Archivi categoria: SEGNALAZIONI

La libertà come errore di sistema

Un estratto da La comunità dei viventi, Clinamen, Firenze 2023.


di Idolo Hoxhvogli 

La società della separazione tra uomo, mistero e natura è caratterizzata da una perfida uniformità, insegna l’arte di fare a meno dell’arte. Alla degradazione delle pratiche ideali corrisponde un’estensione del campo prescrittivo. È inutile adoperarsi per un mondo migliore, se il mondo migliore è somministrato dagli altri. Basta credere, al limite adeguarsi. Le buone maniere trasmettono il valore della rinuncia ai valori. L’acquisizione dei diritti nasconde la pianificazione del desiderio, produce l’incapacità di riconoscere l’occasione della rivolta. La pedagogia, con la scusa di educare alla prudenza, imbottisce l’infanzia di paure. Il fondamento del viaggio sta nello sguardo itinerante. Fermarsi per chiedere permesso significa delegare al potere il giudizio, divenire gente vigliacca. La vita permalosa movimenta il nulla: offesa dalla verità, la aggiorna a immagine e somiglianza dell’ultimo partito. Riprogrammare l’esistente e correggere l’umanità sono gli scopi della tecnologia: sviluppa protesi che rendono invalidi i viventi, organizza una festa, dittatura a sorpresa in cui le cose esprimono tutte la stessa tesi. Continua la lettura di La libertà come errore di sistema

Due poesie da “ellenika”

di Nunzio Di Sarno

ESTATE D’ANARCHIA
Carri arrugginiti e binari tranciati
Non riflettono più il sole in cave
Abbandonate a Megalo Livadi

Creme solari e non più sangue
A colorare spiaggia e mare
Pare un compromesso salutare

Gli anarchici soli a ricordare
La lotta che non cedette il passo
Al fuoco, alla legge ed al ricatto
Shots “in the name of the king”

In that bloody August in 1916
To let the companies keep on
Killing, exploiting and starving

But united they stood – Rebels –
Under the flag of Revolution
And for a while they won free
Their unique summer of anarchy

Fili

Il dubbio sul da farsi non regge
Quando il richiamo intona il canto
Che mi scrolla di dosso le proiezioni
Pure se il colon mi torce la gola

I passi non pensano più
Comanda il suono

Che guida sull’asfalto
Sulle rotaie e sulle onde
Apre all’ignoto sfilacciato
Che s’intesse dolcemente
Andando

E il viso dorato di Georgia
È l’epifania non cercata
Svelata in una risata
Che sposa tre lingue
E stabilizza potenziando
Le future trasmissioni

E quanto sepolto rimanga
Il bagliore dagli anni
Non so dire
Se nel ricordo
Ritorna uguale l’onda
E scorre dentro e fuori
A mostrarmi cos’è l’eterno

Quarta di copertina 

L’incrocio è il luogo che definisce questa raccolta. È un incrocio lo stile: un miscuglio tra appunti di viaggio e poesia. Lo è la lingua: un italiano che si intreccia all’inglese, al greco e allo spagnolo. Tra la partenza e l’arrivo è negli incroci, tra crisi e soluzioni, tra rischi e prove, che attraverso l’altro ci si ridefinisce. È abbracciando l’ignoto che si arriva all’insperato. Il mare, la terra, l’asfalto insieme agli altri elementi, naturali e non, sostengono tutte le vite che in questo viaggio si intrecciano, come le cime e le gomene della nave. Strette a tenersi per salpare e attraccare. Vicine non si sa per quanto. Ma di quel contatto conserveranno il tocco del vento e del mare, che le hanno battezzate.

Nunzio Di Sarno  Nato a Napoli, vive e lavora a Firenze da alcuni anni. Docente di lingue e letterature straniere e psicologo. Ha finora pubblicato due raccolte di versi:  “Mu” (Oédipus, 2020) e “Wu” (Bertoni 2021). Suoi articoli e poesie sono presenti su diversi blog e riviste. Mu project è un progetto di poesia e immagini, che porta avanti da alcuni anni su siti e social.

