Natalità e famiglia

di Cristiana Fischer

Il punto fermo da cui partire è che ognuna e ognuno di noi è nato da una donna. E questo non significa che ogni donna voglia, o debba, far nascere qualcun’altra o altro.

La maternità è alle nostre spalle, non necessariamente nel nostro futuro di donne.

Detto questo, resta ancora una questione affatto secondaria da esplicitare ed è il rapporto essenziale con la madre di ognuna. Da cui abbiamo preso la vita, il legame affettivo per cui siamo legate agli  altri umani in generale, la parola e la lingua. Ma di questo ora non dirò altro[1].

Parlerò invece di natalità e famiglia, di cui annuncia un ministero Salvini e forse Meloni confermerà. La natalità nel nostro paese si sta riducendo, io faccio parte del baby boom del secondo dopoguerra, quindi mi è parso ovvio e normale poco dopo i vent’anni di fare due figli di seguito, senza problemi annessi (non che non lavorassi e finissi anche di laurearmi in quel periodo. Ma madre e suocera mi aiutavano a crescerli).

Ora i problemi annessi hanno un maggiore rilievo e non dubito che sia così, per come si è incattivita la situazione per le giovani donne, nel lavoro e per la solitudine rispetto ai rapporti familiari in cui spesso si trovano a vivere.

Ma ancora non è di questo che voglio dire. Invece del legame tra natalità e famiglia, in cui la questione della decrescente natalità nel nostro paese (e in altri) sta a coprire il senso della prima parola nella endiadi del ministero da istituire “Della famiglia e della natalità”. Salvini infatti ha detto “penso per la Lega a un ministero della Famiglia e della natalità, perché occorre tornare a far figli”. Un progetto che ha già qualche anno[2], del resto anche il democratico quotidiano Domani la considera una buona notizia.[3]
Pare che nessuno intenda scindere il binomio natalità e famiglia! Perché, invece, si tratta di due ambiti differenti: naturale e biologico il primo, sociale e giuridico il secondo. Tutti sanno che sono molte le donne che partoriscono e allevano una figlia o un figlio da sole, così come tutti sanno che, in famiglia, non è detto che una figlia o un figlio sia geneticamente frutto del contributo del padre legittimo.

La famiglia è un organo costituzionale (art. 29 primo comma “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” e, al comma successivo, “il matrimonio è ordinato all’eguaglianza morale e giuridica tra i coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”).

Collegare strettamente famiglia e natalità è una forzatura.

La questione però oggi ha altri aspetti, connessi alle nuove definizioni di famiglia correnti nei nostri tempi: famiglie omosessuali, femminili e, ancor più, maschili. Nel caso di una famiglia di tipo nuovo omosessuale femminile è immaginabile che una delle due donne possa essere la madre biologica, nel caso di una nuova famiglia omosessuale maschile, invece, la madre fisica è esclusa.  Si arriva al paradosso della coppia di gay che nello stato di New York “ha avviato una causa al tribunale del lavoro di New York chiedendo che l’assicurazione fornita dal datore di lavoro paghi al posto loro tutti i costi dell’utero in affitto, al fine di garantire “pari opportunità nell’accesso alle cure della fertilità”. Quindi “A tutti gli effetti si richiede che una coppia di maschi gay diventi per legge una categoria protetta in quanto entrambi privi di utero e privi di accesso a un utero”. Il loro problema è rappresentato dal costo di un figlio biologico tramite utero in affitto, almeno 200 mila dollari, pare.[4]

Sfortuna di non essere una donna!, e costo eccessivo della differenza sessuale. Il diritto che deve coprire, non dico genericamente la biologia, ma l’incarnazione stessa, che ci vuole mammiferi e quindi separati in due sessi quanto alla generazione.

Idealismo neoliberista, che mette in primo piano gli individui come soggetti, neutri e indifferenziati, da un lato, mentre riconosce una pluralità di soggetti diversi, espressi dalla sigla LGBTQIA+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersessuali, Asessuali, e altri…) tra cui le donne diventano un gruppo e non uno dei due sessi della nostra specie mammifera.

Il diritto riconosciuto di scegliere la propria identità di genere (anche senza trasformare il corpo per corrispondervi) [5] cancella soprattutto le donne, ridotte a generare come puri corpi, rescindendo quel legame materno, affettivo ed educativo, che dispone e introduce le figlie e i figli all’ambiente umano. Perciò la gravidanza per altri (GPA)[6] è un grave attacco simbolico alla differenza femminile, che riduce il di più del nostro sesso al ruolo di una pura capacità animale.  Se si riconosce legittimità matrimoniale anche a coppie omosessuali maschili, la differenza di sesso deve però mantenere tutto il suo valore.

La famiglia e le sue trasformazioni sono oggi pericolosamente collocate al vertice di un doppio versante: da una parte la riduzione umana a una pluralità di soggetti neutri ed equivalenti (ma la lingua stessa indica la tradizionale prevalenza del maschio su tutti), dall’altra parte il tentativo politico della destra di restringere le scelte affettive, e generative, nei rigidi vincoli della famiglia tradizionale, che intanto stanno scoppiando.

