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Le contorsioni di Chiero (2)

di Ennio Abate 

Gli anni seguiti alla settimana in seminario – dieci  circa! – furono per Chiero di contorsioni. Sempre nel minestrone della vocazzione  – cattolica, salernitana, parrocchiale, scolastica – stava. E là dentro si contorceva.
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Franto e ricercato

Patrizio Di Sciullo e Roberto Neri
MUSEO FONDAZIONE CROCETTI, ROMA

di Marina Massenz

 Franto e ricercato
 nell’interno del corpo
 svuotato ventre
 lasciare che vada
 sciolto e sganciato
 niente ricerca d’interezza.

 Spazzolata tutta la certezza
 dell’intero adeguarsi
 a pezzi sparsi qua e là
 a volte in quasi pace
 poi più niente al fondo
 del resistere in vitalità.
 
 Affaccendata si spalanca
 la bocca un bel respiro
 che fuori è tutto molto nero
 buio e nero trafitto il bosco
 di tronchi dritti come spade.
 
 Ma a volte contorti anche loro
 affannati, sbattuti, soffocati
 e non si abbandonano di colpo
 a terra, come sarebbe naturale. 

Che pensieri

di Franco Nova

Era uscito senza portarsi l’ombrello e aveva cominciato a piovigginare, poco ma con insistenza e regolarità; e così scelse di camminare rasente il muro delle case in modo da essere parzialmente coperto dal loro tetto sporgente, tanto più che nemmeno si era messo in testa la sua coppola. Erano in molti ad aver dimenticato l’ombrello; quando si trattava di donne, era ben lieto di cedere loro il passo e di scostarsi dal muro, bagnandosi un po’, in specie i capelli, cosa che in effetti gli dava un certo fastidio. Con gli uomini era più restio, ma alla fine lasciava il lato coperto pure a loro. Si fermò davanti alla vetrina dell’armaiolo e guardò un bel fucile a ripetizione che vi era esposto. Ritenne imprudente quel negoziante poiché qualche malintenzionato avrebbe potuto abbastanza facilmente infrangere il vetro ed impossessarsi dell’arma; ben presto, però, si rese conto che era finta, pur se fabbricata senza dubbio a regola d’arte, e tuttavia inutilizzabile per sparare. Continua la lettura di Che pensieri

La Rivolta

rivolta-2-oldani

Testi inediti  per “Poliscritture”

di Guido Oldani

La rivolta

i social, come tanti tritacarne,
annullano i giornali in carta e inchiostro
e il parlottare dei televisori,
sfiancati buttafuori dei poteri.
e i computer, se una parola sola,
al cittadino pur così imbeccato,
dicessero ma vera sui denari,
allora il meteo si prodigherebbe:
rosso allarme, pericolo di spari. Continua la lettura di La Rivolta

Rapsodia Liquida (in tempo di Guerra)

dell'aquila ponte

di Salvatore Dell’Aquila

A Roma, tuttavia

Io sono lungo un fiume
io sono un fiume limpido e limaccioso
l’angusto mio me stesso da cui vorrei fuggire
maneggiando solo focali estreme
veleggio sui fondali che la mia vita intera
hanno osservato giustificato accolto
fino all’ammainare in questa sera Continua la lettura di Rapsodia Liquida (in tempo di Guerra)

bataclan bataclan bataclan

1977 Caduta dal cavallo 1977

Per tener desta l’attenzione sui fatti di Parigi e incoraggiare la discussione in corso metto in primo piano questo post del 14 nov. 2015 [E. A]

di E. A.

è buia ma buia ma buia
non la notte,  l’Europa
a occhi sbarrati stanotte

“venite presto
ci ammazzano
tutti”
febbrile digitando
nell’opalescenza…
buio sparviero calando
sul Bataclan

la guerra la guerra
ricamavamo
la guerra la guerra c’è già
era qua

non pensata
che piega la poesia
che piega la ragione
e le taglia le teste

a labbra chiuse
scrivete la paura
contate i morti
non chiudete le frontiere tra le menti

pensate
l’orrore
il buio
il mondo

pensate

Che incontro! Quando si dice il caso!

rinoceronte

(I pensieri di un uomo di fronte al futuro….se c’è ancora)

di Franco Nova

Rimase sorpreso a trovarselo di fronte all’improvviso. E si chiese che cosa potesse essere. Infatti, non vedeva assolutamente nulla, salvo un debole lucore grigiastro che nulla conteneva di delineato e nemmeno di sfumato. Nulla di nulla; era un vero e proprio vuoto. Eppure lo lasciava esterrefatto ed anche un po’ timoroso. Il motivo era piuttosto evidente: poteva avvolgerlo e farlo sparire in quel chiarore così poco luminoso, anzi così smorto e livido. Continua la lettura di Che incontro! Quando si dice il caso!

Intervista (1) a Marina Pizzi

klee pizzia cura di Ennio Abate

Questa è la prima di una serie – spero numerosa – d’interviste  mirate a poeti e poetesse che intendo fare nei prossimi mesi. Sarà un modo di  continuare l’interrogazione su cosa sia la poesia anche nella forma del dialogo in apparenza più appartato e distaccato dal dibattito pubblico a più voci. [E.A.]

Ritieni che ci sia una relazione tra la tua biografia e la tua poesia?

le relazioni sono molto sporadiche e rielaborate secondo bugia o finzione che dir si voglia. posso dire che mia madre faceva la sarta: qui termina la verità, il resto, se c’è, è altro. le relazioni sono nel ricordo del vissuto, nel tragico avviso di morte nell’anniversario che può
battezzare i versi.
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