Archivi tag: Immanuel Wallerstein

Un mondo di mondi

 La storia globale e i problemi del nostro tempo

Intervista di Alberto Deambrogio a Giorgio Riolo

Il libro che tu e Massimiliano Lepratti avete scritto si può per molti versi considerare “inattuale”. In un tempo come il nostro, caratterizzato da forti tensioni populiste, sovraniste e per altri versi piegato a un presente eterno da gestire tecnocraticamente, voi fate una scelta nettamente eccentrica, che si annuncia fin dal doppio esergo affidato ad Edgar Morin e Fernand Braudel: sguardo critico, globale, sistemico, attento alla complessità degli intrecci. Vuoi spiegarci perché è utile oggi ripercorrere la storia dell’umanità attraverso una precisa scelta metodologica e storiografica, che riprenda il lascito di intellettuali come appunto Braudel o Wallerstein, Arrighi, Frank, Amin, Wolf? Continua la lettura di Un mondo di mondi

Su Immanuel Wallerstein

di Giorgio Riolo

Nell’agosto 2018 è scomparso Samir Amin. Nell’agosto 2019 Immanuel Wallerstein. Dopo la morte di Andre Gunder Frank (2005) e poi quella di Giovanni Arrighi (2009), la cosiddetta “banda dei quattro” si è estinta. La loro collaborazione si era svolta in varie fasi e occasioni. Una importante. Il bel libro collettivo del 1982 Dynamics of Global Crisis (in francese La crise, quelle crise?), poi parzialmente tradotto in italiano. Un modello di analisi a più voci e a più angoli visuali della lunga crisi capitalistica (a seconda della visione a partire dal 1967, dal 1971, dal 1973) seguita ai “trenta gloriosi” della fase di prosperità e di espansione dopo il 1945.

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Masticare, non sputare Marx

DIARIO/RIORDINADIARIO

di Ennio Abate

Oggi ho lasciato un commento critico sotto la pagina FB che Pierluigi Fagan ha dedicato al tema del postcapitalismo e del posteconomicismo (qui). Ne è seguito un breve scambio con lui, che riporto. Certamente la ricerca di Fagan è importante e va seguita con attenzione. Eppure – insisto – le manca qualcosa che in Marx c’era. Aggiungo in Appendice un altro mio commento del gennaio 2012 che insisteva sempre in questa difesa del pensiero di Marx. Allora l’interlocutore era Mauro Piras su Le parole e le cose. ( Tutta la discussione si può leggere qui). Oggi Marx sarà per molti solo uno spettro dell’Ottocento, ma anche rispetto al presente politico, che ci costringe a scegliere solo tra false alternative (o padella o brace, per semplificare: vedi qui ) ribadisco quanto scrivevo in quel 2012: «Io sono per tentare un necessario, indispensabile forse, passo avanti rispetto a Marx (se ne fossimo capaci), non per indietreggiare (come ha fatto la sinistra mettendolo da parte). Non ci si può rassegnare, di fronte alla conflittualità reale delle società capitalistiche, a svolgere grosso modo la funzione palliativa (in mancanza di meglio, non oso neppure più disprezzarla…) che svolgono le religioni » [E. A.]

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In morte di Samir Amin

di Giorgio Riolo

La morte di Samir Amin arriva nel pieno dell’acuirsi della contrapposizione tra “mondialisti” e “nazionalisti” (o “sovranisti”). Lo provano le diverse sottolineature di alcuni commenti che ho letto. Quello di Luciana Castellina, grande amica personale di Amin, che insiste sul suo ammonimento: «Dobbiamo costruire la V Internazionale» e sulla sua ultima sfuriata contro i catalani: «L’ideologia dominante – ha scritto ancora pochi mesi fa – ha così raggiunto il suo obiettivo: sostituire alla priorità della coscienza sociale il primato di altre identità, in questo caso nazionale. E’una deriva tragica». E quello, invece, di Piero Pagliani, che lo tira – a me pare – un po’ troppo dalla parte dei sovranisti: « Se si rileggono i suoi scritti e i suoi libri, non è difficile notare che il delinking suggerito da Samir Amin ha molti aspetti in comune con la necessità di ritornare alla sovranità nazionale che acquista sempre più consensi anche nei Paesi del centro capitalistico storico», anche se precisa che «le ottiche progettuali spesso sono molto distinte da chi oggi rivendica un ritorno a questa sovranità, dato che l’ottica di Samir Amin era marxista e socialista». In attesa che, anche su Poliscritture, si possano riprendere discussioni serie sui pensatori che non hanno rinunciato agli strumenti marxisti, pubblico questo ricordo di Samir Amin scritto da Giorgio Riolo, che l’ha conosciuto e ha studiato le sue opere. [E. A.]

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