
di Cristiana Fischer
Continua la lettura di Sono fuori di medi Ennio Abate
Gli studenti (e i suoi due figli? perché era un prof Samizdat con figli, lui) stavano già tutti altrove. Anche se erano nell’altra stanza accanto alla sua a leggersi fumetti. O in classe, lì, visibili, davanti ai suoi occhi. Altrove, ma dove?
Prof Samizdat gli faceva domande. (Gli poneva questioni, diceva lui, serio, credendo alla sua serietà).
Ogni tanto capitava, sì, che una parola, una frase, che aveva viaggiato per conto suo assieme ai rumori, ai borbottii, nel flusso del discorso – somma della sua voce e delle loro – che nelle due ore di fila si costruiva nell’aula, avesse un inatteso effetto. O, più terra terra, uno di loro, interrompendo fantasie inafferrabili o ispirato da chissà cosa, gli faceva una domanda. All’improvviso. Imprevista. Fuori luogo. Continua la lettura di Prof Samizdat (prova 4)
di Franco Casati
Si dice, a volte, che la speranza muove i tuoi passi. Tutte le persone anonime che vengono incontro a Livia lungo il marciapiede altro non sono che ombre da scartare al più presto, brevi ostacoli fra l’idea che la anima e la realizzazione di un desiderio urgente affidato al gesto di alzare la cornetta del telefono e di comporre un numero, non appena giunta al proprio domicilio. Continua la lettura di La confessione
di Franco Casati
Maria sarebbe stata contenta del ruolo di casalinga, diversamente da quello che è il luogo comune: del precedente lavoro aveva avuto abbastanza esperienza, anni di vita trascorsi a fare l’impiegata, chiusa in un ufficio con una sola finestra che si affacciava contro il muro scalcinato di una vecchia casa in demolizione, praticamente sottoposta ai voleri capricciosi di un datore di lavoro, strampalato e imprevedibile, spiando la luce del giorno che scemava contro quel vecchio muro sbrecciato, dove il cotto dei mattoni in vista si accendeva per alcune ore e si spegneva inesorabilmente prima che lei potesse ritrovare la libertà della strada. Continua la lettura di La Provvidenza
Per un libro da scrivere
di Ennio Abate
Nel mio PC ho una cartella dal titolo “Fortini nei dintorni dal 2002”. Vi ho stipato negli anni appunti, scritti di Fortini o miei e di altri su Fortini, qualche disegno, saggi e resoconti delle iniziative fatte per ricordarne l’opera alla Libreria popolare di Via Tadino a Milano nel 2014 e altro ancora. Nel 2017, anno del centenario della sua nascita, pensavo di sistemare in forma di libro questi materiali. Per varie ragioni non ci riuscii. Ci riprovo pubblicando su Poliscritture i frammenti numerati di quello che potrà forse diventare il libro. [E. A.]
Continua la lettura di Nei dintorni di F.F. – Frammento 1
di Ennio Abate
Oh, pezzo di me che fosti solo tra gli impiegati e gli sbandati quando poesia era un ricamo privato e la storia eco o rombo lontano di mare e respirasti in camere di pensione addossato a muri e gente sconosciuta.Continua la lettura di Oh pezzo di me che fosti
di Angelo Australi
Il campo scendeva dalla collina dove c’era il podere de ‘le Coste’. Oltre la colonica, sul fianco posto a levante, si apriva un largo paesaggio di costoni argillosi che ricordavano i canyon dell’Arizona. In passato la località era stata abitata da una famiglia di contadini imparentata con quella di suo cugino Sergio, mentre adesso ci vivevano dei pastori sardi. In linea d’aria le due case erano distanti meno di un chilometro, piantate su colline che da ogni parte si girasse lo sguardo finivano per controllare tutto il podere e la gola dove cresceva un fitto bosco.
di Arnaldo Éderle
La tremenda storia della Russia invasa dalle divisioni di Hitler viene narrata attraverso un duplice filtro: il racconto di una donna russa, Anastasia, e la rielaborazione dell’autore italiano, che la riporta incantato come un bambino-poeta. Veniamo a sapere della bella, piacevole e pacifica vita di ricchi contadini e dell’orrendo spettacolo di cadaveri tra la neve. Il prima, il poi…Le ragioni della guerra? Questa poesia non le sfiora. [E. A.]
Mi diceva Anastasia che i suoi parenti
siberiani erano molto ricchi,
russi con tanti rubli che investivano in
elargizioni volontarie alle loro famiglie che
spesso vivevano in Moldavia e lì passavano la loro Continua la lettura di Mi diceva Anastasia
Il cammino delle comete
a cura di Isidora Tesic
‘Disse che a paura e malattia
Si è ridotta la vita,
che ogni giorno
Era una lunga esecuzione,
e la notte – timore
Di ospiti inattesi. Disse
Che questo mondo non è casa ma stazione,
Sala di sopravvivenza,
dove tutti attendono qualcosa.’
Sergej Georgievic Stratanovskij Continua la lettura di Il cammino delle comete (2)
Stralcio da “Narratorio”
di Ennio Abate
Le trattative
A parlare col prete. Poi dalle monache. Accettarono di farci stare coi ragazzini del Quartiere Stella nel giardino della loro scuola materna in Corso Roma. Così durante la mattinata potevano giocare e fare colazione. Poi ancora a trattare. Col sindaco C., il bassotto mingherlino Continua la lettura di Colognosità