Archivi tag: periferia

“La forza di gravità” di Claudio Piersanti

                  Pubblicato nel giugno 2018        

di Angelo Australi                                 

Non si può certo dire che Claudio Piersanti sia uno di quegli scrittori che rimpastando temi di attualità produce un libro a stagione, tra La Forza di gravità ed il suo precedente, Venezia, il filo dell’acqua, sempre edito da Feltrinelli, sono trascorsi ben sei anni. Continua la lettura di “La forza di gravità” di Claudio Piersanti

Padri e figli: alla Pirelli di Figline Valdarno  

Due generazioni di operai a confronto sul lavoro 

Angelo Australi

Da molto avevo in mente di scrivere per Poliscritture qualcosa sul periodico culturale che tra il 1988 ed il 1990 ho ideato e diretto al mio paese. MICROmacro, questo il nome della testata che per oltre due anni, con i suoi dodici numeri (era un bimestrale), ha incoraggiato la ricerca di un’identità del territorio nel confronto con la città e i suoi centri di produzione. Continua la lettura di Padri e figli: alla Pirelli di Figline Valdarno  

Per «POLISCRITTURE 2». Terza parte

Sommario.
La lezione di Franco Fortini: lascito e sua rielaborazione non scolastica. Le scritture della città e lo scontro mobile e ubiquo tra città e anticittà, tra partecipazione e omologazione, tra centro e periferia. Pluralità e differenza delle scritture ma anche della critica e dialettica (dialogo ma anche polemica) tra “molti” e “uno”. La poesia, l’ipotesi di una «poesia esodante», l’attenzione ai filoni ecologici e non antropocentrici in poesia e l’intervento critico sulle discutibili forme della vasta ma ambivalente produzione poetica e parapoetica contemporanea. Il femminismo, la sua critica a una idea di umanità universale, in realtà maschile, la critica alla separatezza tra sfera personale e pubblica, ‘ambito politico e vita privata e al condizionamento del mercato e del denaro sulle identità sessuali. Attualità e pericolosità delle guerre, dell’accumulo di potenziale distruttivo negli arsenali nucleari e banalizzazione della violenza e della guerra nell’informazione-spettacolo. Continua la lettura di Per «POLISCRITTURE 2». Terza parte

Sbratto 1: gennaio-agosto 2017

 Tabea Nineo, Olio al 19 settembre 2017

Appunti  (di  solito mattutini) raccolti al volo da gennaio ad agosto 2017

di Ennio Abate

Che rapporto c’è fra l’io e il noi? Quali interferenze? Quando e perché si distanziano o si avvicinano? Cosa alimenta gli estremi a cui tendono: il solipsismo o la fusione/confusione (mistica, gregaria) nel noi ( massa o élite)? Invece di un saggio, provo a  offrire spunti per  risposte e riflessioni a tali domande selezionando  alcuni miei appunti. ‘Sbratto’ sta per ‘stanza  da sbratto’ [ = che riceve tutti gli oggetti ingombranti o di cui ci si serve di rado]. Spero che altri poliscrittori   ne propongano di  propri e così  si vedrà meglio se sia possibile o no quell’ io/noi capace di reggere la contraddizione fra le due facce. [E. A.]

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Poesie inedite

Scimmia e bimba per poesie Locatelli

di Annamaria Locatelli

Questa pubblicazione di alcune poesie inedite di Annamaria Locatelli non è solo un omaggio ad una delle commentatrici più assidue e cordiali di Poliscritture, ma un invito a riflettere, a partire dal suo caso concreto, sulla tenacia con la quale una donna, senza lasciarsi intimidire dai tanti e contraddittori e quasi sempre inconcludenti discorsi che si fanno sulla poesia d’oggi, continua – schiva ma decisa – a coltivarla per suo conto. Annamaria cerca la sua poesia nel fiabesco, dove i fiumi che scorrono non possono essere che pigri e le pecore bianche non possono che brucare. E lì però non dimentica la paura dell’animale selvatico (la piccola volpe smarrita) costretta a nascondersi «in anfratti solitari». Domina nella sua ricerca la nostalgia di un mondo primitivo (quasi di una Rousseau al femminile invaghita di «Lucy l’antenata»?). La spinta  più sentita è quella di sfuggire al mondo delle merci per rinascere, cancellando il presente abitato da uomini ammaliati e ammalati di nuove tecnologie, e ritrovarsi all’unisono con una natura intatta e rassicurante. Si può o si deve recuperare il gesto antico e semplice dell’impastare il pane e tornare pronti a spartirlo con i bisognosi? Non si finirà malcapitati a imprecare cercando «un appiglio/ in coda all’ultimo tram»? Eppure questo è il sogno che la poesia di Annamaria cura e alimenta. E che ai più scettici pone una domanda ineludibile: perché esso persiste in tanti/e? [E. A.] Continua la lettura di Poesie inedite

“Già sede di casermaggio”

inesistente

(La macchina della verità)

di Arnaldo Ederle

 

Che pensare? Che farfugliare?
Non so se crittografare
o stenografare, o incuneare,
o sillabare, o fischiare.
Stare tranquilli
e sedere pacificamente sulla
sedia di legno, immobili
senza nessun grillo.
O immaginare, solo immaginare
senza trasformare. Continua la lettura di “Già sede di casermaggio”