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Ricordare e sognare

 In margine a “Viviamo senza sognare” di F. Nova (qui)

di Rita Simonitto

Visto che le poesie non sono soltanto ‘pezzi ‘e core’ ma trasmettono anche dei messaggi volevo soffermarmi su due punti. Continua la lettura di Ricordare e sognare

Sul tragico destino del migrante. Una puntualizzazione

DIALOGANDO CON IL TONTO (10)
* Articolo e commenti in evidenza

di Giulio Toffoli

Sul tema delle migrazioni e su come intervenire per governarle e trovare soluzioni  non solo d’emergenza si discute e ci si divide da tempo. Anche qui su Poliscritture ( Cfr. qui e ora qui). Convinto che  ci sia ancora spazio  per il confronto tra posizioni diverse e  persino contrapposte e che da una discussione  portata fino in fondo, chi ad essa partecipa o ne segue l’andamento possa non solo farsi un’idea più chiara del problema ma anche decidere con più consapevolezza che fare (o non fare o lasciar fare), pubblico immediatamente questo nuovo dialogo-replica di Giulio Toffoli. [E. A.]

 

E’ il sabato in cui si conclude la manifestazione delle Mille Miglia, una delle vetrine di questa città. Sono uscito che c’era un debole solicello e ho incontrato il Tonto in piazza duomo; in pochi secondi ha incominciato a piovere e ci siamo trovati zuppi d’acqua. Continua la lettura di Sul tragico destino del migrante. Una puntualizzazione

Tre poemetti da “ODISSEO NOTTURNO”

di Lidia Are Caverni

Lidia Are Caverni ha scritto da una vita versi, racconti e romanzi e continua a scriverne. Numerosi sono gli interventi critici sui suoi lavori, alcuni tradotti in varie lingue. E attualmente, continuando ad interessarsi a studi di carattere antropologico, storico e linguistico, collabora con  diversi blog letterari. Nei poemetti che mi ha inviato per Poliscritture ce ne sono diversi (“Il Ciclope risvegliato”, “Proserpina”, “Odisseo notturno”)  che rielaborano le figure del mito, addolcendone  – a me pare – i tratti oscuri, ambivalenti e anche  minacciosi. Ho scelto però di pubblicare tre testi:  “La casa”, dove le figure arcaiche del mito sono assenti e un simbolo di solitudine si offre in tutta la sua dichiarata finzione; “Incantesimo”, per  la immersione quieta e solenne in un paesaggio trasognato;  e  “ Oscure meraviglie”, dove l’osservazione dei fenomeni naturali vuole essere più oggettiva. Con l’intento non  di mettere tra parentesi  la sua produzione su temi mitici ma di evidenziare la levità del suo sguardo poetico, che – mia ipotesi interpretativa – ha altre origini. (Riporto comunque in Appendice  il primo componimento omonimo di “Odissseo notturno” e invito a leggerne altri apparsi sul Web, in modo che  i lettori si facciano la loro opinione). [E. A.]

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La civetta nana

civetta

di Rita Simonitto

“Una civetta filosofa o detective? Un po’ l’una e l’altra. La tenace bestiola non recede dalla volontà di conoscere nonostante la contraddittorietà delle esperienze che la contornano: ma avvicinarsi troppo alla verità a volte costa un prezzo molto alto, soprattutto quando sono in ballo gli umani. Più feroci degli animali e più inspiegabili di sicuro sono i loro comportamenti. E.A.]”

“Quando la filosofia dipinge a chiaroscuro, allora un aspetto della vita è invecchiato, e dal chiaroscuro, esso non si lascia ringiovanire, ma soltanto riconoscere: la nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo”
G.W.F. Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto, Prefazione, Laterza, Bari 1965, p. 17

La civetta nana quella sera non aveva granchè da fare. Aveva già trovato sistemazione nel nido di un picchio che era migrato altrove, per cena si era fatta un sorcetto, ma era stata veloce e silenziosa, come al suo solito, senza infierire. Continua la lettura di La civetta nana