzi tutto c’è un fatto di stile”, ohibò! Rispetto ai mediocri politici italiani “praticamente tutti”. (Che fa, si offre?)
    Ha detto a Biden… ha caricato sul treno… in sostanza si presta a convincere Z. a perdere e rinunciare ai territori russofoni. Missione, direi, affidatagli da lontano!
    In cambio la Ue, già snaturata dall’ingresso dei paesi ex patto di Varsavia, con l’Ucraina compresa sarà sempre più misero balocco nelle mani Usa.
    ”Ultimo argine contro il caos”, il drago imperiale stampella contro il progressivo disfacimento dell’impero, perché il “nostro stile di vita” (di certo il suo) si troverebbe sull’orlo di un abisso diventando poco “sopportabile” (per chi?)
    “Diciamocelo, al di là di Draghi cosa c’è?” Attenzione all’autosufficienza alimentare ed energetica (il gas nell’Adriatico e il grano duro sull’Appennino, invece di quello modificato canadese). E incrementare i posti di lavoro e i servizi (senza gli sbarramenti a medicina e non so quale altra facoltà).
    Se Napolitano ci avesse fatto votare (non ricordo la data) non avremmo questo fantasma di parlamento, non avremmo questa rincorsa agli aiuti di chiunque, non ci baloccheremmo con il bisogno di trovare asilo dovunque tranne che in noi stessi.
    E forse ormai è tardi, in maggioranza siamo vecchi e cotti, e troppi giovani scappano…

  3. DA POLISCRITTURE FB

    Pierluigi Sullo
    Caro Ennio, secondo me: a) bisogna rendersi conto che non siamo nella vecchia società capitalista ma dentro qualcosa di nuovo, e peggiore, in cui il capitale, l’ambiente, la guerra hanno sconvolto i nostri punti di riferimento (nostro di chi? Di quelli di sinistra, marxisti, comunisti?); b) che non sarai tu, e tanto meno io, a “reinventare il comunismo”, caso mai la società, le persone, quando la speranza diventerà senso comune e aspettativa di cambiamento, e adesso siamo molto lontani da questo (l’ho visto capitare un paio di volte, in Italia, nelal mia vita, nel lungo Sessantotto e alla fine del secolo, con il movimento globale per i beni comuni).

    Ennio Abate
    a) D’accordo: “non siamo nella vecchia società capitalista ma dentro qualcosa di nuovo, e peggiore”. Ne deduco, però – e non per mera provocazione – che anche Draghi sia qualcosa di peggiore di come tu qui l’hai presentato;
    b) Figuriamoci se io nelle mie condizioni possa avere la pretesa di “reinventare il comunismo”! Anzi, sono ben più pessimista di te in proposito. E l’unIco mio periodo di militanza va dal ’68-’69 al ’76 (scissione/scioglimento di AO). Da allora ho sempre pensato che sono/siamo degli epigoni e che, fortinianamente, ho/abbiamo un solo compito: un “buon uso delle rovine”, “proteggere le nostre verità”. Questo tuo articolo a me è parso andare in una direzione opposta. E perciò ho detto la mia. Nessun anatema o etichetta.

  4. Non vorrei sembrare semplicistico, ma questi che scoprono il nuovo padre Pio in Draghi, senza bisogno di analisi ma ‘a fiuto’ mi preoccupano un pò: non per l’ipotesi assai improbabile che vengano prezzolati, nè per quella più probabile di indurimento arterioso e conseguenze, ma per quella residua: che nell’acqua che beviamo siano finite scorte ingenti di un qualche allucinogeno gettato per sfuggire le guardie di finanza….

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