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Lettera di una vecchia

 

di Kris Futura

… che poi, invecchiando, e con la prosecuzione dell’età invecchiata fino a margini intoccabili, in cui, di arrancamento fisico che non coglie l’eventuale istupidimento mentale, ma socialmente tutti i nostri diritti, di noi vecchi sopravvissuti, sono intoccabili…

Ma siamo i saggi (e le sagge?) che intendono regolare la vita dei giovani che si propagano – sapendo noi che la progressione dell’età non è la propagazione delle creature, noi scemi destinati alla morte fisica consapevole che rifiutiamo – come fanno a sopportarci?

Nella speranza, forse, di sopravvivere come noi fino alla nostra età, e oltre.

Ci fosse – diomio – un accordo mondiale – occidentale – che assicuri una speciale convivenza tra noi vecchi pretenziosi di cure e di assistenze, che ci consenta, come liberi elementi mentali, un po’ esterni e prospettici, nei confronti dei terreni radicati e meno fantasiosi – che ci consenta convivenza pacifica e tollerante, con eventuali scambi intellettuali ( di dubbioso guadagno reciproco ) per un fine insensato che insceni: tutta la vita qui confitti, tutta senza prospettive, terrena, finita, nonostante.

(- Nonostante che?

–  Nonostante la mente pensi l’eterno e l’infinito.

–  Solo idee.
–  Appunto, e nonostante. )

 

Il dolceforte dei sogni

di Lucia Bruni

Le stanze del collegio sono grandi e fredde, cara mamma. Da quando ci hai lasciati così all’improvviso, la nostra esistenza ha preso una piega triste e penosa.

Ricordo i tuoi ultimi giorni; lo sguardo spento e assente, il respiro affannoso,  la testa abbandonata sul guanciale e quei tuoi ricciolini castani, così belli quando erano mossi  dal vento, bagnati di sudore per la febbre che non ti lasciava mai. Il babbo non diceva nulla; aspettava, perché sapeva che per te non c’era più nulla da fare. L’infezione si stava portando via la tua giovane vita. Continua la lettura di Il dolceforte dei sogni

“Questa non è una poesia, è una lettera …”   

di Erminia Passannanti

Marco e Gloria, questa non è una poesia, è una lettera
ai due italiani seduti accanto a me
sul volo diretto a Londra
che chiedevano come sistemarsi nella City,
ad una come me che aveva vissuto
in Inghilterra per 15 anni
ed era poi tornata alla sua madrepatria.
Quella volta stavo tornando ad Oxford
solo per un viaggio di piacere.
Chiacchierammo, seduti gomito a gomito,
consumando tè e snack britannici. Continua la lettura di “Questa non è una poesia, è una lettera …”   

Via crucis stazione zero

hostess

di Luciano De Feo

Non c’è gusto ad attendere il Destino!

Un giro nelle chiese, il ticchettio che ricomincia, lento e inesorabile!

A volte penso che siano reali, quei fili invisibili dietro le schiene incurvate. Ma non c’è piacere a vestire i panni di un Pupo siciliano dell’ottocento! …

… ero seduto, come ogni sera, dietro il tavolo del salotto, a scarabocchiare alcuni fogli strappati da un blocchetto. L’aria era densa e pastosa, come di fragole e arance andate a male. Il senso più acuto, l’udito, era a caccia di suoni oltre la barriera dei vetri sporchi della finestra. Continua la lettura di Via crucis stazione zero