Vederti è un romanzo (1)

MARK ROTHKO

di Donato Salzarulo

                 I
 
Tra me e la mia foto
una lunga vertigine, un mulinello
una passeggiata guardinga nel vuoto.
 
È impossibile dire la gioia
di due tronchetti
messi a guardia
del giglio della pace.
 
La nostra vita non ha
ogni attimo un senso.
Spesso è mancanza, buio
solitudine: il veloce guizzare
di un banco di sardine.
 

 
                      II

… E tu così natalizia, così
sorridente e infagottata
sotto l’ombrello a regalarmi
la letizia delle parole…
 
Pure i capelli mi strappo
per i tuoi occhi belli
 
 
 
                 III
 
Pure io ho fatto un sogno agitato.
Avevo messo la macchina
in un posto sbagliato.
Col cellulare scarico non potevo
neanche avvisarti.
 
L’amore non molla. Come l’alberello
cresciuto tra le pietre del palazzo
Capaldo a Bisaccia.
  

 
                   IV
 
Tu esisti prima delle parole
che vorrebbero trasportarti
nel tempo fuori tempo
della scrittura. Tu sei la lima
delle mie passioni, il lembo
di balcone dei miei capogiri
le aiuole delle mie basse
pressioni. Il blu, il blu intenso
del pensiero. Dove vola ora
il pettirosso che ci faceva
compagnia in quell’autunno?...
 
 
  
                  V
 
Non sono un cervo
che incorna la sua cerva.
Con la tua vita la mia vita
ferve.
 
Non ho cavalieri da convocare,
non sono un re Artù. Ho una causa
un tempo persa da istruire,
una coscienza da svelare.
Fuori c’è un mondo da cambiare:
quello dell’utile, quello che altro
non sa fare che sfruttare...
 
 
 
                   VI
 
Noi siamo cittadini del tempo
che ci sfugge. Ci distruggerà
se non sapremo trasformarci
in personaggi della nostra storia,
se non disegneremo i viaggi
delle labbra, la trama dei sorrisi,
la danza fremente dei nostri corpi
abbracciati nel desiderio senza fine.
 


                    VII
 
Ci sei tu, meno male, a rendere porosa
la mia mente, a strapparmi al torpore
al tran tran della barca inerziale
che scivola lentamente verso
lo stagno, il grigiore mortale…
 
Ci sei tu a ravvivare la mia pagina
a regalare pensieri sogni ed eventi
da ordinare, riga dopo riga,
sguardo dopo sguardo, bacio
dopo bacio…E così finalmente
ti abbraccio, mi allaccio con forza
al tuo corpo. «Trattienimi, mi dico,
Trattienimi ancora un po’ sul tuo
seno...Allontana da me il veleno
del divenire, lo spettro dell’età,
la fluidità dello svanire…».
 
Novembre 2022 

3 pensieri su “Vederti è un romanzo (1)

  1. E’ un romanzo, una costruzione che dura il proprio tempo e non coincide con quello lineare della vita. Un tempo che ha tre dimensioni, la profondità (“ferve”) oltre che la durata (“Tu esisti PRIMA delle parole/che vorrebbero trasportarti/nel tempo fuori tempo/
    della scrittura”) e la memoria (“Il blu, il blu intenso/del pensiero”).
    E, contemporaneamente, quel tempo costruito crea una sua propria dimensione “Allontana da me il veleno/del divenire”.

  2. è una poesia dal ritmo incalzante come il respiro, che si rigenera continuamente e ogni volta rinnova un atto di fede verso la vita… Per Donato coincide con la donna amata, centro di gravità permanente, dimensione rassicurante che riesce a circoscrivere la mancanza di senso in “una passeggiata guardinga nel vuoto” che : “…Spesso è mancanza, buio solitudine.” I colori proposti dalla foto del dipinto sono il nero notte e il blu trasparente di certe vetrate o dell’acqua di mare all’imbrunire, ma nella poesia, per contrasto, si affaccia spesso il color rosso fuoco…. del caminetto “di due tronchetti/ messi a guardia/ del giglio della pace”, degli sguardi incrociati degli amanti sull’uccellino, “pettirosso”… e poi ancora: “tu cosi’ natalizia/ sorridente e infagottata”…”Ci sei tu a ravvivare/ mia pagina”…
    Sentimenti e colori che inebriano, ma lasciano intatti, anzi ravvivano nel poeta, il senso di responsabilità verso gli altri e i problemi sempre piu’ urgenti del nostro tempo.
    Grazie a Donato che rompe il quasi tabu’ a parlare dell’amore…cosa a cui non sono estranea

  3. Cara Cristiana, ti ringrazio per la tua annotazione sul significato del “romanzo”; mi sembra puntuale e condivisibile. Ringrazio anche Annamaria per le sue annotazioni. Vero. Ogni volta che scrivo cerco di rinnovare “un atto di fede verso la vita”, anche se la congiuntura storica che stiamo vivendo è tutt’altro che entusiasmante. Quanto a rompere il “quasi tabù a parlare dell’amore”, direi che non sono sicuramente il primo. Mi colloco all’interno di una tradizione latamente “dolcestilnovistica” in cui assumo che Poesia=Donna=Parte Femminile anche di me stesso. Ancora grazie.

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