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Primarie democratiche. Proteste.

Bollettino elezioni americane (3)


di Raffaella Ferraiolo Depero

Alle primarie democratiche nel Michigan, circa un democratico su otto ha votato “uncommitted”[non schierato] per protesta contro le politiche dell’amministrazione Biden nei confronti di Israele e la guerra a Gaza.
Inorriditi dal rifiuto di Biden di smettere di finanziare il massacro di Netanyahu a Gaza con i soldi dei nostri contribuenti – un’azione che potrebbe riportare Trump alla presidenza – migliaia chiedono un cessate il fuoco immediato, tra cui il sindacato statale degli insegnanti, la United Auto Workers, il National, Il sindacato degli infermieri e il sindacato degli assistenti di volo, più molti altri, hanno votato “Uncommitted” per aiutare a salvare Biden da se stesso… e salvare il resto di noi da una presidenza Trump 2.0.
Come ha scritto venerdì Michelle Goldberg sul NYTimes, “Biden rischia di perdere il Michigan e, con esso, l’intera elezione”.
Oltre alle proteste degli studenti nei colleges americani, moltissimi chiedono il Cessate il Fuoco in tutta l’America e nello stato in cui vivo, NY.
Cito ad esempio l’evento di oggi.
Oltre 40 gruppi provenienti da tutta New York, incluso Jewish Voice for Peace,
JVP-NYC, hanno sponsorizzando una veglia per il Cessate il Fuoco presso il municipio, oggi, mercoledì 28 febbraio. Chiederemo a più membri del Consiglio Comunale di aggiungere pubblicamente i loro nomi alla richiesta di un cessate il fuoco immediato a Gaza.
Le attività della giornata inizieranno alle ore 10, sul lato Broadway del Municipio, con una conferenza stampa, a cui
tutti sono invitati a partecipare. Dopodiché ci sposteremo sul lato del municipio del ponte di Brooklyn per una veglia che durerà fino alle 10 del mattino successivo. Durante la veglia leggeremo i nomi dei palestinesi uccisi a Gaza, intervallati da presentazioni culturali.
Esatto… per 24 ore saremo al municipio per esortare coloro che ci rappresentano a unirsi alla maggior parte dei newyorkesi nella richiesta di un cessate il fuoco immediato!

 

 




 

Un’intervista a Rashid Khalidi

Composita solvantur . Letture e riflessioni sul conflitto Israele-palestinesi (4)

a cura di Ennio Abate

L’intervista, di cui – saltando le domande – riporto 25 miei stralci che ritengo significativi per i temi trattati, è intitolata: “Una situazione disperata che diventa sempre più disperata” ​. E’ comparda il 1 novembre 2023 sul blog FRAMMENTI VOCALI IN MO (qui), dove potete leggerla interamente purtroppo in una traduzione approssimativa. Khalidi espone le sue riflessioni (pessimistiche) sulla storia del conflitto israelo-palestinese e porta molti dati trascurati o ignorati dai media. Tratta il tema della Imprevedibilità dell’attacco di Hamas del 7 ottobre ma lo ritiene ben comprensibile alla luce delle scelte del governo israeliano (e in particolare di Netanyahu), che in questi ultimi decenni hanno visto un aumento del numero dei palestinesi uccisi in Cisgiordania, delle incursioni dei coloni, dei tentativi di organizzare il culto ebraico nell’Haram al-Sharif, intorno alla Moschea Aqsa. La sua tesi è cristallina: è avanzato a grandi passi un processo di pulizia etnica insopportabile per il popolo palestinese già provato da una lunga occupazione. Altrettanto chiaro gli appare l’intento da parte dello Stato di Israele, appoggiata dai paesi occidentali (in primis gli USA) e da alcuni paesi arabi (coi rispettivi media al seguito), di seppellire  per sempre “un orizzonte politico per i palestinesi” e di cancellare così la “questione palestinese”.  Khalidi non tace sulla crisi di Fatah e sulla corruzione  e assenza di strategia da parte di Abu Mazen e dell’Autorità Palestinese di Ramallah. Insiste pure sull’odio verso essa di molti palestinesi e sulla popolarità  che ha ottenuto Hamas in tutto il mondo arabo  dopo l’attacco del 7 ottobre. A suo parere, dopo l’Ucraina, anche gli eventi di Gaza delle ultime settimane accrescono il divario culturale tra gli occidentali, che si pensano ancora padroni del mondo e gli altri Paesi (Russia, India, Cina, Indonesia, Pakistan, Bangladesh, Brasile) che non li riconoscono più come tali. Infine, giudica il sionismo storico un progetto coloniale “arrivato troppo tardi” (Tony Judt) e anacronistico, ma non senza effetti reali che rendono al momento irresolubile la questione  di come si possa avere “uno stato ebraico a maggioranza sovrana in un paese a maggioranza araba”. E, pessimisticamente fa notare che: 1. anche i tanto applauditi accordi di Oslo (1993) voluti da Rabin in realtà prevedevano uno “Stato palestinese […] meno che sovrano; […]un frammento di un frammento della Palestina storica” ;  2.  le due soluzioni (Due popoli, due Stati; Uno Stato, due popoli), di cui si continua a discutere attualmente, sono sempre più impossibili, specie dopo tanto sangue versato e che ”continuerà ad essere versato”. Continua la lettura di Un’intervista a Rashid Khalidi

