Vana attesa?

di Franco Nova

Tanta attesa per nulla,
chi era con noi se ne va,
un mondo è scomparso.
L’amicizia d’altri tempi
è sentimento sconosciuto,
è come un carico di vestiti
dismessi e gettati nei fossi.
Eravamo già esseri adulti
e ci scambiavamo sorrisi;
l’assenza d’un giorno era
mancanza d’umore vitale.
I giardini tutt’un fiore,
le case un unico vociare.
Torneranno mai quei tempi?
Solo se capiremo che esseri
alieni ci hanno invaso e reso
reale quanto fantasticato e
temuto per solo divertimento.
Vanno combattuti e respinti
nel loro mondo fatto di nulla,
soppressi pur come fantasmi,
dissolti nel nostro disprezzo.
Vedremo carrozze sognate
con cocchieri senza frusta
correre su larghe strade;
la nuova aurora ormai invitta
cancellerà gli odierni vili.
Sembra un sogno, che invece
realizzerà l’attesa rinascita
d’una vita che già conosciamo.
Non sarà solo felicità e bontà,
il turpe esisterà com’è stato
in ogni tempo dell’umanità,
ma s’alternerà alla dignità
d’una vita ricca di lotte e
d’alterne vicende, non unica
distesa dell’odierna nullità. 

1 pensiero su “Vana attesa?

  1. “il turpe esisterà com’è stato
    in ogni tempo dell’umanità,
    ma s’alternerà alla dignità
    d’una vita ricca di lotte e
    d’alterne vicende”
    come: “Ma lavorate, datevi impegni,
    pensate che ancor ci siete; e
    vivere è meglio del sognare”
    poesia civile, quindi. Con la forma a mattonella, interessante superamento del verso libero, per un argomentare incalzante e deduttivo. Mi chiedo: la poesia lirica si dirige al singolo, suscitando echi interiori e ampliando le riflessioni in generale. Forse proprio la asciuttezza del verseggiare allora, con una lingua accessibile e un argomentare conseguente, arriva… a chi? Chi è il lettore ipotizzato dall’autore, quello cui si sta rivolgendo? Se non uno già d’accordo?
    Allora, se è così, l’atto necessario è quello espressivo dell’autore, la poesia come necessità espressiva autoriale. Ci siamo. Come tutte le poesie. Poi uno parla dell’infinito e un altro della vita che passa e dell’etica necessaria. Si tratta, sempre, di approfondire il vivere singolo perché diventi comune.

Rispondi a cristiana fischer Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *