Mater matuta

di Cristiana Fischer

In debolezza e crudeltà come bestie all'ammasso
e trasportati nella civiltà
materna e femminile è un'ancora per voi
e una maledizione che vi assegna
a Satana tentatore.

Tutto decade e riposa
tra autunno e inverno le foglie cadute
alla terra bruna e gli insetti
lavoro che trasforma.

La vecchiaia è un controllo del tubo
digerente e del gomitolo assorbente
di golosità necessaria o pretendente.
Il pensiero ripensa l'impotenza
e accetta che cessi la prestanza
inutile grazia dell'essenza -
in attesa di vita oltremortale
sogno infinito
di vita immortale data
nella nostra contingenza animale
come se tutto rinascesse anime
immortali animali e umane dalla vita terrena
che solo noi pensiamo
e sappiamo umilmente pensare
sappiamo urlando pensare.

2 pensieri su “Mater matuta

  1. una poesia molto bella e potente, in crescendo nel ritmo a partire dalla strofa pacata, descrittiva sul ciclo della natura: “Tutto decade e riposa/tra autunno e inverno le foglie cadute/alla terra bruna e gli insetti/lavoro che trasforma…”
    Segue la costatazione dell’età trascorsa e avanzata, il nostro autunno umano, e prosegue con una riflessione sulla sorte comune, umana come animale, che ci attende: “…sogno infinito/ di vita immortale data nella nostra contingenza animale…” “…che solo noi pensiamo/ e sappiamo umilmente pensare/ sappiamo urlando pensare”
    Quell’urlo sembra la rivendicazione della nostra unicità nella consapevolezza sofferta, tra le specie animali, di un destino mortale e immortale nella natura

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