Archivi categoria: SOTTOSOPRA

Un palco per Giò

di Cristiana Fischer

Crescono irresistibili. Come ogni primavera i rami hanno emesso nuovi spunti di verde  tenero e quindi si allungano, le querce più vicine svettano per quindici metri sopra il tetto. La piattaforma di cemento si frattura in lunghe raggiere, seguendo il distendersi delle radici. Quando i venti volano sui boschi e precipitano sulla balza, i pini marittimi alti e rotondi resistono sul fittone e si aggrappano al terreno con i palchi orizzontali delle radici, ma i tronchi gemono. Continua la lettura di Un palco per Giò

Cucina

di Cristiana Fischer

Il nostro mangiare moderato
a pranzo e cena
(in intervalli merende e aperitivi)
senza ingrassare ma con cibi magri
sani e controllati, gusto certo
e purificazione di sostanze.
Quel nostro mangiare ci mantiene
beati e nutriti a sufficienza – senza
esagerare – in circostanze
di lotta di classe non estrema, chi teme
la fame qui da noi? Non c'è forse
cibo per tutti?
La moderazione come strategia
di accoglimento e integrazione
non vogliamo respingere ma accogliere
in salute senza esagerare
quelli che arrivano e si vogliono integrare. 
Basta non pretendano abbuffarsi
di una ricchezza che amministriamo
responsabilmente senza accrescere
di peso e grasso i dominati, in nome
di salute spiritualcorporale. 
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Cucina

di Cristiana Fischer

liberare i residui dai denti
con le cure necessarie e contemporaneamente
dal culo i metabolici residui
alimentari per il corpo
astrale e neutro da mantenere pronto
e trasparente alla resurrezione
in un corpo ascendente che si pente
della sua crassa nutrizione
della sua gioia a sopravvivere e mangiare
e consumare altri viventi
siamo legati alla ruota infinita
dei viventi universali
così universali sono i nostri pensieri
della filosofia
 
 
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Lettera di una vecchia

 

di Kris Futura

… che poi, invecchiando, e con la prosecuzione dell’età invecchiata fino a margini intoccabili, in cui, di arrancamento fisico che non coglie l’eventuale istupidimento mentale, ma socialmente tutti i nostri diritti, di noi vecchi sopravvissuti, sono intoccabili…

Ma siamo i saggi (e le sagge?) che intendono regolare la vita dei giovani che si propagano – sapendo noi che la progressione dell’età non è la propagazione delle creature, noi scemi destinati alla morte fisica consapevole che rifiutiamo – come fanno a sopportarci?

Nella speranza, forse, di sopravvivere come noi fino alla nostra età, e oltre.

Ci fosse – diomio – un accordo mondiale – occidentale – che assicuri una speciale convivenza tra noi vecchi pretenziosi di cure e di assistenze, che ci consenta, come liberi elementi mentali, un po’ esterni e prospettici, nei confronti dei terreni radicati e meno fantasiosi – che ci consenta convivenza pacifica e tollerante, con eventuali scambi intellettuali ( di dubbioso guadagno reciproco ) per un fine insensato che insceni: tutta la vita qui confitti, tutta senza prospettive, terrena, finita, nonostante.

(- Nonostante che?

–  Nonostante la mente pensi l’eterno e l’infinito.

–  Solo idee.
–  Appunto, e nonostante. )

 

Due poesie

di Cristiana Fischer

1
IL POSSIBILE
 
La coda riafferrare del pensiero
che sfugge tra il cibo da approntare per altre
soddisfazioni: così troppo poche
parole in ritmo e in rima che mi sorgono spontanee
non le fermo tra le pulizie e i fornelli
e soprattutto i pensieri chiari
della situazione
mi spiegano il perché di poche voci femminili e
che l'intrico di vita e di sapere
spesso manca di parole.
Qualcosa significa sulla poesia
proiettata all'esterno come se 
- sempre il "come se" fosse reale
e non possibile ideale - fosse quindi
l'unico mondo reale tra i possibili
incarnati, tra i vivi compatibili
e mai arresi agli invisibili. 
 
 
 
2.
Non ce la faccio l'emozione
non si incontra con il sentimento contrario:
allontanare il coinvolgimento
sentimentale con il possibile
umano come me riconoscibile eppure
nemico. Per attingere l'umana
sopravvivenza fuori da una unica
certezza misurabile così pensiamo noi occidentali:
una sola Terra  appena ricca per vecchi padroni.
L'orizzonte è questo, che non ci mantiene,
noi proiettati a un infinito cieco senza morte
un vero problema: dove va l'umano
che della morte ha fatto
la nostra infinità?
Prendere la morte in terra in realtà
eppure proiettarla nei nostri paradisi richiede
creazione divina in campi elisi come se
morire fosse solo un passaggio.



