
Female torso
di Donato Salzarulo
di Donato Salzarulo
di Ennio Abate
non ero buona solo quando attenzioni e calore di corpo donavo buona restavo da te separata quando d’altro mi curavo nei parlatori di donne sotto lastre di lingua morta in mulinelli d’angoscia crudeli e caparbie indagavamo al lume di femminile intelligenza storie oscure di madri e padri stroncatesi in zuffe mortali o servili mutismi ti apparvi allora amara luccicante di lacrime tenace nell’amore più proibito distante fredda luna ti apparvi piccola strega nervosa non più amante e lontano dalla poltiglia dei timori tuoi piantato nella mia casta lussuria sfrigolò un paonazzo desiderio di felicità i fondi oscuri vanno esplorati non addomesticati nella chiacchiera * silenzio mi opponeva si velava di ricordi e di odi mi smorzava sul suo seno non più colloquiante per suo conto o con altre risplendeva precipitò il mondo cangiante ma intero che nell’infanzia sorse e punse negli abbracci materni in baci fuggevoli di donne e quando lei giovane feriale mia sposa incontrai sotto pacchiane luminarie labbra sovraccariche di rossetto una mano fredda da scaldare nella tasca del mio metafisico paltò e a lungo ancora nei cortei di tanti e tante sotto bandiere rosse ma bagnate o negli scantinati del pensare clandestino adesso più non ci sfioriamo e poco ci parliamo penosa la nuova ricerca ambiguo il paesaggio lento il passo la cara ladra va per suo conto non ruba più per me né semina si contorce senza mete nella contorta vita seguendone gli anfratti senza mete dimenticato atlante non sorreggo più i suoi ondeggiamenti non la cullo come le donne e le madri nella dolcezza del simile la penso dissimile e con nuova pena adesso che va nel suo particolare immigratorio fantasma che un poco muove l’ali o mostra talvolta un seme dei suoi silenzi anzitempo si è dovuto morire in sogni separati fissare invano il giusto ormai diviso
1989 circa/2023
di Franca Calcabotta Sirica con una Nota di Donato Salzarulo
SOGNO SOTTO L’ANTICA QUERCIA DI DODONAContinua la lettura di Otto poesie
Sogno sotto l’antica quercia di Dodona…
Respiro nell’assenza di suoni.
Mi avvolgono le essenze d’autunno.
Domani un oracolo prenderà la mia mano.
Trepidante, aspetterò il suo responso,
il suo racconto del mondo.
di Yuri Ferrante
Parallele sporche In te abita una luce, la nascondi sottopelle mi piacerebbe scoprire a cosa conduce. Se rimane sempre accesa o se si spegne quando il paese tace. Ti abbandoni al suono dei torrenti provando a oltrepassare i ponti, si arriva all’altra riva e trasciniamo il corpo, lo stesso di prima.Continua la lettura di Tre poesie inedite
di Emilia Banfi
Un prima (la natura!) e un poi. Un Eden (della memoria personale) e poi la rottura. E’ narrazione o più spesso evocazione di un tempo felice o ingenuo e aconflittuale. Accostamenti delicati e mai tragici. Epifanie liriche concentrate, istantanee quasi fotografiche, perché tagliano il resto. I drammi sono suggeriti attraverso la concisione. Molta attenzione alla fisicità e, nelle poesie in dialetto lombardo, un tono salace e popolaresco con echi di Carlo Porta e Dario Fo. E un abbandono più libero alla narrazione. Sembrano questi i tratti vivaci e immediati della prima raccolta poetica di Emilia Banfi. [E. A.] Continua la lettura di Da “Il posto”
di Arnaldo Éderle
Il suo rosso cuore
Pettinatela bene
la barese del mare,
che lei ci teneva
ai suoi capelli ricci
di permanente,
ricci e rossi, il suo ultimo
perpetuo colore: rosso
come il suo dolce forte
cuore.
di Eugenio Grandinetti
Premessa
Potrei dare a questa raccolta il titolo “Ultime”, non perché essa comprenda le ultime poesie da me composte, ma perché è l’ultima che intendo pubblicare per adempiere a quello che io ritengo un mio dovere verso la società. Infatti io ritengo che tutti siamo debitori verso la società in cui viviamo perché il nostro modo di essere è determinato anche dai rapporti sociali in cui siamo implicati e quel che ognuno pensa o scrive non è solo opera sua ma è anche espressione dei desideri, dei comportamenti, delle aspirazioni e delle preoccupazioni della società in cui vive. Continua la lettura di Da «I luoghi i tempi le parole»
di Arnaldo Éderle
Bellissimo profondo
cielo.
Di lì guardavo l’infinito
pieno di nulla, pieno di
tutto.
E il mondo
era tutto qui giù con me.
E il collo di una
bottiglietta sul mio tavolino
puntava verso l’alto
per succhiarselo tutto
nella sua piccola pancia. Continua la lettura di Bellissimo profondissimo cielo
Testi inediti per “Poliscritture”
di Guido Oldani
La rivolta
i social, come tanti tritacarne,
annullano i giornali in carta e inchiostro
e il parlottare dei televisori,
sfiancati buttafuori dei poteri.
e i computer, se una parola sola,
al cittadino pur così imbeccato,
dicessero ma vera sui denari,
allora il meteo si prodigherebbe:
rosso allarme, pericolo di spari. Continua la lettura di La Rivolta
di Arnaldo Éderle
Come due arance
Ora faremo il resto, poeti generosi.
Quando s’avvia la macchina dei sogni
potrebbe sembrare la mia. Continua la lettura di Capricci