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Delle eloquenti distopie 2 – racconto di Michele Nigro

#Fantascienza ovvero I futuri possibili

di Emma Pretti

Fino alla prima metà degli anni ’70 la fantascienza scrutava e attingeva principalmente dal terreno delle invenzioni tecnologiche che avrebbero permesso le scoperte di nuovi mondi e nuovi territori planetari da esplorare, incontri con presenze aliene, di volta in volta amichevoli o minacciose. Verso gli anni ’80 l’incredibile accelerazione delle scienze tecnologiche, la rapidità incontenibile con cui le innovazioni si sorpassavano a vicenda hanno creato in questo genere letterario un po’ di sgomento, al punto da ridurne la forza propulsiva, ma nello stesso tempo lo hanno arricchito di sfaccettature e ulteriori problematiche, rendendolo sicuramente più denso di implicazioni. La fantascienza si è trasformata in un luogo di utopie/distopie, considerazioni filosofie ed etiche, paradossi sui nostri possibili futuri – regno delle possibilità, dove ogni direzione è pensabile poiché immaginata, ma non per questo improbabile. Da Philip K. Dick in poi la fantascienza ha inglobato nuove ramificazioni al punto da indurre qualcuno a definirla un sottogenere, intendendo come molte delle sue narrazioni fossero proiezioni in chiave avveniristica di questioni più pertinenti a disamine politico/sociali, psicologiche o extrasensoriali, e comunque più intimistiche. Anche se meno immaginifico e visionario, il genere resta comunque una proiezione al futuro di echi e tematiche presenti in nuce. Oserei dire che, sommersa da uno sviluppo tecnologico impensabile, la produzione si trova un po’ annichilita e sembra aver perso un certo numero di frequentatori, sia tra gli autori che tra i lettori, ma le opere presenti offrono contenuti densi di approfondimenti. Continua la lettura di Delle eloquenti distopie 2 – racconto di Michele Nigro

Due poesie da “La segreta isola di sale”

di Emma Pretti

Gli alberi non nati

La sostanza degli alberi non nati
è una carne tremula di cui
abbiamo sentito il fruscio
appeso alle orecchie,
un’idea rapida che sorpassa
se stessa nel buio trasparente.
Solo per un attimo aprirono gli occhi
per bere la nebbia corrotta del mattino.
Sono venuti per redimerci
e sparire, anch’essi coinvolti
nella crescita e seppelliti,
sulla strada verso nessun luogo,
che è il percorso migliore
perché non s’impara
né bisogna ricordare
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L’amore arcobaleno

Lenore Kandel nella biografia di  Dianella Bardelli Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore –  Compagnia editoriale Alberti, 2022

  di  Emma Pretti

Parlare e ancor più scrivere d’amore mi crea sempre tutta una serie di idiosincrasie che mi portano a rifiutare l’argomento senza riserve. Per questo motivo mai avrei pensato di affrontare una recensione prprio intorno a un tema così inflazionato, ma la personalità della poetessa Lenore Kandel, presentata da Dianella Bardelli  nel suo ultimo libro “ Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore”, mi ha offerto diversi spunti che non ho potuto ignorare. Continua la lettura di L’amore arcobaleno

Molti (non “tutti”) scrivono, ma perché?

Due domande ad Adriano Barra

 

a cura di Ennio Abate

Riporto da FB spunto e primi commenti per una riflessione sulle cosiddette “scritture di massa” (o poliscritture?). 
o

Adriano Barra
Per una – un po’ inquietante, va detto – tendenza alla semplificazione, io, fra i miei rari amici amici elettronici, passo ormai per quello che sostiene che la letteratura è morta. A forza di sentirmelo dire, ho finito per pensare che devo spiegarmi meglio: urge una correzione, ecco. Dunque, quello che penso io non è che la letteratura è morta, ma semmai che è troppo viva, cioè che ce n’è troppa. Tutti scrivono, e, soprattutto, tutti pubblicano, E poi ne parlano, e poi commentano, e poi si lodano, e poi si imbrodano, e poi se ne hanno a male, se qualcuno dice che non gli piace. È un putiferio, un bailamme, un casino infernale. Così, alla fine, viene solo voglia di fare come i giocatori della nazionale tedesca di calcio – vedi foto -, viene voglia di tapparsi la bocca. I giocatori della nazionale tedesca di calcio dicono che l’hanno fatto per protestare contro l’omofobia del paese che ospita i mondiali. Mah. Quando uno sta zitto corre sempre il rischio di essere equivocato. Ma, visto che si è equivocati anche quando si parla, allora meglio risparmiare il fiato. Meglio tacere. Meglio ascoltare, anzi, forse, nemmeno quello. C’è anche da dire che i tedeschi, poi, hanno perso. Ma forse, anche in questo caso, è meglio così: meglio perdere.

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Su Thierry Metz

Thierry Metz, Dire tutto alle case, prefazione di Mia Lecomte,
Interno Poesia Editore 2021

di Emma Pretti

<<…Gli outsiders sono perdenti per definizione. Non scelgono mai i luoghi e le date giuste per nascere, creare, amare, morire. Vivono in mondi paralleli. E hanno sempre l’indirizzo sbagliato…>> Continua la lettura di Su Thierry Metz

Da “La segreta isola di sale”

Da “ Il mare all’Estaque dietro agli alberi” di Paul Cézanne

di Emma Pretti

La danza degli alberi
 
Per tutto il giorno il vento
ha preparato un temporale,
ma il temporale non è arrivato.
Adesso ch’è buio gli alberi
continuano a scuotersi al vento
tagliente.
La notte è tersa e i loro profili
ondeggiano maestosi e piumati.
Al fresco fogliame di primavera
il vento non dà tregua.
La sua voce al mio sonno
non dà pace.
La danza degli alberi,
la coercizione del vento.
Un coro di tuoni e lampi
in lontananza.
Un’antica tragedia nell’aria,
davanti alla mia finestra
per tutta la notte.
 
 
 
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