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l’anno scientifico in pillole: barriere infrante

di Paolo Di Marco

Le notizie più interessanti in ordine di importanza sono state:
1-Il 6° rapporto IPCC  che conferma le previsioni più pessimistiche dei rapporti precedenti: laddove il 5° rapporto dava il 2100 come punto di riferimento per i ‘punti di svolta’ (tipping points’, ovvero picchi di non ritorno) in questo il 2030 è l’anno in cui vengono a maturare molti dei frutti avvelenati creati dall’uomo capitalista nel corso degli ultimi due secoli.                                                                                                     Si precisa ulteriormente che quella a cui siamo di fronte è una cascata di effetti, dove il riscaldamento globale è il punto iniziale di altre crisi, come esemplarmente l’acqua: riscaldamento —>siccità nei paesi equatoriali e aridi/tempeste di aumentata intensità negli altri paesi—>accaparramento acqua mediante dighe —->guerre per l’acqua/emigrazioni/carestie —->esportazione del conflitto in altri paesi. La catena coinvolge le calotte polari in scioglimento, con duplici conseguenze: aumento del livello dei mari (soprattutto da Groenlandia e Antartide) e diluizione della salinità dei mari subpolari, con rallentamento dell’AMOC (di cui la corrente del Golfo è parte) e messa in crisi di tutti gli equilibri climatici (l’acqua dell’AMOC sposta il caldo dal Sud al Nord garantendo una temperatura accettabile al Sud e una meno fredda al Nord). L’elemento chiave è che questi effetti sono parte del presente, non di un futuro ipotetico. Prima di chiederci cosa fare conviene approfondire la comprensione di cosa realmente sta avvenendo. È una lettura lunga ma avvincente.

2-Il Nobel a Giorgio Parisi, ne abbiamo parlato già ma val la pena di ricordare che gliel’hanno dato ‘a rimorchio’ delle applicazioni climatiche (come del resto ad Einstein non l’avevano dato per la Relatività ma per l’assai più tradizionale studio dell’effetto fotoelettrico..anche se poi questo apre la strada ai quanti). L’entrata della complessità nel cuore delle teorie scientifiche è ancora un cammino incompiuto, in una fase in cui le università sono sempre più motori delle applicazioni pratiche (con le startup pronte sulla rampa di lancio) -(almeno all’estero, da noi siamo ancora al concorso vinto dal figlio scemo del cugino demente dell’illustre cattedratico, o ai bru-bru inetti che gestiscono Istituti tecnologici, v. Cingolani e il miliardo restituito) e dove anche le cattedre universitarie non sono più scuole di ricerca ma premi temporanei in attesa di migliore offerta sulla base delle tendenze più alla moda (sempre all’estero ovviamente); l’eccessiva fortuna della teoria delle stringhe ne è un esempio. Come anche il fatto che ancora vada di moda una bufala come la ‘energia oscura’, presunta causa di un’espansione dell’universo che in realtà è già inclusa nelle equazioni della Relatività .

3-Il cristallo temporale (Time Cristal), creato nei laboratori di Google, Stanford e Princeton da Khemani, Moessner, Nayak et al., apre la possibilità del moto perpetuo, rompendo la barriera della seconda legge della termodinamica: è un cristallo che cambia periodicamente configurazione senza alcun consumo di energia. (Anche se le sottigliezze in questo campo sono tali che non si può escludere una futura smentita proveniente da un’analisi più accurata).

4-I vaccini a RNA-messaggero erano in preparazione da tempo e sono arrivati giusto per la pandemia, con una velocità di produzione e certificazione impossibile in altri tempi. Nonostante le voci scettiche i maggiori hanno superato regolarmente tutte le prove, dalle tre fasi sperimentali alla certificazione finale. (Per la natura stessa dei vaccini eventuali effetti secondari dannosi decrescono esponenzialmente col tempo, quindi se si presentassero rappresenterebbero un rischio minimo). La loro gestione è stata tutt’altra musica: dai produttori finanziati totalmente dallo stato come Moderna che rifiutano di venderlo al terzo mondo e presentano richiesta di brevetto che esclude proprio i ricercatori dello stato (NIH) agli stati ricchi come USA in primis ed Europa che si accaparrano tutte le dosi e lasciano il terzo mondo a fare da incubatore per tutte le possibili varianti. Così per risparmiare 12 miliardi (il costo della vaccinazione globale) ne spendono migliaia di costi pandemici prolungati, giusto per confermare la stupidità della logica egoistica. L’altra considerazione è che la lotta alla pandemia ha due gambe, la prevenzione della malattia da un lato e il blocco della diffusione dall’altro. La prima gamba ha funzionato a metà (i soli vaccini) dato che l’altra metà (sistema sanitario pubblico di base e centrale) era in asfissia da tempo; la seconda gamba ha funzionato solo coi piedi: dopo aver usato il cannone per sparare alle mosche (il lockdown) si è persa in un coacervo di misure improprie o inefficaci per non disturbare il grande manovratore (il profitto delle aziende di produzione e distribuzione), senza imporre la ventilazione+depurazione nei luoghi di lavoro/consumo. Imponendo così ai vaccini un carico improprio, rinunciando all’immunità di gregge…ai tempi della peste manzoniana avevano fatto meglio, pur non sapendo le cause.

