
di Davide Morelli
Un ricordo di Eugenio Grandinetti
di Ennio Abate
puliti miti oscuri nostri gemelli ancora vanno, operosi su incerti sentieri (L'albero)Continua la lettura di «Metti un tizzone del Sud nelle nebbie di Milano…»
di Luigi Paraboschi
con gli APPUNTI DI LETTURA di Ennio Abate
Cerchi ancora la pietra d’angolo
Cerchi ancora la pietra d’angolo
uno scoglio sul quale edificare
ti lasci scarnificare da relitti
che pensavi sepolti nel cemento
in un punto profondo dell’oceano. Continua la lettura di Dieci poesie da ” … e ci indossiamo stropicciati”
di Ennio Abate
È andata bene. Giancarlo Majorino ha letto diverse poesie di Fortini, gli ha reso gli onori («solennità vissuta»). C’era un bel po’ di gente. Ho potuto dire meno di un quarto delle cose che mi premeva dire, ma le cerimonie letterarie hanno le loro regole spietate. E comunque, dopotutto abbiamo ricordato vari aneddoti sul Fortini, secondo alcuni «non facile da frequentare». Pubblico qui gli appunti che avevo preparato. [ E. A.] Continua la lettura di Dopo la serata su Fortini al Laboratorio Formentini di Milano
Intervista di Redazione a Luca Lenzini curatore dell’Oscar Mondadori “Franco Fortini, Tutte le poesie”
Questa intervista a Luca Lenzini, il curatore dell’Oscar Mondadori (LXIV-858 p.) uscito nel 2014, che per la prima volta raccoglie tutte le poesie di Franco Fortini, fa ancora una volta il punto su uno scrittore, la cui lezione – posso dire con orgoglio – è presenza costante in molti discorsi che facciamo su «Poliscritture» (cartaceo e sito). Nelle sue risposte Lenzini tocca i temi dibattuti col pubblico che ha seguito le presentazioni del volume a Milano, Firenze, Torino e Roma tra il novembre 2014 e il maggio 2015: l’uscita in ritardo delle poesie di Fortini; l’«oscuramento» della sua immagine; l’inattualità (il suo essere «fuori tempo») della sua posizione culturale (il marxismo critico) in Italia minoritaria e apprezzata, dunque, soltanto da «una cerchia ristrettissima di lettori»; il recente interesse di studiosi stranieri “post-coloniali” per il Fortini “politico”; il fondamentale «tratto utopico», «sempre in cammino» e di un’«alterità irriducibile» della sua poesia. Pur ammirando la serietà e la competenza del lavoro critico di Lenzini – il più tenace e preparato tra i “fortiniani” che ho conosciuto in questi vent’anni che ci separano dalla morte dello scrittore – mi pare giusto – anche per avviare un confronto con Lenzini stesso ed altri – esprimere in questa breve introduzione all’intervista le mie fraterne riserve su due punti del suo bilancio: – è vero che la popolarità di uno scrittore può farlo diventare una “icona” mediatica logora (com’è accaduto a Pasolini), ma non credo che la circolazione negli ultimi anni quasi clandestina dell’opera di Fortini gli abbia paradossalmente giovato; e perciò credo che si debbano cercare le vie per far sì che la sua «alterità irriducibile» parli se non a tutti a molti (come del resto questo Oscar Mondadori pare stia ottenendo); – temo che la lettura che Guido Mazzoni fece di Fortini e della sua opera al convegno senese del 2004 sia stata l’inizio di una liquidazione della «alterità irriducibile» che fu non solo di Fortini ma di tanti; e il recente libro di Mazzoni, «I destini generali», di cui si sta discutendo sul blog «La letteratura e noi», sembra una conferma [E.A.]. Continua la lettura di Fortini on the road