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“Utopia” di Peter Cowlam

L’enorme ricchezza di Zora Murrillo è un mistero per gli abitanti di Hoe, la cittadina inglese in cui la ragazza, inopinatamente, arriva. Ma non è il solo mistero nella vita della giovane donna, la cui personalità magnetica ed enigmatica non può non stuzzicare la curiosità degli abitanti della cittadina di provincia, in particolare, del cronista locale Andrew Mawdrie. Dopo l’acquisto e la ristrutturazione dell’hotel Pleiades, da lei trasformato in cabaret, la curiosità intorno a Zora cresce anche in seguito alla comparsa di un uomo misterioso. Il suo nome è Em (anche M o Emoticon) e sembra essere legato a Zora da lunga amicizia. Em, agli occhi del mondo, è il redattore di cronaca mondana del Bluffington, ma dietro questa maschera si cela altro. Em  sembra conoscere la parte della vita di Zora anteriore all’arrivo in Inghilterra. Non solo: si scopre, nel corso della narrazione, che Em ha giocato un ruolo centrale non solo per consentire a Zora di raggiungere l’Inghilterra e Hoe, ma anche nella fuga del padre di lei, il dott. Raphael Murrillo – esperto di intelligenza artificiale e creatore, insieme alla figlia, di automi quasi  perfetti – da Utopia, loro terra natale: un luogo dove corruzione, burocrazia, colpi di Stato, dittatura militare sono una costante.   La trama, fitta di intrighi e colpi di scena, si snoda in 36 brevi e icastici capitoli.  Il mistero sulla vita e la reale natura di Zora sembra, però, destinato a non sciogliersi, neppure alla fine del romanzo. (La traduzione e la cura dei due capitoli di Utopia sono di Angela D’Ambra)

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Volevo restare a casa

di Stefano Taccone

         Ligio Regolo era quello che si dice un brav’uomo. Scapolo, moderato nel mangiare e nel bere, lavoratore sempre puntuale finché non era andato in pensione – ormai era già qualche anno. No social network – non sopportava la fake news -, ma televisione – specie telegiornali – e quotidiani cartacei sui quali, pensava, hanno scritto e scrivono grandi firme del giornalismo italiano. L’Italia? Sarebbe un grande paese – ne era convinto – se solo non vi fossero irresponsabili, fannulloni, ignoranti, tanto giovani quanto della sua età – e la presenza di questi ultimi la trovava ancora più grave, in quanto per i primi si poteva almeno trovare una giustificazione di carattere anagrafico.

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