5-La guerra batteriologica è viva e vegeta: questa è la grande notizia che porta con sé la pandemia; anche se non sappiamo con certezza se il virus sia artificiale o zoonotico sappiamo però che Wuhan è uno dei dieci laboratori a guida US dove si prepara la guerra batteriologica, con capofila Fort Detrick. (Ce l’hanno detto Wade sul Bulletin of Atomic Scientist, ne parla già nel 2015 il telegiornale Leonardo, ne parla anche la dettagliata ricostruzione di Fosco Giannini su Cumpanis). I nomi da ricordare sono Ralph Baric (North Carolina Un.) Peter Daszac (EcoHealth (!!) Alliance, NY) e Anthony Fauci (CDC). Non si chiama più col nome originale bandito dall’ONU e proibito da Obama, ma coll’eufemismo ‘gain-of-function’ e segue la stessa logica: a) si prende un agente patogeno (virus o batterio) presente in natura —>b) lo si virulenta (il gain-of-function) con un poco di ingegneria genetica che lo renda predisposto per l’uomo —>c) si costruisce un vaccino —>d) lo si sperimenta —> e) si dà il vaccino alle proprie truppe —> f) si sparge il virus sul territorio nemico —>g) si mandano le truppe a raccogliere i cocci. Le fasi autorizzate per ora non comprendono dalla e) in poi, quelle propriamente belliche. Le altre ci sono tutte.

6-GPT-3 ha iniziato a scrivere: è un’intelligenza artificiale (A.I.) addestrata sulla grande letteratura e scrive in automatico. Per ora scrive cose assai interessanti miste a elementi privi di senso, ma una prima barriera è stata superata.

7-Un’altra barriera è stata infranta col Deep Fake Porn (porno a falsificazione completa) :su un sito online se uno mette la foto di una persona (perlopiù donna) viene generato un filmino pornografico di cui la persona rappresentata è protagonista. In questo momento il sito è offline (spento) ma le potenzialità di danneggiamento con ricatti, vendette e altro su persone amate/odiate sono enormi; e incontrollabili. Anche politiche: immaginate venga fatto a Giorgia Meloni: anche se poi si scopre che è un falso la sua carriera politica è finita, perché, per quanto lo sappia, la gente non può smettere di identificarla con quel film.

8-Un grande passo avanti sul funzionamento del cervello è stato fatto da Lisa Feldman Barret (Un. N.E.): il grande avanzamento degli ultimi decenni era il livello di dettaglio sulle funzioni cerebrali grazie a immagini sempre più sofisticate per via magnetica/termica/elettrica. La Barret ha però scoperto che questo dettaglio era ingannevole, dato che molte funzioni coinvolgono assai più zone del previsto; così si generano anche collegamenti ingannevoli, perché se uno fa un esperimento che coinvolge in teoria una piccola zona ma nel frattempo il paziente muove l’occhio si illumina grazie a questo più di metà del cervello. E inoltre esistono assai più collegamenti tra zone diverse di quanto il meccanicismo in voga aveva immaginato. Questo porta due risultati, entrambe interessanti: il primo che molti farmaci per malattie che coinvolgono il cervello hanno un bersaglio sbagliato o impreciso. Il secondo è che rimette in discussione il meccanicismo descrittivo e porta alla ribalta analisi più complesse (v. ancora Parisi) e multidimensionali (v. Damasio).

