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Coscienza (di Zeno) e malafede



Su Sandro Briosi, “Commento a La coscienza di Zeno. A cura di Marco Gaetani”, Carocci 2020)

di Elena Grammann

“ – Resterò con lui! – risposi con aspetto rassegnato. Ada dovette credere che quel mio aspetto di rassegnazione significasse il sacrificio ch’io consentivo di farle. Invece io stavo rassegnandomi a ritornare ad una vita molto ma molto comune, visto ch’essa non ci pensava di seguirmi in quella d’eccezione ch’io avevo sognata.”

Siamo verso la fine del romanzo; nel dedalo di biforcazioni che non portano da nessuna parte e men che meno a uno sviluppo, è la prima volta che Zeno parla di una “vita d’eccezione”. Chissà come la immagina, nei brevi istanti che separano il contatto con la mano di Ada, che gli pare intimo e apre la prospettiva della “vita d’eccezione”, dalla richiesta di aiuto della stessa per Guido, che quella prospettiva chiude inequivocabilmente.

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Su “La disciplina dell’attenzione”di Roberto Bugliani (3)

di Velio Abati

Buono l’argomento della Disciplina dell’attenzione, difficile la posizione dell’autore. Come sappiamo l’argomento, in ispecie per la narrazione, non è elemento secondario per il valore dell’opera. Naturalmente l’argomento non è dato in assoluto, lo si misura nel suo contesto. E che cosa è più urgente, oggi, parlando degli uomini, della spaventosa spoliazione – crescente eppure nascosta, riversata nei nostri mari e terre eppure invisibile – del mondo che conta di cui portiamo bandiera ai danni della rimanente umanità? Invisibile, dicevo, ma non muta, tanto che anche nella nostra lingua hanno preso da tempo parola altri sguardi e linfe e colori che hanno finalmente attraversato i confini dell’orto letterario fecondandolo di nuovi semi, per chi vuol vedere. A questa urgenza, esplicitamente didattico, rinvia il titolo: l’attenzione è una necessità che richiede disciplina.

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Il Tonto e le fu elezioni prossime venture

Dialogando con il Tonto (21)

di Giulio Toffoli

Non ci si vedeva da qualche settimana, quasi che il tedio per quella condizione di quotidiana falsità che par governare, come un padrone indecifrabile ma insieme ben presente e imperscrutabile, le nostre esistenze ci spingesse a non mettere la testa fuori dalla porta.
Ciò nonostante la città è piccola e per puro caso un martedì mattina ecco che mi trovo proprio il Tonto fra i piedi in piazza della Vittoria. Anche lui sembra ciondolante e senza meta, ma visto che siamo proprio l’uno di fronte all’altro non possiamo che salutarci. Conoscendolo preferisco essere io a rompere il silenzio:
“Come va Tonto – gli dico – è da tanto che non ci vediamo …”. Continua la lettura di Il Tonto e le fu elezioni prossime venture