
di Ennio Abate
La vicenda è penosa. Sembra confermare tristi presagi mentre fa riemergere viscidi fantasmi del passato. Sul contrasto fra Farid Adly e la “Direzione” di Radio Popolare la penso per il momento così:
di Ennio Abate
La vicenda è penosa. Sembra confermare tristi presagi mentre fa riemergere viscidi fantasmi del passato. Sul contrasto fra Farid Adly e la “Direzione” di Radio Popolare la penso per il momento così:
di Velio Abati
Buono l’argomento della Disciplina dell’attenzione, difficile la posizione dell’autore. Come sappiamo l’argomento, in ispecie per la narrazione, non è elemento secondario per il valore dell’opera. Naturalmente l’argomento non è dato in assoluto, lo si misura nel suo contesto. E che cosa è più urgente, oggi, parlando degli uomini, della spaventosa spoliazione – crescente eppure nascosta, riversata nei nostri mari e terre eppure invisibile – del mondo che conta di cui portiamo bandiera ai danni della rimanente umanità? Invisibile, dicevo, ma non muta, tanto che anche nella nostra lingua hanno preso da tempo parola altri sguardi e linfe e colori che hanno finalmente attraversato i confini dell’orto letterario fecondandolo di nuovi semi, per chi vuol vedere. A questa urgenza, esplicitamente didattico, rinvia il titolo: l’attenzione è una necessità che richiede disciplina.
Continua la lettura di Su “La disciplina dell’attenzione”di Roberto Bugliani (3)Un ricordo di Eugenio Grandinetti
di Ennio Abate
puliti miti oscuri nostri gemelli ancora vanno, operosi su incerti sentieri (L'albero)Continua la lettura di «Metti un tizzone del Sud nelle nebbie di Milano…»
20 febbraio
Che fine avrà fatto il vecchio M.? Tutto preso dal culto della moglie defunta. La sua Beatrice. Una leggera ostilità tra noi. Si è mantenuta intatta malgrado le attestazioni di stima e la cordialità dei momenti d’incontro. Un ricordo preciso: quando mi portò a pranzo in quella bettola di operai e muratori.
I rapporti sono raffreddati o rallentati. Ce li trasciniamo. Stentando. Senza convinzione. Smarrimento.
23 marzo
Penso a Fortini e a Majorino nel ‘68. Sembrava che parlassero proprio di noi giovani d’allora nelle loro scritture.
Continua la lettura di Sbratto 4: 2012di Ennio Abate
Che rapporto c’è fra l’io e il noi? Quali interferenze? Quando e perché si distanziano o si avvicinano? Cosa alimenta gli estremi a cui tendono: il solipsismo o la fusione/confusione (mistica, gregaria) nel noi (massa o élite)? Invece di un saggio, provo a offrire spunti per rispondere a tali domande selezionando alcuni appunti dalla mia ‘stanza da sbratto’ (= che riceve tutti gli oggetti ingombranti o di cui ci si serve di rado). [E.A.]
di Ennio Abate
Replico al commento di Rita Simonitto (qui) e aggiungo in Appendice alcune mie precedenti riflessioni su questo controverso tema del rapporto tra io e noi. Ulteriori approfondimenti mi paiono urgenti e utili per collegare il piano “filosofico” sul quale stiamo conducendo la riflessione alle scelte pratico-politiche che si pongono o vengono imposte sia ai singoli sia al noi che potrebbe essere Poliscritture. [E. A.]
1.
Davvero un commento interessante, analitico ma complesso e in alcuni punti enigmatico e tendenzioso (per me). Forse per questo mi sollecita una replica altrettanto analitica per capire meglio dove va a parare. La conclusione – l’anticipo – mi pare questa: Rita ha affrontato la questione del rapporto io-noi privilegiando il punto di vista di un io (non solo autobiografico) e mette in guardia dai rischi che esso corre ogni volta accetta (o si fa sedurre) dal noi. Continua la lettura di Appunti politici (11): io vs noi o io-noi?
Appunti (di solito mattutini) raccolti al volo da gennaio ad agosto 2017
di Ennio Abate
Che rapporto c’è fra l’io e il noi? Quali interferenze? Quando e perché si distanziano o si avvicinano? Cosa alimenta gli estremi a cui tendono: il solipsismo o la fusione/confusione (mistica, gregaria) nel noi ( massa o élite)? Invece di un saggio, provo a offrire spunti per risposte e riflessioni a tali domande selezionando alcuni miei appunti. ‘Sbratto’ sta per ‘stanza da sbratto’ [ = che riceve tutti gli oggetti ingombranti o di cui ci si serve di rado]. Spero che altri poliscrittori ne propongano di propri e così si vedrà meglio se sia possibile o no quell’ io/noi capace di reggere la contraddizione fra le due facce. [E. A.]
di Donato Salzarulo
Questa riflessione di Donato Salzarulo sui – potremmo dire – dilemmi psichici di uno dei “moltinpoesia” s’appoggia ad una autolettura di “Soffioni boraciferi e altre poesie” (qui). Pur proseguendo il filo dei commenti sotto quel post e rispondendo ad alcune mie obiezioni, ha una sua autonomia e ampiezza che giustificano la pubblicazione in un post autonomo. [E.A.]
Ogni tanto mi faccio palombaro
di me stesso, do uno sguardo alle correnti
sottomarine, al guizzare di alici,
tonni, scorfani e sardine. M’aggiro
per un po’ tra le barriere delle mie
isole coralline… Continua la lettura di Scena di soffioni
SCRAP-BOOK DAL WEB IN FORMA DI SAMIZDAT
di Ennio Abate
1.
costruiranno muri – per fermare i migranti – tra Ungheria e Serbia – sempre loro – i migranti – spendono miliardi d’euro – per fermare i migranti – i regolari sì – gli irregolari no – decide chi fa i muri – e fa pure i migranti – loro decidono sempre – puah! – loro che «tengono in moto – man mano – l’immenso apparato che produce – e ripartisce i beni – necessari alla vita» – e le frontiere vengono rafforzate – 500 milioni di europei sarebbero gli assediati – centomila migranti e richiedenti asilo gli assalitori – dicono – scrivono – che arrivano dal mare – arrivano dal mare – e li fotografano – arrivano sulle coste – quando non muoiono – come grossi pesci si arenano – quando non muoiono sembrano come noi – bambini stravolti e genitori disperati – come furono in passato i nostri antenati Continua la lettura di Altri immigratori
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di Rita Simonitto
Minuscola storia: da poesie controcorrente all’impoetica rappresentanza dell’orrore.
Una volta scrivevo poesie. O, a dire meglio, versi. Ora non più, anche se durò a lungo la convinzione che non avrei potuto fare a meno di scriverne. Allora che cos’era quella spinta? Una coazione? Era un gioco? Continua la lettura di In cronaca