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La disgrazia dell’espressionismo

Intervista di Ezio Partesana a Tiziano Marasco sopra il romanzo di Vladislav Vančura Campi di grano e campi di battaglia

Pubblico questa bella intervista che rafforza l’attenzione verso un autore importante e dimenticato sul cui nome, grazie ad Antonio Sagredo, anche Poliscritture ha cominciato (qui) a togliere la polvere. [E. A.]

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QUALE POESIA OGGI? E Majakovskij rispose così…

Majakovskijj 1

La poesia tradotta da Paolo Statuti è tratta dal suo blog “Un’anima e tre ali” (qui)

Ho pensato di porre la domanda ‘quale poesia oggi?’, che Poliscritture affronterà in uno dei prossimi numeri del cartaceo, anche ai poeti morti che in qualche modo vi hanno già risposto (in versi o in prosa). Senza alcun ordine preciso comincio da questo testo di Vladimir Majakovskij. [E. A.] 

A tutta voce
(Во весь голос)

(Prima introduzione al poema)

Egregi
compagni posteri!
Scavando
nello sterco impietrito
del presente,
studiando le tenebre odierne,
voi,
forse,
chiederete anche di me. Continua la lettura di QUALE POESIA OGGI? E Majakovskij rispose così…

SEGNALAZIONE. Marisa Salabelle

Salabelle cover

Due brani da “L’estate che ammazzarono Efisia Caddozzu” di Marisa Salabelle (Piemme Edizioni)

E’ la storia di una maestra elementare, una donna difficile, impegnata nel sociale ma di carattere aspro, che viene uccisa da ignoti una sera d’estate, alla vigilia della festa del patrono. Le indagini (che non porteranno a nulla di buono) sono il pretesto per raccontare la sua storia e un periodo della storia italiana (anni ’60-’90). Il primo brano, quasi all’inizio, parla della nascita di Efisia; nel secondo si accenna al suo impegno politico negli anni della giovinezza. 

1.

Il 20 marzo 1950, a Cagliari, tirava vento. Tira sempre vento, a Cagliari: questo è il motivo per cui i cagliaritani parlano sempre a voce molto alta, perché se la porta via il vento, la voce, e allora bisogna urlare se ci si vuol fare sentire. Continua la lettura di SEGNALAZIONE. Marisa Salabelle

Note a margine della lettura di alcune poesie di Fortini

Fortini corteo da Azimut0001

di Luigi Paraboschi

Intervenendo sull’articolo di Abate in merito alla presentazione della raccolta delle poesie di Fortini a Milano l’ ho definito più un “ intellettuale che un poeta “ ma avrei dovuto aggiungere “ di sinistra “ usando questo aggettivo nel senso che la nostra generazione ha sempre rivendicato per i pensatori che sentiva appartenere ad una matrice ideologica un tempo alquanto diffusa nella cultura che contasse qualcosa, non avendo mai avuto, la destra,- a quanto sia dato ricordare,- una corrente di scrittori altrettanto valida ed influente nel pensiero di quegli anni . Continua la lettura di Note a margine della lettura di alcune poesie di Fortini