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Poesia come gadget

Diversi del Corsera

di Marco Gaetani

Il «Corriere della Sera» manda in edicola una serie di volumetti di poesia. La collana, «diVERSI», propone ogni settimana piccole antologie dedicate ciascuna a un poeta. Si va da Leopardi (che nel Marzo scorso ha aperto la collezione) a Borges, da Baudelaire a Catullo, da Kavafis a Dickinson, da Montale a Szymborska – per un totale di trentacinque uscite. Come si vede, autori di ogni tempo e cultura.
Ci si può chiedere perché un grande gruppo editoriale (in questo caso RCS), in un paese come il nostro e in un momento storico come quello presente, decida d’investire nella produzione e nella distribuzione di volumi di poesia. Si deve pensare che oggi, in Italia, esista un’effettiva domanda di poesia, che la poesia abbia attualmente un mercato, da cui potersi ripromettere dei profitti? Continua la lettura di Poesia come gadget

Il Novecento passato a contrappelo (2, 3, 4)

1914 18

Qui di seguito le tre  schede già comparse sul gruppo POLISCRITTURE FB.  Le successive saranno pubblicate  sul sito e su FB  contemporaneamente. [E. A.]

di Ennio Abate

GRANDE GUERRA: Essere soldati nella Prima guerra mondiale (1914-1918)

Nel suo «Il secolo breve», lo storico Eric Hobsbawm presenta così i campi di battaglia dove i soldati al fronte venivano a trovarsi:

«Milioni di uomini si fronteggiavano dalle opposte trincee, protette da sacchi di sabbia, dove vivevano come animali in mezzo ai topi e ai pidocchi. Di tanto in tanto i loro generali cercavano di rompere la situazione di stallo. Giorni, perfino settimane, di incessanti bombardamenti di artiglieria – che uno scrittore tedesco chiamò più tardi «tempeste d’acciaio» (Ernst Jünger, 1921) – dovevano “ammorbidire” la resistenza del nemico e costringerlo a ripararsi nei cunicoli sotterranei, finché al momento giusto ondate di uomini scavalcavano il parapetto della trincea, in genere protetto da rotoli e reticolati di filo spinato, entravano nella «terra di nessuno» , un’area piena di fango e di pozzanghere, di crateri provocati dalle granate, di mozziconi di alberi e di cadaveri abbandonati, per avanzare sotto il fuoco delle mitragliatrici che li falcidiavano. E sapevano benissimo di andare al massacro» (Erich Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzoli, pag. 38, Milano 1994). Continua la lettura di Il Novecento passato a contrappelo (2, 3, 4)