Archivi tag: Luciano Della Mea

“Se tu vorrai sapere…”

 TESTIMONIANZE PER FRANCO FORTINI  dicembre 1996 COLOGNO MONZESE

Ieri ho messo in ordine nel mio PC la cartella ‘Nei dintorni di Franco Fortini’ datando in ordine cronologico  appunti e interventi che ho accumulato dal 1978 ad oggi.  Li rileggerò e ripenserò  alle ragioni più o meno consapevoli di questa mia lunga  fedeltà alla  sua  figura e alla sua opera, malgrado il mutamento che hanno subìto nella percezione pubblica in questo lungo tempo trascorso dalla sua morte nel 1994. Per ora ripubblico  il contenuto di  un libretto cartaceo di 73 pagine oggi introvabile. Lo costruii assieme ad amici dell’Associazione Culturale Ipsilon di Cologno Monzese e riuscimmo a pubblicarlo nel 1996. Può essere scaricato e spulciato con calma usando il pulsante ‘Dowload  PDF’ ( a destra in alto). [E. A.] Continua la lettura di “Se tu vorrai sapere…”

«Cosa farò da grande?»

 Riordinadiario 2009. Una riflessione sul lavoro culturale e politico “sott’acqua” di Attilio Mangano

di Ennio Abate

Oggi 10 aprile 2022 Facebook mi ha ricordato che sono passati ben 6 anni dalla morte di Attilio Mangano.  E io ho pensato ancor di più che la nostra storia  si è disfatta. Beh, almeno siamo stati amici e ci siamo detti delle verità. Poi  ho aperto  la cartella del mio carteggio con lui e,  per ricordarlo meno sbrigativamente, pubblico questo scritto che gli avevo dedicato per festeggiare ( a modo mio) il compimento dei suoi 64 anni. [ E. A.] Continua la lettura di «Cosa farò da grande?»

Commemorando Attilio Mangano

Appunti ad un anno dalla sua scomparsa

di Ennio Abate

1.

Eravamo davvero pochi: la vedova e le figlie di Attilio; un suo fratello maggiore, che molto ha viaggiato per il mondo; e una decina di amici. Sì, sul tardo pomeriggio del 2 maggio a Milano c’è stato un fortissimo  acquazzone e la sera,  fredda e piovosa, non invitava ad uscire di casa. In più la notizia dell’incontro per commemorarlo alla Libreria di via Tadino non è circolata a sufficienza per l’improvviso ricovero in ospedale, a ridosso dell’iniziativa, di Nicola Fanizza, che l’aveva per primo promosso e preparato. Eppure – mi dicevo – gli amici e le amiche  che a Milano hanno avuto scambi con lui  sono tanti/e. È che – ho poi pensato – quando uno muore, inizia un oscuro e indecifrabile lavorio  della memoria sulla sua immagine da parte dei viventi e i tempi di elaborazione del lutto o la fatica di recuperare i ricordi mai coincidono con le date degli anniversari o dei calendari. Che  però non possono essere  trascurati.

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Da “L’utopia concreta” a “InOltre”

Utopia concreta 10001

di Giuseppe Muraca

Questo intervento di Giuseppe Muraca e il carteggio ad esso allegato permettono d’intendere meglio sia i precedenti della rivista “Inoltre” di cui ho parlato qui  sia la varietà e vivacità delle spinte intellettuali che negli anni ’80-’90 hanno continuato a tentare di capire la crisi generale della sinistra socialista e comunista italiana evitando i facili pentimenti e il cospargimento di cenere sul capo, di cui ha dato prova di recente il l’ex “capo dei rifondatori” Fausto Bertinotti (qui). Spero  di ospitare altri interventi di promotori di riviste di quei decenni e chissà di ritessere  ancora un filo di ricerca comune. [E.A.]
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Quelli della rivista «INOLTRE» (1996-2003): Luciano Della Mea

Inoltre n 10002

di Ennio Abate

Date un’occhiata alla discussione su “2034???” (qui).  Troverete che ruota stancamente attorno al dilemma “rifondazione o esodo”. Lo stesso che si presentò in “Inoltre”, una delle tante esperienze di rivista cui diversi di noi sul finire del Novecento parteciparono. Riflettere su questo ed altri tentativi di riviste (io penso a quelle che ho più seguito negli ultimi tempi: “il gabellino”, “Qui. Appunti dal presente”, “Dalla parte del torto”, “L’ospite ingrato”, ma altre si potrebbero aggiungere), più che a lanciare avvertimenti o appelli,  serve forse a sottolineare, al di là sia della retorica “cooperativistica” che di quella “individualistica”, l’indispensabilità dell’arduo confronto tra “dissimili”.  E’ questa tuttora – a me pare – la questione aperta – non solo qui  su «Poliscritture» (cartaceo e sito) – per quanti non si rassegnano a lavorare su temi culturali e politici né in una sorta di clausura eroica o compiaciuta del proprio ‘io’ né intrupparsi nei tanti falsi ‘noi’ continuamente riproposti  dai  mass media e dal Web.  (E.A.)

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