Archivi categoria: ESODI

Passare i confini

Tre tentativi di teologia contemporanea

di Giuseppe De Angelis

Giuseppe De Angelis è un giovane dottore in filosofia. Recentemente mi ha fatto leggere queste “Tre prove di teologia contemporanea”, continuazione in qualche modo della sua tesi di laurea. Ho letto volentieri le sue pagine e, pur condividendo singole proposizioni, in uno scambio di mail, gli ho detto chiaramente che la mia ricerca si muove su un altro terreno e all’interno di altri orizzonti. Per quanto mi riguarda, infatti, se devo ricorrere alla teologia, preferisco il «Trattato teologico-politico» di Spinoza o il messianismo di Benjamin. «Ma non è questo il punto. – Gli ho scritto nella mia e-mail. Preferisco restare sul tuo terreno, sulle scelte di scrittura-riflessione che tu compi. Allora ti pongo queste domande:

  1. È proprio necessario ricorrere al mito biblico per indagare e comprendere l’Essere, l’Esistere e l’Amare? Quale maggiore comprensione si guadagna rispetto ad altre modalità d’indagine?
  2. Per spiegare l’Amore perché scegliere il mito di Lucifero e non quello raccontato da Platone nel Simposio? Insomma, perché preferire il divino vetero-testamentario?
  3. La riflessione filosofica che, mi pare, si caratterizzi proprio per il suo emanciparsi dal “mithos” a favore del “logos”, se torna ad affidarsi in modo così palese e prevalente al mito religioso, non rischia dei passi indietro?…»

De Angelis ha provato a rispondere alle mie domande, ma i miei dubbi e le mie perplessità rimangono. Credo, comunque, che, per far crescere la riflessione, le “tre prove” abbiano bisogno di una circolazione più ampia. Da qui la mia proposta di pubblicazione su Poliscritture. (D.S.)

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Sui «Sudari» di Enzo Elefante

di Donato Salzarulo

Occorre un’idea. Un’idea forte dell’Altro; un’idea originata da grande e viva curiosità, da una voglia incontenibile di esplorazione, dal desiderio di uscire dai confini del proprio corpo-mente, di vincere le resistenze dell’Io-pelle per trovare il singolare, l’unico e inventare il nuovo, l’originale. Vedere l’Altro, vedere la sua forma esteriore e interiore, intuirne l’essenza, farsi interrogare dal suo volto, dall’arcipelago della sua anima, dalle sue lacerazioni, dalle sue ferite.

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Lucido critico, inquieto, mai pacificato…

Un ricordo di Eugenio Grandinetti

di Toto Lucchesi

Ho conosciuto Eugenio agli inizi degli anni ’70: abbiamo insegnato nella stessa scuola, la Media Gemelli, nello stesso corso.
Il primo aspetto che mi colpì fu la sua profonda curiosità, il forte impegno nell’intrecciare poesia e micologia, linguistica e tecnica , entomologia e botanica, fino a qualche anno fa frequentava, unico allievo, all’Unitre di Milano un corso di erpetologia.

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Per Giuseppe Nava (1937-2019)

di Fabrizio Podda

Sabato 27 luglio Giuseppe Nava ci ha lasciati. Nato a Milano nel 1937, dopo gli anni della formazione a Pavia sotto il magistero di Lanfranco Caretti, per un trentennio ha insegnato Storia della Critica letteraria prima e Letteratura italiana poi all’Università di Siena. Ha dedicato molta parte dei suoi studi all’opera di Giovanni Pascoli, curando l’edizione critica di Myricae (Sansoni, Firenze 1974) e il relativo commento (Salerno, Roma 1978 e 1991); il commento dei Canti di Castelvecchio (Bur, Milano 1983) e, per Einaudi, l’edizione critica dei Poemi conviviali («Nuova raccolta di classici italiani annotati», 2008). La sua passione critica ha spaziato tra Ottocento e Novecento, da Manzoni a De Marchi, da Elsa Morante ad Anna Banti, da Elio Vittorini a Italo Calvino e Franco Fortini. Ha a lungo diretto il Centro studi Franco Fortini dell’Università di Siena e la sua rivista, «L’ospite ingrato». È stato tra i più importanti filologi della sua generazione: studioso impeccabile, critico lucidissimo, metodologicamente curioso e aperto al nuovo. Ma, soprattutto, è stato uomo di caratura intellettuale, morale, “emotiva” rarissime.