 

Stefano Olmastroni

I riflessi delle cose
quella sera che uscimmo con Pierluca
e i vicini e Santissima Annunziata
ricordava quella di due anni prima
si avvertivano nell’aria le mie ruminazioni di
emergenza, le tue sirene spente
Chiara ti parlava e tu
non potevi più ascoltare
mentre la seguivi rincorrere il bambino
e provavi a non fissare
i riflessi delle cose
il tuo corpo era lì. la tua anima ai margini
della piazza.
fu l’ultimo fine settimana che fummo visti
insieme.
il mercoledì
era già tutto finito.
quella storia
che ci piaceva tanto raccontare
non esisteva più

Stefano Olmastroni, appassionato di yoga, natura e musica, suona svariati strumenti a corde.
Nel 2020 è uscita la sua prima raccolta Ognuno si racconta la sua storia (Italic). Alcune sue poesiesono state pubblicate in riviste online e cartacee. Fra le altre esperienze, ha collaborato con l’Accademia della Crusca e insegnato lingua italiana presso il College of William and Mary in Virginia. Attualmente vive a Firenze dove insegna lingua inglese nella scuola secondaria.

L’amore arcobaleno

Lenore Kandel nella biografia di  Dianella Bardelli Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore –  Compagnia editoriale Alberti, 2022

  di  Emma Pretti

Parlare e ancor più scrivere d’amore mi crea sempre tutta una serie di idiosincrasie che mi portano a rifiutare l’argomento senza riserve. Per questo motivo mai avrei pensato di affrontare una recensione prprio intorno a un tema così inflazionato, ma la personalità della poetessa Lenore Kandel, presentata da Dianella Bardelli  nel suo ultimo libro “ Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore”, mi ha offerto diversi spunti che non ho potuto ignorare. Continua la lettura di L’amore arcobaleno

C’era una volta la classe operaia. Eppur (r)esiste

Segnalo il programma del Festival di letteratura working class – (qui) , che si terrà a Firenze tra 31 marzo e 1-2 aprile. E il link di una rivista, il maleppeggio, uscita tra 2006 e 2007, che si occupava di “storie di lavori” (qui). (Nota. Per leggere gli articoli  di il maleppeggio cliccare sull’immagine di un numero e poi (a destra) su ‘tutto il numero’). [E. A.]

L’interrompete la chiacchiera?

This aerial view shows residents, aided by heavy equipment, searching for victims and survivors amidst the rubble of collapsed buildings following an earthquake in the village of Besnia near the twon of Harim, in Syria’s rebel-held noryhwestern Idlib province on the border with Turkey, on February 6, 2022. – Hundreds have been reportedly killed in north Syria after a 7.8-magnitude earthquake that originated in Turkey and was felt across neighbouring countries. (Photo by Omar HAJ KADOUR / AFP)

Abbiamo delle antenate

da https://ildiario.blog/ di Cristiana Fischer

La libertà femminile di desiderare, e di scegliere e agire, comporta il riconoscimento tra donne. “Il guadagno di avere delle antenate” è sul Manifesto il titolo della recensione che Liliana Rampello fa del libro di Sara De Simone “Nessuna come lei. Katherine Mansfield e Virginia Woolf. Storia di un’amicizia”, Neri Pozza, 2023.

Liliana Rampello usa una costellazione di parole che risultano “dalla pratica di relazione fra donne nei nostri anni Settanta”. L’altra come specchio, avventura di un’amicizia, la scoperta dell’Altra, riconoscimento reciproco di valore, ammirazione, due donne coraggiose e consapevoli, invidia, gelosia, competizione, incomprensioni. Patto, guadagno, perché: “una volta aperto, nulla può interrompere il dialogo tra due donne”.
“Questo è un libro politico” dichiara Liliana “in cui la ricerca e lo studio portano a un risultato che non riguarda solo la storia e la critica letteraria, ma rilanciano liberamente la capacità femminista di reinterpretare il già pensato con pensieri impensati, di restituire la vita e l’esperienza delle donne al nucleo incandescente della loro originalità.”
Il femminismo ha tolto le donne dalla miseria del loro isolamento in una società di maschi di cui erano un’appendice.