 

NOTE

[1]Altre hanno detto magnificamente, fra cui Luisa Muraro e Chiara Zamboni: “La qualità creativa di tale relazione è specifica, del tutto diversa da altri generi di creazione relazionale, e questo non semplicemente perché è tra una madre e una creatura, ma perché nel rapporto avvengono una serie di iniziazioni al mondo che nessun’altra relazione umana possiede” https://www.diotimafilosofe.it/larivista/quel-che-e-possibile-e-quel-che-si-fa-il-lavorio-della-liberta-non-si-riduce-alla-scelta/

[2] https://www.huffingtonpost.it/politica/2022/10/07/news/salvini_non_molla_il_viminale_e_alza_la_posta_vuole_un_ministero_per_la_famiglia_a_un_leghista-10366881/

[3] “La buona notizia è che sembra di capire che Salvini non voglia quel ministero per sé. La legislatura corrente si sta chiudendo con una oggettiva convergenza di intenti delle forze politiche sui temi proprio di questo ministero: è fondamentale che il prossimo ministro continui su questa linea”. https://www.editorialedomani.it/economia/il-ministero-della-natalita-e-una-buona-idea-che-non-deve-finire-in-mano-a-salvini-ak8uxu1p

[4] https://feministpost.it/dal-mondo/usa-coppia-gay-fa-causa-lutero-in-affitto-e-un-diritto-va-pagato-dallassicurazione-sanitaria/

[5] https://feministpost.it/italy/milano-introduce-lautocertificazione-di-genere/ https://feministpost.it/insights-reflections/togliersi-il-seno/

[6] https://feministpost.it/italy/il-regalo-del-sindaco-beppe-sala-al-pride/

 

4 pensieri su “Natalità e famiglia

  1. ciao Cristiana, forse mi allontano un po’ dal tuo discorso che risulta molto logico e consequienziale e che a me non riesce…E’ vero che siamo nati tutti da una madre, ma non sempre è la madre biologica a svolgere la cura del neonato e infante…ruolo importante che accende o meglio sviluppa, credo, quella ” mente estatica” di cui parlava E. Facchinelli nello spazio intimo di ogni persona…Uno slancio di gioia per la vita di cui la madre biologica ha già nutrito il nascituro nel suo grembo, ma puo’ continuare grazie a una scimmia, vedi Tarzan, a un lupo, vedi il bambino lupo, vedi una balia, vedi una donna quanto un uomo…ovvero chi se ne prende degnamente cura…Con questo non voglio dire che le pratiche ormai diffuse di “utero in affitto” “gestazione per altri” siano per me da promuovere, diffuse come sono tra le classi sociali piu’ benestanti e mentre molti bambini in disagio aspetterebbero l’adozione o l’affido..Tuttavia prendo atto che queste pratiche esistono e coinvolgono adulti, si spera consapevoli, e soprattutto bambini…In nome di questi ultimi, ma anche dei novelli genitori, una volta tali, è meglio evitere ogni forma di giudizio…Questo perchè, sappiamo che dal giudizio, quando è assoluto, si passa facilmente al pregiudizio verso categorie di persone, quali i bambini in età di sviluppo, fragili e da proteggere, e quali genitori da non stigmatizzare…

  2. …certo mi dispiace per quelle donne, spesso molto giovani, che si prestano all’utero in affitto, mercificandosi, ma non mi riesce di giudicarle, mentre mi sembra una forzatura pazzesca (dei diritti) proporre lo stanziamento di una cifra importante per convincere la donna a non abortire…come l’orrore del cimitero dei feti…

  3. Anche privare una donna del frutto della sua gestazione è un atto disumano! Certo, l’infante può essere allevato da chiunque, se la madre biologica manca. Ma la legislazione può consentire, accettare o… scoraggiare: non fa lo stesso. Siamo una specie evoluta, non primitiva o “naturale”, la cultura è la nostra seconda natura, che deve accordarsi con la biologia. In questo accordo la relazione materna è essenziale, come sa ognuno che è nato da sua madre. Rendere tutto pagabile, monetizzabile, non mi sembra un grande progresso. Invece di accettare che delle donne povere impegnino il loro corpo e la loro possibilità materna per soldi, sarebbe meglio sovvenzionarle, no? Sono solo scelte politiche, anche lasciare che alcune invece accettino la GPA è un atto politico, non credi?

  4. …penso che a tuttora il discorso del rapporto tra natura e cultura sia piuttosto controverso e richieda approfondimento: anch’io non ho le idee chiarissime…Comunque, nel caso della gestazione per altri, sono d’accordo con te, Cristiana: la donna, anche se consenziente, ne risulta umiliata e sarebbe opportuno offrirle, nel caso di suoi disagi economici, un’opportunità alternativa. Chi lo richiede, d’altra parte, se disumano, mostro o parzialmente in buona fede, dipende…A me interessava solo spostare l’attenzione a fatti già avvenuti, visto che la legge in certi Paesi lo consente, quando figli sempre innocenti e anche genitori in bilico si dovessero trovare ad affrontare situazioni di emarginazione, peggio di linciaggio da parte di una società alla ricerca di capri espiatori, mentre dimentica altre pesanti responsabilità…vedi dichiarare di voler fare esercitazioni atomiche, come si trattasse di bere un’aranciata o colonizzare interi Paesi o Continenti…

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