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Già tra noi…

Storie di migranti raccolte da Jorida Dervishi

a cura di Ennio Abate

Pubblico stralci dell’introduzione e di alcune storie di vite migranti di “La mia storia è la tua storia”, un libro in via di stampa scritto e curato con passione dalla giovane Jorida Dervishi di origini albanesi e tutor universitaria a Milano. L’ ho letto in bozze e la mia riflessione, che ora fa da prefazione al libro, oltre a richiamare temi già toccati qui su Poliscritture, vuole essere anche un riconoscimento convinto del lavoro di integrazione fatto da tanti anni, attraverso i corsi d’italiano a favore dei migranti, dal “Centro di cultura popolare” di Pioltello, in particolare nella sede di Seggiano che ho sia pur saltuariamente frequentato. [E. A.]

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Su Gianmario Lucini, CFR e Poliscritture

di Ennio Abate

1.

Quattro anni dalla morte di Gianmario Lucini, poeta, fondatore della casa editrice CFR e per tre numeri (dal 9 all’11) editore, collaboratore ed impaginatore  di Poliscritture (in cartaceo).  L’8 novembre scorso, grazie alla sua vedova, Marina Marchiori, e a Cristina Pianta, ho avuto modo di riflettere nuovamente sulla sua figura «poliedrica, contraddittoria, caparbiamente volta agli altri ed al futuro» (così ne scrissi nel 2004). E pure sul *noi* di CFR e di Poliscritture. Occasione: la presentazione presso la Biblioteca Sicilia a Milano de «L’impoetico mafioso», un’antologia di poesie su questo tema “civile”, nata dai suoi  legami con il Sud e dalla spola in auto (sulla “mitica rossa”, come la chiamavano i suoi amici) che Gianmario, instancabile, tra la montana Piateda e l’assolata Gioiosa Jonica. Continua la lettura di Su Gianmario Lucini, CFR e Poliscritture

Degli orrori di ieri e di oggi

di Ennio Abate

in memoria di Piero del Giudice *

In albe inferme giovani sentinelle
appostate su piramidi rilucenti
freddarono di servi un sogno.

Restarono cervici da corpi divelte,
muschi d’organi squarciati
torcigli di visceri in stracci raccolti.

Tranquilli,  gli occidentali omini
sull’oscuro pavimento degli anni
uno sgorbio color carbone vedono.

E per assenza di grida narrano
che di miti bestie in autunno macellate
il sogno fu. Non d’umanità percossa.

Mente che indaghi quel tempo
grumoso! E’ lo stesso che i freezer
televisivi surgelano ogni giorno.

A Sabra, Beslan, Bagdhad.
Orridezze certe. Le gustano
gli immemori in sugo d’angoscette.

(1983 circa/ 9 giugno 2016) Continua la lettura di Degli orrori di ieri e di oggi

Su “Stranieri residenti” di Donatella Di Cesare

Stranieri residenti. Donatella Di Cesare, Bollati Boringhieri, 2017

di Marisa Salabelle

Stranieri residenti, di Donatella Di Cesare, è un libro importante. L’autrice è una filosofa e si propone, con questo saggio, di fare una ricognizione sui modi in cui la filosofia ha affrontato, in passato ma soprattutto nell’ultimo secolo, concetti quali straniero, migrante, migrare, Stato, nazione, territorio e altri ancora. In apertura ci mette in guardia: non troveremo nel suo libro ricette o proposte su come affrontare gli sbarchi e gestire i flussi, né altri tipi di soluzioni pratiche. Di Cesare si propone di dare inizio a una “filosofia della Continua la lettura di Su “Stranieri residenti” di Donatella Di Cesare

Su Ermanno Olmi

di Alberto Panaro

Ermanno Olmi, bergamasco, morto a 86 anni ad Asiago, ha fatto tanti film. Ma qui voglio parlare di uno solo, “Il villaggio di cartone”, per le polemiche che scatenò nella cultura cattolica di destra. Il film era stato presentato fuori concorso a Venezia nel 2011. Continua la lettura di Su Ermanno Olmi