Israele, palestinesi, Gaza. Cinque articoli di Pierluigi Fagan

Composita solvantur . Letture e riflessioni sul conflitto Israele-palestinesi (3)

a cura di Ennio Abate

Segnalo (riasssumendo o  riportandone stralci)  quattro  interessanti e coerenti articoli di Pierluigi Fagan sul conflitto  che vede di nuovo Gaza tragicamente al centro  del caos mondiale. Gli eventi sono misurati da un’ottica freddamente geopolitica  guidata dal pensiero della complessità.  Continua la lettura di Israele, palestinesi, Gaza. Cinque articoli di Pierluigi Fagan

Riordinadiario del 10 ottobre 2023

Dopo la catastrofe di Sergio Franzoi

di Samizdat

1.
Scorrono i discorsi: netanyahu è l’uomo
della simpatia spudorata verso trump e putin,
verso la cina e orban, ha portato
israele a una crisi senza precedenti
di consenso con l’america di biden
e indegnamente non si è schierato subito
a fianco dell’ucraina. Continua la lettura di Riordinadiario del 10 ottobre 2023

Gli sciacalli e i profittatori dello scontro di civiltà

paris 2015

di Giorgio Riolo

È il momento della retorica ributtante, del fiume di parole, del circo mediatico scatenato e senza freni, dei manipolatori di professione. I dominanti imperiali sono all’opera. Stregoni, non più apprendisti da molto tempo ormai, suscitatori, creatori e finanziatori di mostri, che qualche volta si rivoltano e non sono più controllabili a piacimento, per scatenare guerre “umanitarie”, “per la democrazia”, “per portare la libertà”. In Afghanistan, in Iraq, in Siria, in Libia, ovunque. Dominanti assassini per il controllo del petrolio, del gas, delle materie prime, per il controllo geopolitico di aree strategiche del pianeta. Continua la lettura di Gli sciacalli e i profittatori dello scontro di civiltà

SCRAP – BOOK DAL WEB: Gerusalemme ancora…

Gerusalemme1

Tre spunti  per non distrarsi dal caos del mondo

1. Attacco a una sinagoga, Israele scatena la caccia al palestinese
(dahttp://contropiano.org/internazionale/item/27594-attacco-a-una-sinagoga-israele-scatena-la-caccia-al-palestinese) • Martedì, 18 Novembre 2014 12:00 • Redazione Contropiano

Per ora è di 4 israeliani – tre dei quali anche cittadini statunitensi, uno era un esponente del partito sionista religioso “Shas” – uccisi e altri 8 gravemente feriti il bilancio dell’attacco compiuto questa mattina intorno alle 7 in una sinagoga di Har Nof, un sobborgo di Gerusalemme abitato in prevalenza da ebrei ortodossi. I due attentatori, Ghassan e Odai Abu Jamal, residenti nel quartiere palestinese di Jabal al Mubaker, hanno fatto irruzione all’interno della sinagoga ed hanno aperto il fuoco contro i presenti usando anche coltelli ed un’ascia. Entrambi gli assalitori sono stati immediatamente uccisi dalla polizia. Continua la lettura di SCRAP – BOOK DAL WEB: Gerusalemme ancora…