Corporale

di Cristiana Fischer

Il vecchio corpo

Con parole e frasi inseguo i movimenti
vitali il corpo è materia originale
impossibile per cultura e stile
descrivere gli approcci naturali
alla longevità della natura alla
salute previdente alla
filosofia che supera ogni vita reale e contingente.
Legare vita e pensiero in sterminato
possibile ancora non mi è dato
esistere è una conclusione
povera evidente.
 
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Abbiamo delle antenate

da https://ildiario.blog/ di Cristiana Fischer

La libertà femminile di desiderare, e di scegliere e agire, comporta il riconoscimento tra donne. “Il guadagno di avere delle antenate” è sul Manifesto il titolo della recensione che Liliana Rampello fa del libro di Sara De Simone “Nessuna come lei. Katherine Mansfield e Virginia Woolf. Storia di un’amicizia”, Neri Pozza, 2023.

Liliana Rampello usa una costellazione di parole che risultano “dalla pratica di relazione fra donne nei nostri anni Settanta”. L’altra come specchio, avventura di un’amicizia, la scoperta dell’Altra, riconoscimento reciproco di valore, ammirazione, due donne coraggiose e consapevoli, invidia, gelosia, competizione, incomprensioni. Patto, guadagno, perché: “una volta aperto, nulla può interrompere il dialogo tra due donne”.
“Questo è un libro politico” dichiara Liliana “in cui la ricerca e lo studio portano a un risultato che non riguarda solo la storia e la critica letteraria, ma rilanciano liberamente la capacità femminista di reinterpretare il già pensato con pensieri impensati, di restituire la vita e l’esperienza delle donne al nucleo incandescente della loro originalità.”
Il femminismo ha tolto le donne dalla miseria del loro isolamento in una società di maschi di cui erano un’appendice.

“Dentro il femminismo esistono linee liberal che mirano all’uguaglianza giuridica, cioè alla sussunzione delle donne in condizioni di parità nell’ordine universale delle istituzioni economico-politiche moderne; questo femminismo è un’ideologia grazie alla quale un soggetto parziale – le donne – si pone come portatore di una critica dell’esistente da un autonomo punto di vista, e avanza un progetto universale di ordine giusto, ossia non più patriarcale; una forza politica mobilitante, storica e concreta che ha in sé anche la pulsione a un ordine neutralizzato. Nelle sue versioni radicali, invece, il femminismo persegue l’enfatizzazione della differenza, l’elaborazione di un discorso che parte dalle donne stesse, per evidenziare – in alcuni casi ipotizzando una astorica essenza femminile (la «cura»), in altri negandola a partire dalla critica dell’interconnessione tra patriarcato, capitalismo e razzismoil fatto che, nelle diverse configurazioni storiche del potere maschile, alle donne è stata imposta una specifica posizione subalterna, che si tratta di decifrare, decostruire e rovesciare.” Carlo Galli, Ideologia, Il Mulino, 2023.

La differenza libertà femminile… puff, sparisce!”  

La natura delle cose

di Cristiana Fischer

Per qualche ragione che non so più ho preso in mano il poema “De rerum natura” di Lucrezio (vivente all’epoca in cui nacque la nostra era cristiana) restando profondamente stupita dal suo splendido naturalismo, da un lato, e dal suo sereno materialismo, dall’altro. Lucrezio ammette l’esistenza degli dei (e non di un Dio unico) ma li colloca – sereni e beati, indifferenti agli umani – negli intermundia (uno “spazio sottile come i loro corpi”) epicurei, inaccessibili a noi che viviamo nel/nei mondi popolati di atomi materiali. Tuttavia il suo materialismo introduce, nella caduta meccanica dei fondamentali elementi naturali, la possibilità di impercettibili variazioni, che giustificano, per noi umani, che possiamo avere libertà e piacere.
Questa visione filosofica, semplice e razionale, mi è parsa rispondere all’angoscia di cieche interrogazioni su cui mi affannavo, nello stesso tempo, circa l’aspirazione alla trascendenza che fa parte della nostra cultura.
Ho scritto questo poemetto per ripercorrere il percorso che ho sopra descritto, intrecciando versi di Lucrezio alle poesie in cui esprimevo l’angoscia del forse impossibile senso che cercavo per la nostra esistenza sulla Terra. Continua la lettura di La natura delle cose