9-La fisica tedesca Netta Engelhardt ha fatto un passo avanti -rompendo anche qui una barriera- sulla risoluzione del paradosso dei buchi neri: un teorema di Hawking ci diceva che i buchi neri nel corso della propria vita perdono informazione – il che rompeva una legge generale tabù equivalente al ‘nulla si distrugge’. Con un’analisi geoalgebricamente assai raffinata la Engelhardt ha trovato un modo per individuare con precisione la zona (astratta) dove si poteva vedere l’evoluzione dell’informazione. E questa corrisponde proprio ad un andamento dove l’informazione non si perde. Manca ancora il passo finale…ma un’altra barriera è stata infranta. L’elemento interessante è stato che il percorso non è stato lineare: invece di affrontare l’ostacolo a testa bassa ha girato intorno all’ostacolo, usando un ‘pensiero laterale’, un cambiamento di visuale.

10-Makhijani Ramana, sul Bulletin of Atomic Scientist del 21/7, ha dimostrato come i piccoli reattori atomici modulari (SMR) che oggi vanno per la maggiore (anche sulla bocca di ministri italiani) siano del tutto inadatti a contribuire alla lotta al riscaldamento globale, a) vuoi per i costi dell’energia prodotta, pari a 4 e più volte quella delle fonti rinnovabili, b) vuoi per i tempi (2030 e oltre per l’inizio) c) e anche per l’affidabilità (inferiore a quella già bassa dei reattori attuali) d)senza contare il problema delle scorie e dei costi di smaltimento delle stesse che moltiplicherebbe ulteriormente i costi per un fattore incognito ma probabilmente non inferiore a 10.

Tutto questo, nel suo insieme, è scienza: nel bene e nel male, per la conoscenza e per il profitto, per il bene di tutti o di pochi; ma con il controllo di quella severa maestra che sono i dati e la loro verifica collettiva. Non sempre avanza il migliore..ma il peggiore viene presto eliminato. Finora ci sembra sia andata così…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nobel per la Fisica : anche un orologio rotto segna l’ora giusta, due volte al giorno

di Paolo Di Marco

Anche stavolta l’Accademia delle Scienze svedese è riuscita suo malgrado a dare un ottimo Nobel per la Fisica, dopo quello di Kip Thorne 4 anni fa; stavolta è toccato a Giorgio Parisi, grandissimo ed eretico studioso della complessità.

Volendo mostrare di far qualcosa per il clima l’Accademia ha premiato due autori di modelli climatici. Ed è stato inevitabile premiare anche chi da 40 anni ne aveva posto le basi teoriche.

Con grande sconcerto non solo dei climatologi, che non se ne erano accorti, ma anche della grande stampa come il NYTimes che non ha ancora capito che il clima è un caso di sistemi complessi e turbolenti; e che le basi sono in quelle teorie del caos che solo a pronunciarlo fanno venire i brividi ai benpensanti.

Parisi inizia negli anni ’70 a occuparsi del caos, che allora emergeva quasi clandestinamente nei colloqui ai margini dei convegni, ma non si ferma là dove  anche i più arditi hanno i brividi, là dove emerge la turbolenza; laddove i più si accontentano degli ‘strani attrattori’ e delle loro orbite quasi addomesticate. Lui si butta ad affrontare la turbolenza sviluppata, creando strumenti di analisi sempre più raffinati: se la teoria dei ‘vetri di spin’ da lui  creata ha l’aria troppo esotica basta assimilarla alle sabbie del deserto e alla loro eterna maledizione di non poter mai avere un equilibrio stabile; la loro perpetua frustrazione.

È questo suo studio di sistemi complessi e apparentemente totalmente imprevedibili che dà la possibilità di modellare sistemi con interazioni multiple come il clima.

Che lui poi sia un coautore della nuova edizione de l”L’ape e l’architetto’, con la sua critica profonda della neutralità della scienza e i suoi richiami all’analisi sociale marxiana aggiunge un ulteriore livello di profondità alla sua ricerca eretica. La complessità è sempre rimasta al margine della ricerca ‘ufficiale’, anche in termini di importanza accademica come fondi e cattedre, nonostante la grande maggioranza dei fenomeni degni di studio sia non lineare. E per chi era interessato a comprendere veramente il mondo Parisi è sempre stato un riferimento.

Val la pena di citare al proposito una storiella del suo prossimo libro ‘La chiave, la luce e l’ubriaco; come procede la ricerca scientifica’: ‘un ubriaco di notte sta cercando una chiave sotto un lampione; arriva un tale che lo aiuta ma, non trovando nulla, gli chiede: ma sei sicuro che la chiave sia qui? e l’ubriaco risponde: no, ma è qui che c’è la luce’.