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Tre poesie inedite

Monselice

di Yuri Ferrante

Parallele sporche
 
In te abita una luce,
la nascondi sottopelle
mi piacerebbe scoprire a cosa conduce.
Se rimane sempre accesa
o se si spegne quando il paese tace.
Ti abbandoni al suono dei torrenti
provando a oltrepassare i ponti,
si arriva all’altra riva
e trasciniamo il corpo,
lo stesso di prima.
 
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Aspettando Marion

di Rita Simonitto

Mi presento subito.

Mi chiamo Aldo e mia moglie, Ada.

Gli amici ci chiamano i coniugi AA, dalle nostre iniziali. Abbiamo una figlia, Cristina, iscritta a Lingue e che adesso si trova a New York per un corso di perfezionamento.

Quanto a me, ho fatto il panificatore per dare una mano a mio padre sia prima che dopo la mia Laurea in Scienze Economiche, non riuscendo a trovare, con quel titolo, subito una occupazione che mi potesse dare una certa autonomia finanziaria.

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Due modi di guardare le cose

a cura di Samizdat

Mi ha molto colpito il resoconto spoglio di Lanfranco Caminiti sugli effetti dell’epidemia in corso in un paese del Sud, mentre sono rimasto irritato dalla lettura di uno dei tanti “diari della quarantena” che si vanno scrivendo in queste settimane: quello pubblicato dallo psicanalista Sergio Benvenuto su Le parole e le cose 2. E non ho resistito alla tentazione polemica di contrapporli. Preferisco nettamente il primo modo di guardare quel che sta accadendo in questo Paese, pur avendo grande attenzione all’esplorazione psicanalitica dell’inconscio. Questa di Benvenuto mi pare però fondata su un pensiero politicamente pigro e immiserito. Discutiamone. [E. A.]

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Anàmnèsis

di Giorgio Tagliafierro

 

APPUNTI

I
Sorridono alcuni con buon vino
Altri ne imitano
Portano scarpe distinti da terra
Ci si misura le mani
S’incontra letargo in fremiti di trottola
Si lasciano odori nel presente cipresso
Rimbalzi vocali in cieli di calce
Cerchi di stagno per un sogno dal caso
Un cenno avido di forza
Sulla scia della banda. Continua la lettura di Anàmnèsis

Moreno

 

di Angelo Australi

 

Negli ultimi anni ho sempre vissuto nel mio paese lavorando altrove, alle otto del mattino attraverso la nuova circonvallazione messa nel caos dalle auto per recarmi in città e rientro più o meno alle otto di sera, affogando nello stesso caos di individui presi dalla fretta, impazienti, arroganti, intolleranti, vogliosi solo di lavarsi i denti. Non mi piace per carattere riconoscermi in una sfida quotidiana, per questo il paese piano piano dentro di me si sta sfuocando. Lo amo ancora tanto, ma è come se ci vivessi attraverso delle impressioni, dei ricordi e delle emozioni telecomandate. Con gli amici è difficile a questo punto della vita Continua la lettura di Moreno

Da «I luoghi i tempi le parole»

 

di Eugenio Grandinetti

Premessa

Potrei dare a questa raccolta il titolo “Ultime”, non perché essa comprenda le ultime poesie da me composte, ma perché è l’ultima che intendo pubblicare per adempiere a quello che io ritengo un mio dovere verso la società. Infatti io ritengo che tutti siamo debitori verso la società in cui viviamo perché il nostro modo di essere è determinato anche dai rapporti sociali in cui siamo implicati e quel che ognuno pensa o scrive non è solo opera sua ma è anche espressione dei desideri, dei comportamenti, delle aspirazioni e delle preoccupazioni della società in cui vive. Continua la lettura di Da «I luoghi i tempi le parole»

Politiche del lavoro

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Badante: una vita per una vita [Fototeca Tifernate online]
di Cristiana Fischer

un paese libero e sciolto
perché il denaro estragga interesse
dal vento di scorrerie
siano sciami di insetti e di uccelli
a spolpare carogne
come le api operose raccolgono
e i bombici oziosi fecondano
i fiori del bosco
come i serpi divorano i topi e le rane
e allevano cani fedeli crudeli obbedienti
per sorvegliare gli incroci e i recinti
e battono le selezioni
per arruolare le menti migliori

perché i figli moltiplicano
e i figli dei figli grani di polvere
come le foglie e il limo sulla terra
gli inutili corpi gli opachi voleri
che non rischiarano i duci del mondo
coi loro pensieri Continua la lettura di Politiche del lavoro

L’inspiegabile

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di Franco Nova

Questo amarissimo apologo è giocato su una intelligente costruzione di un’atmosfera che dal fiabesco passa all’horror. Il narratore ci presenta prima un gran seduttore, un «uomo sempre sorridente», gentilissimo con bambini e donne, misterioso quasi come il pifferaio magico della famosa novella dei Grimm, per immergerci subito dopo in una sequela di truculenti fattacci, che avvengono sempre alla presenza del misterioso personaggio e sconvolgono la tranquilla vita di un paese. Egli si stacca persino dalla sua funzione di narratore, canonicamente esterno ai fatti, e va in mezzo alla gente per «instillare qualche dubbio su questo stranissimo personaggio». Nulla da fare. Il finale colloquio rivelatore tra lui e l’uomo che ride – i due veri protagonisti del racconto – conferma la pessimistica visione delle cose umane che l’evangelista Giovanni (III, 19) fissò nel motto usato da Leopardì come esergo per La Ginestra: «« Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἂνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς. – E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce». [E.A.]

Un uomo sempre sorridente, e anzi afferrato spesso da convulsioni di riso, arrivò un giorno in paese. Fermava tutte le persone, faceva lunghi discorsi ridendo, ma nessuno capiva che cosa dicesse e nemmeno se fosse un connazionale o uno straniero. Continuava ad offrire caramelle ai bambini e rivolgeva loro concioni che essi sembravano quasi capire da tanto ridevano assieme a lui, divertendosi moltissimo. I genitori furono inizialmente preoccupati, ma non quando appurarono che il folle, perché tale era evidentemente, distribuiva caramelle ottime, di marche ben note e costose. Dove se le procurasse nessuno riuscì tuttavia a saperlo. Continua la lettura di L’inspiegabile

Da “Sopra la terra nera” e “Tra cielo e volto”

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di Luciano Nota

DA “ SOPRA LA TERRA NERA”

GIARDINI

Ho muri da spianare
E fiori tanti fiori da piantare. Continua la lettura di Da “Sopra la terra nera” e “Tra cielo e volto”