“Dentro il femminismo esistono linee liberal che mirano all’uguaglianza giuridica, cioè alla sussunzione delle donne in condizioni di parità nell’ordine universale delle istituzioni economico-politiche moderne; questo femminismo è un’ideologia grazie alla quale un soggetto parziale – le donne – si pone come portatore di una critica dell’esistente da un autonomo punto di vista, e avanza un progetto universale di ordine giusto, ossia non più patriarcale; una forza politica mobilitante, storica e concreta che ha in sé anche la pulsione a un ordine neutralizzato. Nelle sue versioni radicali, invece, il femminismo persegue l’enfatizzazione della differenza, l’elaborazione di un discorso che parte dalle donne stesse, per evidenziare – in alcuni casi ipotizzando una astorica essenza femminile (la «cura»), in altri negandola a partire dalla critica dell’interconnessione tra patriarcato, capitalismo e razzismoil fatto che, nelle diverse configurazioni storiche del potere maschile, alle donne è stata imposta una specifica posizione subalterna, che si tratta di decifrare, decostruire e rovesciare.” Carlo Galli, Ideologia, Il Mulino, 2023.

La differenza libertà femminile… puff, sparisce!”  

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I numeri del “quotidiano”

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Cliccare sul numero per visualizzarlo. Una volta visualizzato si potranno cercare specifici termini nel numero visualizzato o si potrà stamparlo o scaricarlo. La digitalizzazione è a cura dell’ Archivio Storico della Nuova Sinistra LinkEsterno “Marco Pezzi” di Bologna.
Nell’elenco sono presenti anche numeri delle riviste “Avanguardia Operaia” e “Politica Comunista” (vecchia e nuova serie) e verranno archiviati numeri dei “Quaderni”.

a questo link

https://www.quotidianodeilavoratori.it/?fbclid=IwAR2dRwAJ9sZNKDV2njgBko2EgMT-KYWbe4phi0dkEGLLjBPlC2uzgBn24gA

Gianfranco La Grassa

Gianfranco La Grassa prosegue, con quest’ultimo saggio, il suo percorso di revisione e innovazione teorica al fine di individuare e interpretare le principali direttrici sociali che operano nel mutamento della fase presente e che gettano nuova luce anche sul passato. Come diceva Marx: è sempre l’uomo la chiave per l’autonomia della scimmia e oggi, agli esiti a cui sono giunti avvenimenti e fenomeni sociali, risulta necessaria un’opera di palingenesi scientifica per orientarsi nel mondo in piena riconfigurazione.

La visione concettuale di La Grassa, pur riveniente dalla sua formazione marxista, è definitivamente uscita dalla prospettiva di Marx e si è incanalata nell’analisi di elementi politici e sociali che il pensatore tedesco non avrebbe mai potuto considerare fino in fondo, in quanto figlio di un’altra epoca – in cui parevano essere preponderanti altri fattori (vedi quello economico-produttivo) – ormai definitivamente tramontata.

Nel pensiero di La Grassa, è la Politica, intesa in senso ampio come serie di mosse strategiche per la supremazia che avvolge e penetra ogni sfera sociale, il principale motore della Storia. Quest’ultima è scontro acerrimo tra élite dominanti, in ambito economico-finanziario, politico-militare e ideologico-culturale. L’ordine è volutamente sparso e non gerarchico perché non ci sono punti di riferimento saldi, se non la Politica stessa così significata. La Politica, in questo ripensamento, è condizione unificante dell’intero spazio sociale, laddove per unificazione non si intende semplificazione ma espansione ed approfondimento di scenario, considerata la capillarità dei conflitti, visibili o meno (di solito quelli nascosti sono sempre più essenziali), che scuotono costantemente la vita sociale degli esseri umani.

In questo quadro concettuale in cui vengono a riprofilarsi i gangli primari delle varie formazioni sociali, o meglio la nostra lettura degli stessi, è lo scontro tra dominanti, per il potere e l’egemonia, quel che caratterizza meglio il mondo, e non, come invece si era troppo a lungo creduto, la lotta di classe tra “liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in breve, oppressori e oppressi”. Certamente anche le lotte di classe sussistono ancora ma il posto loro assegnato, “nella trasformazione rivoluzionaria o… nella comune rovina” sociale è stato derubricato. Non da La Grassa, ma dai fatti