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Approfondimento

PUNTI DI FUGA. Scritture critiche di vario genere (qui)

  di Donato Salzarulo

1.- Il punto di fuga è un’astrazione. Ma è un’astrazione necessaria se vuoi mettere i tuoi sguardi in prospettiva, se vuoi cogliere il vicino e il lontano, il presente da fronteggiare e il passato che ti sta addosso (e non c’è più) o il futuro che desideri (e non c’è ancora).

Sei dentro un paesaggio sociale, dentro una foresta di strade e di palazzi, al centro o ai margini di una piazza, di una stazione di metropolitana o di ferrovie; sei in macchina, stai percorrendo una strada già percorsa, t’allontani da montagne o torni a salirle, attraversi pianure o colline, corri verso il mare;  ogni volta il parabrezza e il finestrino laterale ti fanno da cornice, ogni volta scatti una foto, anche solo mentale; ogni volta incontri facce, che diventano volti; ogni volta parli, torni a parlare; poi leggi, pensi, scrivi… Continua la lettura di Approfondimento

Louis Althusser: «Filosofia per non filosofi»

LETTURE IN QUARANTENA (3)

di Donato Salzarulo

  1. Un manuale per non filosofi

La filosofia non appartiene ai professori di filosofia. Tutti gli uomini sono filosofi. Lo diceva Gramsci, Lenin e anche Diderot. Adolescente, ho imparato questa verità sui Quaderni dal carcere e non l’ho dimenticata più. È ovvio che non sarà la filosofia di un Platone o di un Aristotele, di un Kant o di un Hegel. Non sarà neanche quella di un professore. Si tratta di una filosofia “naturale”, di un modo di “vedere le cose” sull’origine del mondo, ad esempio, o sulla morte, sulla sofferenza, sulla politica, l’arte, la religione. È una filosofia che serve al singolo da orientamento per la propria esistenza. Combina un certo sapere (più o meno fondato) sulla necessità delle cose con un suo certo modo di servirsene nei vari momenti della vita, cioè con una certa saggezza. Per dirla col filosofo statunitense Wilfrid Sellars: «capire come le cose, nel senso più ampio possibile del termine, stanno insieme, nel senso più ampio possibile del termine» e comportarsi di conseguenza.

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Arie d’Irpinia. Il vento nelle cose.

Conversazioni con Miza

di Donato Salzarulo

1.– Durante l’estate sono andato spesso a Lacedonia, a casa di Michelina Di Conza (in arte MIZA). Ho imparato facilmente la strada. In questo paese ho frequentato dal 1963 al ’67 l’Istituto Magistrale e qui avevo una sorella di mio padre e una sua cugina residenti. La zona è quella che gli abitanti chiamano “del padreterno”. Per chi come me viene da Bisaccia, occorre restare sempre sulla statale 303. Attraversato il paese fin quasi alla scomparsa dell’abitato, all’apparire dell’indicazione per il cimitero (dal finestrino s’intravede il filare dei cipressi), bisogna svoltare a destra per la mesta stradina. Appena imboccata, però, la si deve abbandonare per l’altra che si origina quasi nello stesso punto e che conduce verso la collina: è quella per la contrada Carducci («I cipressi che a Bolgheri alti e schietti»). Salendo, a sinistra, spunta una schiera di villette. Sul cancello di quella di Miza e del fratello si legge in stampatello il nome dei genitori: DI CONZA GIOVANNI – PANNO ANNA.

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Yves Klein l’enorme Blu

di Arnaldo Ederle

Io sono qui, col mio amato computer
che tento graffio i tasti e provo
a mettere in moto, per spiegare l’alto intento
di codificare il nulla o il tutto, nell’assenza
di tutto e in presenza della sola passione
di codificarlo nell’unico colore della sua
assoluta ispirazione. Continua la lettura di Yves Klein l’enorme Blu