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Investigatrice a Livorno

Angela Pagnanelli, Correre dietro al sole nell’ombra, Edizioni Il Castello, 2022

 di Teresa Paladin

Una nuova investigatrice entra nel panorama della narrativa giallistica: una giovane giornalista di 35 anni di nome Gianna, una donna che non si ferma alla apparenze degli accadimenti o alla loro esecrazione, perché ritiene che di fronte alle ingiustizie e ai crimini occorra non tirarsi indietro e che, con intraprendenza e soprattutto coraggio, ci sia bisogno di testimoni di verità. E’ allieva di un altro mitico giornalista, suo mentore, Giorgio, esperto di cronaca nera del giornale “Voce popolare” di Livorno dove anche lei è inquadrata. Continua la lettura di Investigatrice a Livorno

Su amore, accettare, soffrire, noia, uno/due e fine

di Franco Nova

PRIMA DI TUTTO L’AMORE
 
Molte fole per vivere,
amare la semplice verità;
la coscienza si piega in due
il cuore vuol essere solo.
In cielo l’azzurro dà fiducia,
le nuvole sornione sono rare
in genere stese all’orizzonte
e sempre vicine a dissolversi.
L’uomo furbo non si fidi
le nubi sono inaffidabili,
all’improvviso mentono
e l’azzurro si fa terso
partecipando alla congiura
segreta contro il cuore.
Per vincere basta il coraggio
di uscire da se stessi
lanciando il siluro dell’amore.
Dubbi e timori son dissolti
dalla tensione per l’amata.
Lontani i pericoli di errare;
se ciò accade è ormai tardi
per potersi ritirare. 
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Perché l’11 settembre 2001

di Raffaella Ferraiolo Depero

Questa nota va considerata un’appendice al mio precedente articolo (qui).
Perché è successo l’11 settembre? Molti hanno hanno scritto in proposito e più autorevolmente di me. Basti pensare all’articolo di Dario Fo o alle pacate risposte che Umberto Eco, Tiziano Terzani, Dacia Maraini, diedero a quella ignobile lettera di Oriana Fallaci, La rabbia e l’orgoglio. Quella che segue, perciò, è solo la mia opinione. Continua la lettura di Perché l’11 settembre 2001

Il mio 11 settembre

di Raffaella Ferraiolo Depero

Ho sentito parlare dell’attacco alla prima torre mentre ero in cammino verso la scuola dove insegnavo. Ho pensato a un guasto alle torri di controllo. Quando sono arrivata a scuola, mi hanno detto che anche la seconda torre era stata colpita. Che era un attacco terroristico.
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Un teatro gratis per tutti

di Raffaella  Ferraiolo Depero

L’altra sera sotto una raggiante super-luna blu abbiamo assistito gratis, al Public Shakespeare Theater in Central Park, ad una splendida d rappresentazione ella Tempesta. Il palcoscenico è circondato dai più iconici scorci di Central Park e spesso, durante gli spettacoli, un orsetto lavatore, che ormai fa parte del cast permanente, li attraversa.
Nato dalla visione democratica di Joseph Papp (drammaturgo, regista e attivista politico), il Public Theater è PUBBLICO, e continua a realizzare il motto del suo manifesto: “Il Public è il Teatro Del, Dal e Per tutto il Popolo.”
Nel 1957 quando Joe Papp e il suo gruppo decisero di fare un passo coraggioso mettendo in scena la loro prima produzione di Shakespeare a Central Park, La Bisbetica Domata, in uno storico spettacolo all’aperto, dovettero affrontare difficoltà finanziarie, opposizione politica e persino minacce contro l’esistenza del Teatro di Shakespeare. L’incrollabile determinazione di Papp, il sostegno del suo team e quello della comunità ebbero, però, un ruolo fondamentale nel superare queste sfide. E, anzi, pochi anni dopo Valerie e George T. Delacorte jr., contribuirono con una grande donazione alla sua costruzione. Da allora lo Shakespeare Theater ha anche il nome di Delacorte Theater. Continua la lettura di Un teatro gratis per tutti

Lo sceriffo

di Daniele Barni

Un invito a leggere questo racconto di Daniele Barni che parla di un certo tipo di matti che colorano, o almeno coloravano, il monocorde vivere di provincia. Nel leggerlo mi è tornato alla mente la prima volta che sono stato a Vetulonia, oggi piccolo borgo della Maremma, ma dal passato più che glorioso, essendo una delle storiche città della dodecapoli etrusca. Dopo aver visitato il museo etrusco, l’acropoli ed alcune tombe a tumulo sparpagliate nella campagna, per rinfrescarmi sono entrato in un caffè dove c’erano quattro o cinque personaggi davvero strani, tra di loro anche una donna. Sbevucchiando a grappini ridendo e rilanciando un paradosso dietro l’altro, lasciavano pagato un cicchetto per qualcuno del borgo che in giornata sarebbe senz’altro capitato al bar. La barista, scuotendo la testa in una smorfia divertita, ad un certo punto mi ha detto: – Scusi eh, … questo chiasso, … ma se non ci fossero loro a Vetulonia non si potrebbe che morire di noia.
Il racconto LO SCERIFFO sarebbe stato da inserire nell’almanacco La casa degli strani che ho curato nel 2019 per Aska Edizioni, insieme a Giuseppe Baldassarre e Fabio Flego. Peccato … Comunque sia, a corredo del testo, inserisco il disegno di mio figlio Nilo, usato per la copertina di quel libro. Buona Lettura. (A. A.)

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