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Natalizie

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Mi piace aprire questo post con le ultime parole di un recente commento [qui] di Giorgio Mannacio: «ci muoviamo nel campo della Politica […] che va recuperata in tutti i suoi migliori aspetti. Lo riconosco: è la scoperta dell’uovo di Colombo e tutto il mio discorso è una sorta di meditazione personale ridotta in scrittura. Tre motivi suonano in essa: 1) siamo tutti eguali; 2) non uccidere; 3 ) al di fuori dei primi due la Politica è barbarie. Buon Natale». Anche se, nelle attuali circostanze, più che valori condivisi e praticati  i tre punti mi appaiono auspici purtroppo smentiti dalle guerre occidentali in corso e dagli atti terroristici – ultimo quello di lunedì sera  21 dicembre 2016 nel mercatino natalizio di Breitscheidplatz a Berlino – che ad esse rispondono in un vortice inarrestabile di follia e oscuri disegni. Ancora un Natale insanguinato, dunque.

La scelta dei tre testi che seguono è dovuta al caso. Quello iniziale in prosa di Pasquale Balestriere mi ha offerto lo spunto per il post: presenta – sue parole – un Natale «visto con gli occhi ingenui e paesani di una memoria bambina, quindi innocente e (quasi) fuori del tempo». Il secondo di Giorgio Mannacio coglie con sarcasmo e disincanto la realtà desacralizzata dei Natali cittadini. E, infine, quello di Armando Tagliavento, il bidello-scrittore che ancora voglio ricordare in questa occasione, mugola la disperazione solitaria e violenta di tanti ignoti, sbandati e poveri, alle prese col freddo nelle vie luccicanti e ostili delle metropoli. Continua la lettura di Natalizie

Kalì

SALOTTO-DEI-POVERI

di Lucio Mayoor Tosi

Riporto in evidenza il commento lasciato da Lucio qui. [E. A.]

Tre mesi fa è morto un mio vecchio amico, è morto al Sacco di Milano. Aveva trascorso gli ultimi due anni della sua vita tra i senza tetto, era uno di loro. Vendeva i suoi disegni in via Madonnina, a Brera. Era un bravissimo artista ma gli è andato tutto storto. Continua la lettura di Kalì

NATALIZIE: Armando Tagliavento + Francesco Di Stefano

ubriacone

L’aria è diventata inquinata. Non per questo non respiriamo più. Natale non è più il groppo di candore e malinconia di quand’eravamo bambini. Non per questo non ci pensiamo più.  Ripubblico per l’occasione una poesia su Natale di Armando Tagliavento (1930 – 2012), il bidello scrittore di cui  trovate testi e notizie qui, qui e qui e tre sonetti  sempre sullo stesso tema di Francesco Di Stefano, anche lui ben noto ai lettori di Poliscritture. Sono autori legati a un modo di sentire  che ancora può essere detto a ragione popolare. Nello spazio dei commenti ciascuno/a può aggiungere  (sobriamente!) altri versi o considerazioni. [E.A.]

 

La Notte di Natale
di Armando Tagliavento

E’ la notte di Natale.
Va un tale
ad accattare in un bare un cartoccio di sale
per la sua zucca astrale.
Egli s’insacca nella sua mantellina sbrindellata
e ingerisce di volata
i diciassette piani del palazzo in cima al quale
tana. Egli è povero, non ha un cavolo. Continua la lettura di NATALIZIE: Armando Tagliavento + Francesco Di Stefano

Ombra inesplorata del padre mio

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di Ennio Abate

Guagliò, non devi rubare un carezza!
Puoi abbracciare, essere corpo baciato, non ladro che fugge nel suo batticuore.
Non prede da mordere siamo, ma continenti e possiamo combaciare.

Del piacere che bambino mi facesti provare
resta il ricordo d’una gelida sera sotto Natale
quando, per placare l’ansia che cresceva
col buio della sera e il ritardo di mamma Continua la lettura di Ombra inesplorata del padre mio