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La visita

di Paolo Carnevali

Amavo scrivere e leggere, due passioni che associavo a una terza, quella per il mare: aveva un effetto energetico nuotare nelle sue acque fredde nei primi giorni di Maggio, quando l’odore del salmastro si attaccava alla pelle. Era allora che i ricordi cadevano leggeri, avvolti in un magico e soffice silenzio, che offuscava l’orizzonte di un velo melanconico. Era allora che immaginavo lo scorrere della vita, seduto con la testa tra le mani, sulla spiaggia deserta, come un pagliaccio che sorride tristemente, incapace di fermare o chiudere le immagini dell’infinito orizzonte del mare. Al mare, tra l’altro, mi era facile incontrare alcuni vecchi amici e, in particolare, lo scrittore Carlo Cassola con il quale avevo instaurato un bel rapporto. Così, anche quella volta, raggiunsi Marina di Cecina, nella speranza di incontrare tutti, ma soprattutto lui, il mio amico scrittore. Continua la lettura di La visita

amare e/o lavorare

di Angelo Australi

a Roberto Voller

Dal 1980 al 1985 ho lavorato alla vetreria del mio paese. Ormai è passato davvero tanto tempo. Fui assunto il primo di aprile, nella stessa settimana è uscito il mio primo romanzo e Sabrina ha capito di essere incinta di Egle. Se non si tratta del classico pesce d’aprile allora è una stupenda magia, mi sono detto. Avevo preso la patente da pochi giorni quando decisi di andare fino a Reggio Emilia per ritirare le copie del libro che poi avrei distribuito nelle edicole e nelle librerie del territorio. Era pubblicato dalla casa editrice Ciminiera, diretta da Vincenzo Guerrazzi, quasi contemporaneamente a un libro di Carlo Cassola che parlava del disarmo nucleare, con il quale era stata inaugurata quella nuova collana. Caricai ben 750 copie nel portabagagli della Diane sei. Sull’Autostrada del Sole, a centoventi all’ora l’auto si alzava sul davanti, e i camionisti che sorpassavo sul tratto appenninico spaventavano la notte lampeggiando e suonando il clacson per avvisarmi. Vista dall’esterno, l’auto lanciata a quella velocità doveva dare l’idea di schiantarsi ogni momento contro uno dei bestioni che arrancavano sull’appennino in fila indiana, ma ero felice e correvo per tornare presto a casa con il mio libro fresco di stampa e l’idea che presto sarei diventato padre, e anche perché da poco più di una settimana ero orgoglioso di fare un mestiere che ritenevo tra i più antichi del mondo. Continua la lettura di amare e/o lavorare