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Il pensiero creatore, ultima speme

di Franco Nova

Il tramonto rosso acceso
di un occidente protervo,
il grigio teneramente disteso
in un oriente disattento,
suscitano sentimenti d’odio
o puro piegarsi all’abulia.
Voglia d’afferrare l’ignoto
e desiderio di nulla sapere;
sempre in contrasto fra loro,
l’uno non eliminerà l’altro.
La tragedia irrompe da un lato,
dall’altro si spegne nel noioso
ripetersi d’una piatta quiete.
L’Umanità procede comunque
senza nulla capire di dove va,
s’immagina un futuro sublime
e si perde nella ripetizione
d’usuali azioni che crede diverse.
Finirà con sua somma inutilità e
l’Universo non ne avrà sentore.
Né una perdita né un guadagno,
si spegnerà una sola lampadina
fra miliardi che ancora brillano,
uomini presuntuosi e sciocchi
soltanto fili della lampadina.
Mai muteremo l’Universo
per noi solo cielo stellato che
ignora la nostra vanagloria.
Diamoci pure un nido migliore,
ma abbiamo pure il pensiero;
creiamoci un altro mondo,
in cui vivremo sempre
dopo la fine dell’Universo.
Smettiamo di voler cambiare
quello in cui alloggiamo;
la nostra fortuna è pensare
d’essere destinati all’eternità
d’un mondo senza materia,
accolti da deità da noi create.  

Lui ha un’anima

di Franco Casati

   Il maestro abita in un vecchio casolare di campagna, con le porte e le finestre orlate di cotto, fiancheggiato da un alto fienile, naturalmente vuoto, percorso da rondini che intrecciano i loro voli fra i nidi e le grandi finestre diroccate. La casa è fronteggiata, a una certa distanza, da villette di recente costruzione, allineate lungo la strada provinciale. Egli è venuto ad abitarvi con la moglie dopo che gli ultimi proprietari l’hanno abbandonata, visto che i loro figli non ne volevano più sapere di lavorare i campi: tutti in città, a stipendio fisso e a orario sindacale. Continua la lettura di Lui ha un’anima

Viaggio eleusino

di Antonio Sagredo

I cembali dei presentimenti a te, Eleusina, incantata
che muori nella neve imminente e risorgi al primo fiore
e il mito ti è fedele ancora, e le tue labbra ora
sono spente da cingolati che radono l’Oriente – svegliati! Continua la lettura di Viaggio eleusino

Nella terra

zolle 2

di Paolo Ottaviani

 

…pensando a Franco Scataglini e
a Codicilli – 1. –” di Giovanni Raboni 

 

 

 

Nella terra così come l’aprì
il piccone e la pala, nella terra
perseverante e non lieve così

come alcuni vaneggiano, ma terra
dura e paziente che sa trasformare
lentamente le ossa in altra terra

o polvere, non cenere, e che un vento
improvviso la alzi sopra il mare
della luce oltre ogni sfinimento

di ogni immaginazione, per giocare
nel tempo non più nostro
che laggiù ancora ci ama
e che il cielo s’inchini su quel nostro
polveroso trastullo con la brama
calma di un diogemma
venuto dall’Oriente con la flemma
studiata di chi ha vinto
la morte, variopinto
mutare delle cose, come le ossa
rifiorite che spianano la fossa.

Su «Anche questa è vita» di Leandro Fossi

finestra ospedale 2

di Luciano Aguzzi

Leandro Fossi, Anche questa è vita, Robin edizioni, Torino 2015

Nella vita di Leandro Fossi, ripercorsa alla luce della sua opera letteraria, la data periodizzante che più conta è il 2001. In quell’anno gli venne diagnosticato un tumore. È poi vissuto ancora dodici anni (è morto a Milano il 17 agosto 2013), passando attraverso otto operazioni, ripetute degenze ospedaliere, cicli di chemioterapia e l’alternarsi continuo di speranza di guarigione e terapie sempre più invasive e condizionanti.
Leandro ha saputo reagire decidendo di dedicare ciò che gli restava di energie e di tempo alla realizzazione di una sua antica, giovanile aspirazione, mai, però, concretamente perseguita: voleva essere uno scrittore. Continua la lettura di Su «Anche questa è vita» di Leandro Fossi